Ogni giorno si apprende qualcosa, a volte di interessante, a volte su qualcosa che non ci servirà mai più, a volte che contraddice ciò che già sappiamo e altre che confermano ciò che già sappiamo.
La lezione di oggi è: se uno dei tuoi collaboratori ha mal di pancia farà di tutto per fartelo venire anche a te.
Rientra nella categorie conferme.
– sai, stanotte riflettevo sul fatto che in futuro il nostro lavoro diventerà molto più complesso
– certo, purtroppo lo sapevamo. In realtà è già da parecchio che ogni giorno stare dietro al business è sempre più complesso. Visto che non si possono fare assunzioni, hai qualche idea su come poter semplificare il processo?
– no, tutto quello che potevamo fare l’abbiamo già fatto.
– fammi capire allora, c’è qualcosa che posso fare per aiutarti?
– mi piacerebbe ma temo proprio di no. E’ che sono preoccupato e volevo fartelo sapere
– hai fatto benissimo a dirmelo, grazie
Mal di pancia
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Verissimo………..mi hai fatto venire in mente non solo colleghi, ma anche amici che ti mettono a parte dei loro problemi irrisolvibli……..
Bastasse l’Alka-Seltzer….
Buon week-end,
Luciana
In realtà ritengo che ciò sia normalissimo, faccia parte della natura umana e di non esserne esente. La condivisione aiuta.
Se ci pensi è lo stesso meccanismo dell’urlo nel momento del dolore. Perchè uno urla quando ha un dolore? Perchè così ne ha meno? No, ma lo condivide con chi ha intorno e questo un po’ lo allevia.
Buon weekend anche a te.
….posso dividere con te oggi il mio mal di testa? ….anche le disfunzioni ormonali?…oggi mi sento un cesso…invece del paracetamolo forse dovrei provare con l’anatra WC ? 😆
Cara Loriana, una delle stranezze dalla lingua italiana è che condividere non significa dividere ma moltiplicare per tutte le persone un problema.
Però l’alka seltzer va bene anche per il mal di testa e i dolori mestruali, per cui quello (il medicinale non il dolore mestruale) lo condivido volentieri con te.
😉
Ohhh non ci ho capito niente…me lo spieghi in “Hüberiano”??? Ma che dizionario usi? Se divido un mio problema in questo caso un dolore fisico ….intendo che voglio che ti prendi una metà! …..non è tanto difficile ! 😛 ))))
Proviamo a fare un po’ di analisi allora.
I problemi si dividono in due categoria. Quelli che si possono risolvere e quelli che non si possono risolvere.
I primi sono quelli più complessi perchè implicano il fatto che qualcuno possa fare qualcosa per risolverli.
I secondi sono più semplici visto che nulla si può fare.
Nel primo caso la condivisione può avere senso (il problema forse è più facilmente risolvibile se siamo in due a tentarci), nel secondo caso si torna alla conmoltiplicazione (il problema rimane ma ora siamo in due ad averlo).
….sta a vedere che ora il mal di testa te l’ho fatto venire io !
ahhhhhh adesso ho capito! Ma un problema di matematica entra nella prima o nella seconda categoria? 😉 ….centrano le divisioni e le multiplicazioni ? Haaahaa vuoi vedere che riesco a farti venire il mal di testa? :P))))
vai con l’hully gully
…..se prima ero solo ad avere il mal di testa, adesso siamo in due ad avere il mal di testa.
aprirei due dibattiti: CONDIVIDERE … dividere con, mal comune mezzo gaudio no?
POSSO FARE QUALCOSA PER AIUTARTI NON SI PUÒ SENTIRE!
Sul primo punto ribadisco, è un’anomalia della lingua italiana. PEr me si dovrebbe dire conmoltiplicare.
Sulla seconda hai ragione. Ci sono cascato ancora. 😉
E’ una forma di trasmissione per osmosi delle rogne…A volte quando parlo dei miei problemi è perchè spero sempre che ci sia qualcuno che, con una osservazione, me li ridimensioni o mi faccia venire un’idea grandiosa per risolverli.
Ultimamente tre volte a settimana in ufficio c’è il siparietto sulle mie sedute di fisioterapia: un collega è uno dei massimi esperti sul tema, dato che ci è passato per un intervento ultrasperimentale e quindi confrontiamo le versioni e i livelli di dolore. Per noi due è una chiacchierata consolatoria, il resto dei colleghi che ascolta invece ha ormai raggiunto il livello di saturazione…siamo molesti, mi sa.
se appena iniziate a parlare loro vanno a bersi un caffè temo di si
no, restano seduti a soffrire……. sbuffano ma secondo me si divertono perché li vedo che sogghignano 😉
E’ il classico esempio che divide l’umanita’ fra chi vede il bicchiere mezzo pieno, e chi lo vede mezzo vuoto.
C’e’ chi non mangia ostriche a prescindere, perche’ scatta il meccanismo del “potrei avvelenarmi”, e cosi’ potrei citare altri mille esempi.
Generalmente, chi e’ cosi’ preoccupato e’ anche ipocondriaco e avverso a qualsiasi novita’ che, nel bene e nel male, esca dai suoi canoni preconfezionati.
Nel caso da te trattato, la domanda piu’ scontata che mi sarebbe sovvenuta e’:
“mai pensato di licenziarti?”
Ciao
Zac
Come al solito Zac tu non hai mezze misure.
Come scrivevo nel post questo episodio va nella categoria “confereme”. Ne sono consapevole e francamente lo considero un effetto collaterale del mio lavoro.
Cerco di conviverci e alla peggio….prendo un alka seltzer….o ci scrivo un post !