Tra le routine del rientro non potevo esimermi dalla palestra.
Lezione di spinning. C’è Maurizio. Strano non è giovedì…si vede che c’è ancora l’orario provvsorio.
Meglio così comunque. Preannuncia una lezione non troppo strong visto il rientro, invece il ritmo e l’intensità si rivelano già quelli dei tempi migliori.
Le sensazioni provate però sono contrastanti. La soddisfazione e il crudele piacere di vedere le gocce di sudore che ritmicamente e copiosamente cadono una dopo l’altra sul manubrio, contrastano con la sensazione di claustrofobia di quelle pareti immerse nel buio. La musica e le luci basse mi proiettano già nell’autunno e nell’inverno, quando fino alla settimana scorsa le mie gambe erano abituate a pedalare tra i colli romagnoli al ritmo della musica nelle cuffiette e godendo della vista dei campi di girasole.
Sembra quasi un passaggio di consegne tra l’estate e l’autunno.
No, questa cosa non mi piace. Questa lezione non mi piace. Voglio rimanere aggrappato ancora un poco a questi scampoli d’estate.
Poi ovviamente, come tutte le vecchie abitudini, anche negli spogliatoi un simpatico ritorno della smemoria del gatto.
Non le calze, non le mutande, ma bensì….(rullo di tamburi)….l’accappatoio!!!!
Facendo quindi come quelli di Faenza, mi asciugo il sudore con l’asciugamaninoinoino usato durante la lezione e mi rimetto simpaticamente i miei stracci per correre a casa per una meritata doccia rinfrescante.
Mi sembrava di essere tornato ai tempi della scuola, quando dopo un’ora di ginnastica, non sapendo cosa fosse la doccia (il bagno si faceva rigorosamente solo alla domenica mattina) si ritornava in classe con quel bell’odore di umanità che tanto doveva piacere agli insegnanti.