Domani parte l’estate. Almeno per me.
E non mi importa se i metereologi continuano a dire che non è vero. E non mi importa se il cielo è grigio e pieno d’acqua e quel cazzo di plaid sul letto continua ad essere necessario.
Io da domani inizio la mia estate.
Quella dei viaggi che invece che da due diventano di tre ore. Quella degli aperitivi da Gustavino. Quella del mare che oggi fa cagare come ieri e che se prendi il pedalò per andare al largo fa cagare ugualmente però chi se ne frega. Quello della racchetta sotto l’ombrellone che tanto prima o poi serve. Quella degli asciugamani nella cabina e delle infradito. Quella delle piade romagnole che sono più sottili. Quella della birretta dopo la partita e questo giro lo offro io. Quella degli stradelli guelfi per evitare il traffico del rientro. Quella della crema al caffè o del caffè schecckerato, con due C e un po’ di bayleys. Quella dei lucchetti sulle biciclette che sembrano cancelli, ma con quei cancelli si va a ballare al Marano. Quella del gelato da panna e cioccolato, che se anche ha una fila di 30 persone val la pena aspettare un po’. Quella del libro che finalmente incomincio a leggere e delle cuffiette nelle orecchie. Quello delle creme solari, meglio se alte, perchè tanto ho tutta un’estate per abbronzarmi. Quella dei tatuaggi con l’hennè che fa figo e costa poco, e poi lo può fare anche sylvestrino. Quella del “mi presti la scala che la pallina è finita sulle cabine?”. Quella dei piedi bagnati pieni di sabbia e degli occhiali da sole. Quelli delle nuotate fino alla boa e ritorno, ogni 100 bracciate però mi fermo a riposare. Quella delle mangiate di pesce a Vallugola, guardando il tramonto sul mare che solo da li si riesce a vedere sull’adriatico. Quelle della notte rosa e delle notti in bianco, tanto domani si dorme sul lettino in spiaggia. Quella delle corse la mattina e del bombolone come ricompensa, dei giri in bici (ma quest anno vediamo) e dei roller sul lungomare tanto per fare un po’ il figo. Quella del “questa è l’ora migliore per stare in spiaggia, ma se ordinassimo le pizze?”
L’inverno è stato lungo. I criceti hanno lavorato tanto. Non so se si fermeranno da domani, ma almeno vedranno il mare.