L’unica mia esperienza in gara era alla Stramilano. 6.000 atleti tutti supertecnici e concentrati.
Qua mi sono trovato a San Leo, un carinissimo borgo medievale sulle colline romagnole con altri 150 persone in pantaloncini corti, che magari in maniera più goliardica erano ugualmente preparati per correre verso San Marino.
Nell’altrimetria avevo visto una sorta di elettrocardiogramma, senza pensare che sarebbe potuto essere il mio, prima dell’appiattimento totale.
Si parte in dicesa, al gran galoppo come se avessero liberato la mandria….ma dopo 50o metri….la prima salita.
Minchia…oltre due kilometri di salita in cui le gambe incominciano a capire cosa vuol dire correre in ascesa. Al kilometro tre penso già “ma chi me l’ha fatto fare”.
Il gruppo si sgrana….se alla Stramilano avevo sempre qualcuno accanto per affollamento, qui si formano voragini tra un concorrente e l’altro.
Poi si scende, e poi si sale, poi si scende e poi si sale….ma quante caxxo di salite ci sono.
In discesa si vola, anche se bisogna controllare il movimento, per non rischiare di cadere o di farsi male. In salita si arranca…io ho sempre corso (memore delle parole di Murakami), ma in tanti camminavano.
Però il paesaggio era fantastico. Il silenzio (ero senza cuffie), rotto solo dal fiatone di chi si/ti superava. L’odore era quello dei campi, quello del fieno tagliato e del concime appena buttato.
E a chiedere “ma sai se ci sono ancora salite?”….o “quanto manca al prossimo ristoro?”…perchè mio padre me l’ha sempre detto….bevi sempre, magari poco ma sempre, non saltarne nemmeno uno.
E i kilometri che lentamente o velocemente (dipende se in salita o discesa) passano….e le gambe che gridano…perchè il fiato invece quello c’era.
E ogni tanto a voltarsi per timore di vedere l’ambulanza “scopa” che chiudeva il gruppo.
E poi la discesa finale, il pelato più giovane che mi supera ad un kilometro e io che lo risupero in vista del traguardo….il solito sborone.
E lo speaker che urla il mio nome aizzato dagli amici che sono venuti a fare il tifo…meno male che avevo chiesto loro di mantenere un profilo basso visto che lottavo per non arrivare ultimo.
E Sylvestrino che sul traguardo mi sorride da dietro la transenna.
E l’acido lattico che tre giorni dopo continua a farmi fare le scale come un robot.
Certo, non ne ho lasciati indietro molti….ma qualcuno si….e pure più giovani!
Però non penso di rifarla….la salita non fa per me.
http://www.smtvsanmarino.sm/video/sport/rashid-benhamdane-domina-ecopanoramica-due-santi-09-06-2013