Ripubblico un post che scrissi nel 2010. Sono passati tre anni ma è ancora terribilmente attuale.
Rileggerlo forse può farmi bene.
Chi ha visto il film saprà la storia. Lui non può avere una vita “normale” perchè al posto delle mani ha delle lame taglienti e invece di dispensare carezze, rischia di rifilare rasoiate alle persone che gli sono più care, per cui si chiude in se stesso e rifiuta qualsiasi relazione con gli altri. Ecco…..io sono come lui. Solo che i danni non li faccio con le mani ma con le parole, quelle dette e quelle scritte. A volte riesco ad essere terribilmente feroce anche con persone a cui tengo (se non ci tenessi non mi porrei il problema). Lo faccio in maniera più o meno inconsapevole, ma lo faccio. Per carità, non cado nel turpiloquio o nel greve, ma utilizzo parole o faccio cose che feriscono terribilmente persone a me care e che non se lo meriterebbero. Io non sono stato sempre così, tanto più che io mi sono definito (e continuo erroneamente a definirmi) uno troppo buono. Lo sono stato per i mie primi 40 anni. Se mi aggredivano porgevo l’altra guancia, se c’era un conflitto deponevo per primo le armi. Poi sono cambiato. Probabilmente l’ho fatto nel momento in cui sono entrato in questo condominio, prima come delfino e poi come gatto, ma qui ho acquistato una “pericolosa” consapevolezza del mio valore. Sono diventato meno tollerante e meno accondiscendente e ho incominciato a “tirarmela”. Sulla mia vita privata gli effetti sono stati devastanti. Non lo avessi fatto forse questa mattina avrei accompagnato io mio figlio a scuola. Forse però questo è il prezzo da pagare per vivere e non per sopravvivere. Io oggi vivo. Le emozioni che provo, siano esser positive o negative, sono 100 volte più intense rispetto a quelle della mia vita precedente. Mi relaziono di più con gli altri. Ho eliminato l’orso che era in me. Però ci sono effetti collaterali…..le mani di forbice. Di solito quando accade riesco ad esserne consapevole dopo qualche giorno e a tentare di rimediare, ma ormai il danno è fatto. Le ferite ci sono, possono magari guarire ma le cicatrici rimangono. La verità è che non sono la “bella” persona che spesso descrivo in queste pagine. Qui disegno solo la parte di me migliore. Una persona che mi sta molto a cuore, molto schiettamente mi definisce “bastardo”. Mi sa che ha ragione. Qualcuno ha della cenere da darmi?