Archivi del mese: febbraio 2014

A parte questo, tutto bene.

In ordine cronologico

– piove

-ho portato l’auto a riparare per una stupidata e forse me la ridaranno solo domani

– Sylvestrino non sta bene e la mamma è corsa a casa per portarlo dal piedatra (nulla di grave fortunatamente)

– Una mia collaboratrice ha mandato a fan culo un direttore

– sono andato dal direttore in questione a fare i negoziati di pace

– per far questo la corsa che avevo previsto a pranzo è saltata….e si che io adoro correre sotto la pioggia

…e ho ancora tutto il pomeriggio davanti.

A parte questo comunque tutto bene.

stress

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Una sera col mio papà, Dave e Martin…

Io non ci volevo proprio andare. Si lo so, lui me l’aveva chiesto non so quante volte nelle ultime settimane e io tutte le volte gli avevo detto di si. Però sabato mattina, quando ho capito che la sera sarei dovuto andare con lui a vedere i Depeche Mode mi è preso lo sconforto.

Me li ha fatti sentire la mattina mentre facevo i compiti e li ho trovati proprio noiosi, vecchi. Ma come facevano a piacermi questi qua?

Però lui ci teneva così tanto per cui ho smesso di fare l’antipatico e l’ho seguito buono buono senza fare altre battute che si stava già innervosendo.

Prima di entrare siamo andati da McDonald, dove davanti ad un Crispy Mcbacon abbiamo fatto un patto. Io gli avrei tenuto compagnia durante il concerto dei DM e lui avrebbe fatto altrettanto con me a quello dei One direction o di Fedez. Il patto è stato sugellato (si dirà così?) con un brindisi fatto con la coca cola.

Ci avviamo a piedi al palazzetto e qui scopriamo che per entrare c’è una coda luuuuuunghisssssssima….Mio padre incomincia ad essere nervoso, non so se perchè temesse di fare tardi per l’inizio o perchè aveva lasciato il cappotto in macchina e tremasse dal freddo.

Fatto sta che dopo una mezz’oretta riusciamo ad entrare. Visto che era con me a lui non lo hanno nemmeno perquisito, per cui tutto contento si vantava di essere riuscito a portarsi dentro una bottiglietta d’acqua (mio papà si accontenta di poco).

Appena entrati mi ha fatto un po’ impressione tutta quella gente. Si è vero, c’ero stato già 4 anni fa, ma francamente non mi ricordo niente di quella serata per cui mi sembra tutto una novità.

Visto che mio padre non è riuscito a trovare i biglietti per sedersi, capisco che il fatto che io sia alto un metro e 45 rappresenterà un bel problema. Gli propongo quindi di stare in fondo e ben distanti, così qualcosa dovrei riuscire a vederla pure io.

L’attesa a quel punto non è nemmeno lunga, e la passo a giocare col suo telefonino.

Poi a un certo punto la musica si alza, così come tutte le persone che erano sedute….le luci si spengono e tutti incominciano ad urlare.

Mio padre non capisce più un tubo. Incomincia a scattare foto come un deficente col telefonino che tanto non si vede nulla, ma come vi ho già detto, si accontenta di poco lui.

Quando inizia la musica però mi piace. E’ alta, le luci sono belle e le immagini sugli schermi rendono il tutto fighissimo.

Come quei cani in Precious, oppure quelle donne rinchiuse nella scatola di vetro.

Dave incomincia a cantare le canzoni una dopo l’altra. Qualcuna la conosco pure io e mi ritrovo a battere le mani e a ballare come il mio papà e tutti gli altri.

Dave però mi sembra un po’ strano. Ad un certo punto incomincia a passarsi l’asta del microfono in mezzo alle gambe come se ci volesse fare sesso…”papà ma Dave è gay?”.  Tra l’altro, quando finisce di cantare le sue canzoni continua a dire Fuck you (non thank you come dice mio padre), ma la gente urla ugualmente.

Le ragazze sembrano proprio impazzire per lui…e ci credo, Martin è proprio bruttino e gli altri non se li fila nessuno.

Insomma, il concerto mi è proprio piaciuto. Poi quando hanno fatto quella canzone, quella che mio padre diceva che ballava quando era ragazzo con il suo amico, mi sono scatenato pure io. Anzi, alla fine, quando Dave, sudatissimo, ci ha chiesto ci cantare in coro un sacco di oohhhh  ooohhhh, mi ci sono messo con tutta la voce che avevo…tanto che la sera sono tornato a casa completamente afono.

Anche Enjoy the silence, walking in my shoes e qualche altra che non mi ricordo il titolo mi sono piaciute. Con Personal Jesus c’ero rimasto un po’ male all’inizio perchè la facevano leeeentissima….poi però hanno cambiato marcia e ho sentito un gran bel pezzo rock.

Anche quelle cantate da Martin non erano male, anche se un po’ lente per i miei gusti.

Con l’ultima, Never let me down again, mi sono ritrovato a muovere le braccia a destra e sinistra, come in una lezione di aerobica, però mi sono divertito veramente un sacco.

Ho anche convinto mio padre a comprarmi una maglietta che stamattina porterò a scuola, così che tutti i miei compagni vedano che sono andato ad un concerto “per grandi” sabato scorso.

Adesso però devo dire a mio padre se mi mette nella mia playlist quella canzone…

Sylvestrino

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Prepariamoci per loro

Sabato li vedrò per l’ennesima volta.

Sylvestrino sarà con me…per la seconda volta.

Ormai ha cambiato i suoi gusti musicali, gli piace il rap o il pop.

Confido però che le prime note di Welcome to my world possano fargli cambiare idea e tornare al primo imprinting che gli ho dato ancora ai tempi della scuola materna…

Oh…mala che vada ci faremo una scopracciata di schifezze da Mcdonald prima del concerto.

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inquietudine

quella che ti prende quando durante l’ecocardio la dottoressa, che tra l’altro comprendevo a fatica perchè non di madre lingua italiana (penso brasiliana), ti dice:

Seee tutobe ma ci sò picoli segna che bisognerè vedè mejo pechè no vorei che co sbalzidipressioji un giorno viene ischemi e cuore fa bum (mimando il gesto col pugno chiuso verso l’alto come per un’esplosione)

cuore-malato

 

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m&m’s

Dolci pensieri…ma grassie 🙂

Ora però me li pappo…

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il lupo perde il pelo…

Rimasi un po’ perplesso, quando telefonando per prenotare quell’esame l’operatore mi disse, prima di chiudere la telefonata….”ah, si ricordi di presentarsi rasato”.

Ecco, se c’è una cosa di cui sono sempre andato fiero è la mia pelliccetta sul petto. Non qualcosa di esagerato, sia chiaro, nulla che somigli a Lucio Dalla tanto per fare paragoni…però quel tappetino, morbido morbido, un po’ sale e un po’ pepe, mi ha sempre riempito di vanitoso orgoglio.

Stasera l’ho fatto.

Ho letto bene le istruzioni, mi sono cosparso quella crema dall’odore nauseabondo, ho aspettato 5 minuti e poi mi sono buttato sotto la doccia.

‘na schifezza…un mapazzone….un ritocchino quindi col rasoio…e tutto il petto, a toccarlo, sembra la pelle di un maialino.

A questo punto dobbiamo consolarci con il vizio.

PS: questo post, volutamente, va in onda senza l’ausilio di immagini.

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in pratica una gang bang

Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore;
il dottore si ammalò:
ambarabà ciccì coccò!

Ora pensiamoci bene…abbiamo a che fare con la figlia del dottore che notoriamente è zoccola, ma anche contorsionista, perchè fare l’amore con tre uccelli stando su un comò non è impresa facile.

Ovvio che suo padre, entrando in camera e vedendo quella sessione di gang bang con la figlia e tre uccelli, gli piglia un colpo ammalandosi…

Comunque a-star-fuo-ri-toc-ca-pro-prio-a-te….

tre civette

 

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Pensieri lavorativi del venerdì

A volte ci si sente sopraffatti dagli eventi.

E’ così che un progetto che ti piace, lentamente diventa un gomitolo aggrovigliato di cui non si trova il capo. La strada diventa un pantano in cui i piedi sprofondano.

Sei sempre stato abituato ai progetti, ormai non sei più di primo pelo. Sai come si guidano, sai come individuare le insidie, motivare i collaboratori, coltivare le relazioni per portarli in porto.

Poi però un bel giorno, ti ritrovi con questo che è diventato un fardello pesante, che fa vacillare anche le tue certezze trasformandole in dubbi.

Hai paura di aver preso la vacca per le balle, dicono dalle mie parti.

Cancella tutto. Resetta. Pensa positivo e torna a guidare questo cazzo di progetto…non sarà mica un po’ di fango a spaventarti, no?

fango

 

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…delle coccole e dei capelli

Mia madre mi ha sempre tagliato i capelli. Era una parrucchiera, di quelle che non si ammalava mai, ma nel caso solo di lunedì.

Finchè ero piccolo me li tagliava in negozio, dove tra l’altro mi teneva quando uscivo dall’asilo e mi facevo leggere le storie di Topolino in braccio alle sue clienti. Lo faceva la sera, prima di chiudere con la cler tirata giù a metà per evitare che qualche cliente ne approfittasse per una piega fuori orario.

Poi ha iniziato a tagliarmeli a casa, perchè da adolescente mi imbarazzava andare in un parrucchiere da donna.

Lo ha sempre fatto. Solo due volte sono andato da un barbiere. La prima volta fu qualche giorno prima che partissi per il militare. Fino ad allora li avevo sempre portati lunghi…avete presente Branduardi? Si rifiutò letteralmente di tagliarmi almeno 20 cm. di chioma. Poi se ne fece una ragione e da li riprese a curarmeli anche se avevo la stessa capigliatura di Bennato quando incominciò ad imborghesirsi.

Le seconda circa vent’anni fa, quando decisi un ulteriore salto di livello e volli portarli corti corti corti…a spazzola. Anche in quel caso mi consigliò di andare da uno specialista perchè lei non se la sentiva.

Poi, anche da quella volta, se ne fece una ragione e incominciò ad usare il rasoio elettrico anche sulla mia testa.

Oggi continua a farlo. Io e mio padre siamo rimasti i suoi unici fedeli clienti, però penso che sia uno dei suoi modi per continuare a coccolarci un po’. Passa il rasoio, poi le forbici e con le mani, un po’ tremolanti, accarezza delicatamente la cute, alla ricerca di qualche capello ribelle. Lo fa guardandomi dal grande specchio del bagno, facendo un po’ fatica nel mettere a fuoco alternativamente i capelli vicini e lo specchio più lontano.

Stasera quando sono andato a cena dai miei, come sempre avviene il lunedì, prima mia mamma mi ha mostrato l’esito della biopsia, poi il cerotto che le hanno messo per quella ciste che le hanno tolto e infine mi ha ricordato i prossimi esami che dovrà fare in ospedale. L’ho lasciata parlare, abbiamo commentato insieme, l’ho consolata un po’, visto che è sempre giù di corda, e poi le ho chiesto pimpante, anche per cambiar discorso:

“Mà, non è che stasera mi tagli i capelli?”

Lei mi ha sorriso sorniona rispondendo…”avevo già messo il rasoio in carica”.

Ora mi sto accarezzando la cute…sembra velluto.

parrucchiera

edoardo bennato w la mamma

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Diario di una giornata da sfigatto

Ore 9,30 – Visita medica per l’idoneità sportiva.

Dovrebbe essere una formalità, invece il medico mi trova della extrasistole al cuore. Non mi da l’idoneità…ma non si preoccupi, nel 99% dei casi poi non troviamo niente... e mi rimanda ad ulteriori esami.

Ore 11 – In ufficio un mio collaboratore viene a sapere del mio problema e mi confessa che anche lui lo ha avuto.

Uguale uguale a te….

Ah si? E come è andata?

Male. Alla fine non mi hanno dato l’OK.  (è bello avere dei collaboratori positivi con te)

Ore 14,30 – Il mio capo mi vuole parlare.

Sai Sylvestro, su quel progetto che stai seguendo, vorrei che ti affiancasse anche Bugs Bunny. Così ti da una mano.

Io che sono paranoico leggo…incomincio ad affiancarti uno che poi metto al tuo posto, e non solo sul progetto. Sarò paranoico ma è assolutamente verosimile.

Ore 15 – Riunione di avanzamento su un altro progetto. Problemi a non finire. Sudo freddo.

Ore 19,20 – Corro trafilato al centro sportivo e mi cambio per la mia lezione di beach tennis. Indosso i calzini in neoprene che evidentemente non erano acora asciutti… sento….sciack – sciack

Ore 19,30 – Mi presento per la mia lezione con le zampette in umido. Non è il solito giorno perchè dovevo recuperare la settimana in cui non c’ero stato e avevo preso il turno di un altro.

Il mio insegnante…ma tu che ci fai a quest’ora? Non ti hanno detto che dovevi venire alle 21? 

No (sgrunt)

Ore 22,20 – Mancano 10 minuti alla fine della lezione. Sono in battuta e sento una fitta al quadricipite…ahi…o è uno stiramento o una contrattura. Nel primo caso addio alla maratona di Ferrara…ma tanto magari non mi danno nemmeno il permesso per farla. Esco comunque dal campo zoppicando e smoccolando.

Ore 22,40 – Vado a prendere l’auto per uscire dal parcheggio del centro sportivo…ma non era qui il tagliandino del parcheggio? Eppure ero sicuro…ma dove cazzarola è finito !  (sgrunt)

Ora, so che sono tutti episodi che presi singolarmente non destano assolutamente preoccupazione (a parte il colloquio col mio capo). Però il 6 febbraio non sarà certo da me ricordato con un più sul calendario….

Ma chi è che aveva detto che i gemelli avranno un 2014 da favola?

 

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