Mio padre ieri ha compiuto gli anni…66, ma ne dimostra anche meno.
Mio padre l’ho conosciuto quando ero piccolo, dovevo avere 12 o 13 anni. Non deve essere stato facile per lui. Un trentenne che si prende una donna divorziata e per di più con un figlio quasi adolescente nel pacchetto.
Mi è stato simpatico fin da subito. Magro, coi baffi, alto, in realtà non più di tanto ma all’epoca, così magro, mi sembrava molto più alto.
Giocava con me a subbuteo e metteva allegria…e io e mia mamma ne avevamo bisogno.
Mio padre mi ha fatto conoscere la musica…Bennato, Dalla, i Rolling Stones e i Beatles…nell”82 mi portò al concerto degli Stones a Torino. Un’esperienza indimenticabile. Io e lui, in treno, il giorno dopo la finale di coppa del mondo appena vinta.
Andammo in treno perchè mio padre non ha la patente. Si è sempre rifiutato di prenderla, dice che le persone quando sono alla guida vanno fuori di testa. So già che questo un giorno creerà qualche problema, ma per il momento ha costretto mia mamma a portare sempre la macchina.
Mio padre tiene al Milan (nessuno è perfetto), ma non è mai riuscito a convincermi a cambiare squadra.
Mio padre è sempre stato un simpaticone. Non perchè racconti barzellette o cose del genere, però ha quasi sempre il sorriso sulle labbra e un grande senso dell’ironia. Mio padre è sempre stato simpatico ai miei amici, che a loro veniva sempre spontaneo dargli del tu.
Mio padre non l’ho mai visto piangere…tranne quella volta. Mia mamma era ancora sotto anestesia e il dottore ci disse che le cose non andavano bene…questione di qualche mese, furono le sue parole. A volte sbagliano anche loro. Mi ricordo che lo abbracciai e lo lasciai piangere sulla mia spalla. Mi sentivo un po’ goffo…non sono mai stato tanto bravo ad abbracciare gli altri.
Mio padre è cresciuto in una casa di ringhiera e all’oratorio. Quante serate abbiamo passato coi suoi racconti di quando era ragazzo…che poi non era neanche tanti anni prima.
Mio padre è milanese, con un tipico cognome milanese e un nome adatto a lui, Angelo.
Mio padre la sera spegneva la TV e ci faceva ascoltare la radio quando eravamo a tavola, così parlavamo.
Mio padre, quando avevo 14/15 anni, mi portava coi suoi amici a pescare di notte. In realtà di pesci ne prendevano pochi, ma penso si divertissero ugualmente fumando quelle sigarette che si facevano loro.
Mio padre lavorava all’ufficio acquisti. Era un sindacalista. Non c’era uno sciopero, un corteo, una manifestazione che si perdesse. Faceva delle lotte terribili col direttore del personale…però quando si sono salutati prima di andare in pensione penso si sia commosso.
Mio padre, quando ero piccolo, convinse mia madre a girare l’Italia in tenda. Imparai tanto in quegli anni, anche a dormire per terra che trovavo divertente.
Mio padre in cucina è meglio lasciarlo perdere. Il sabato, quando io ero a casa da scuola e mia madre era al lavoro, cucinava lui…preparava il suo piatto forte…tonno fagioli e cipolla.
Mio padre è adorato da suo nipote. Quando Sylvestrino viene a milano, passano le giornate in cortile a giocare a qualsiasi cosa. Mio figlio si diverte perchè il nonno gli insegna un sacco di parolacce. Anche gli amichetti di Sylvestrino vanno pazzi per mio padre.
Dimenticavo…mio padre corre, correva…anzi no…adesso sta riprendendo a correre. Io lo prendo in giro perchè ho fatto due maratone e lui solo una, ma quella che ha fatto l’ha corsa a oltre cinquant’anni e ci ha impiegato quasi un’ora in meno di me. Ora mi allena…
Ringrazio Diamanta per avermi stimolato nel piacevole esercizio. Chissà se un giorno o l’altro mio padre non leggerà questo post.
