Archivi del mese: ottobre 2014

Voglia di fuga

Sono talmente messo male che mi accontenterei di quella con la U. Una bella fuga, via, in un altro paese, lontano da tutti e da tutto.

Le mie giornate in ufficio sembrano bollettini di guerra. Per meglio seguire il progetto di cui sono a capo abbiamo costituito una war room, ma termine fu più appropriato.

A questo si aggiunge il cambiamento organizzativo che sto facendo nella mia area e che sta generando tensioni. Dovrei avere il tempo per parlare bene e con calma a tutte le persone coinvolte. Mi rendo conto invece di fare degli incontri in fretta e furia, senza prepararmi come vorrei e come dovrei.

Sono centrifugato dalle riunioni. A ogni riunione esco con qualcosa da fare. A ogni riunione devo giungere con qualcosa di fatto.

Poi ci sono le riunioni che indico e che guido io.

Stasera era drammatica. Quella nella war room.

Mancano due settimane alla partenza e le falle da riparare sono ancora molte. Gli sviluppatori annaspano, sfoderano il loro miglior sguardo bovino in risposta alle mie domande.

Io mi alzo, passeggio per la stanza, passando davanti al proiettore che proietta i dati che non mi piacciono. Cerco di trovare delle soluzioni e nel farlo cerco di farmi ispirare dai film per riuscire a trovare il modo per venirne fuori. Stasera mi sono venute in mente queste due scene….rigorosamente in ordine di sequenza:

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Alba

Pensavo di parlare un po’ dei miei problemi al lavoro. Questo blog è sempre stato una bella valvola di sfogo.

Non lo farò invece.

La mia riflessione andrà, tanto per cambiare, alla corsa.

Sempre più spesso corro di prima mattina.

Oggi però l’ora legale mi ha premesso di godermi uno spettacolo incredibile.

Alba al parco nord

Correvo già da 40 minuti quando ho scattato questa foto col melafonino. Certo, ho dovuto fermarmi per qualche secondo per poterla fare, interrompendo il mio allenamento. Però ne valeva la pena. Mi ha fatto venire in mente questa massima:

Ogni mattina in Africa, quando sorge il sole una gazzella si sveglia, sà che dovrà correre più del leone o verrà uccisa.
Ogni mattina in Africa, quando sorge il sole un leone si sveglia, sà che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame.
Ma io li frego tutti e due e quando il sole sorge sto già tornando dalla mia corsa….tiè !

(cit. personale)

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La rabbia e la corsa

Non me ne voglia la Fallaci per aver parafrasato il titolo del suo libro, ma stasera ho avuto l’ennesima riprova che quando sono incazzato corro di più.

https://ilgattosyl.files.wordpress.com/2014/10/49278-how-to-make-your-computer-run-faster.jpg

 

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Il saggio dubita spesso e cambia idea.

Lo stupido è ostinato, non ha dubbi. Conosce tutto fuorché la sua ignoranza. 

Akhenaton

Oggi devo essermi dimostrato decisamente saggio, visto che sono riuscito a cambiare idea due volte nel giro di poche ore. Non perchè mi girasse così, per carità, ma ascoltando il contributo dei miei colleghi e collaboratori.

Certo, avrei potuto aspettare. Ma non mi sembrava la soluzione migliore, quella attendista.

Mi rendo però conto di non aver dato di me un’immagine decisa e autorevole. Ma intestardirmi su una decisione piuttosto che sull’altra, solo per non smentirmi, sarebbe stato, a mio parere, peggio.

Lui cosa avrebbe fatto?

 

E voi?

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Correre a 300 all’ora

E’ questa la sensazione che ho in questo periodo, quella di correre sempre al limite.

Corro la mattina quando vado in ufficio. Ultimamente uso anche un navigatore sul telefonino che mi segnala in tempo reale il traffico suggerendomi le strade alternative per farmi risparmiare qualche minuto.

Corro per prendermi un caffè coi colleghi…se non devo andare direttamente in qualche riunione saltando il rito mattutino.

Corro da una riunione all’altra, domani ne ho 7 in agenda….record stagionale.

Corro in mensa, anzi scelgo (ne ho due a disposizione) quella che ha meno fila per perdere meno tempo.

Corro a fare la spesa, appena in tempo prima che la signorina dagli altorparlanti ricordi alla gentile clientela che il supermercato sta chiudendo.

Corro per andare a cena dai miei il lunedì, quando arrivo e il piatto è già in tavola.

Corro il martedì sera ai miei allenamenti di beach tennis.

Corro per tornare da Sylvestrino il venerdì sera (ma quando sono con lui mi fermo) e corro per tornare a Milano il lunedì mattina, giusto in tempo per la prima riunione.

Corro corro corro…sempre mille cose da fare da pensare da studiare.

Ormai penso che anche la mia corsa vera, quella con le scarpette, non sia altro che un allenamento per correre sempre di più.

Ultimamente, visto la difficoltà di farlo durante la pausa pranzo o la sera, ho iniziato a correre anche la mattina, quando è ancora buio. Perchè la gazzella e il leone inizieranno pure a correre quando sorge il sole, ma io li fotto iniziando prima ancora.

Mi sento come un pilota di motogp. Concentrato, sempre al limite. Se rallentassi rischierei di deconcentrarmi e di cadere. In questo modo invece sento l’adrenalina che scorre ma allo stesso tempo sono padrone delle mie traiettorie. Le disegno, le modello, con la gomma posteriore che pattina sotto il comando della manopola dell’acceleratore.

Mi sento invincibile, so di non esserlo, ma ora mi sento così.

Non mi capita sempre di lavorare, di vivere, a questi ritmi. Però, di solito, quando sono sotto pressione rendo meglio, molto più di quando posso permettermi ritmi più blandi.

Aspetto già il momento in cui il mio corpo mi chiederà il conto, magari con una bella influenza e un po’ di febbre che mi metterà a letto un paio di giorni, il suo modo per tirare il freno, per non andare fuori giri.

Ma per ora corro….e ora scusatemi ma devo dare gas.

 

 

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Missione compiuta…o quasi.

Ho portato a termine il mio compito di lepre. Il mio socio ha migliorato di 10 minuti il suo personale, anche se non sono riuscito, per un paio di minuti, a fargli finire la mezza maratona nel tempo obiettivo che ci eravamo dati.

Però questo mi ha permesso di godermi meglio la corsa, correre più rilassato, ascoltare gli incitamenti del pubblico, battere il cinque ai moltissimi bambini che assistevano alla corsa.

Il ritmo, non al limite una volta tanto, mi consentiva di parlare, di incitare e spronare il mio compagno di viaggio, facendomi calare perfettamente nel mio nuovo ruolo di coach.

Il passaggio a Modena poi è stato veramente bello, soprattutto quando siamo passati nel cortile dell’accademia militare, coi cadetti che applaudivano e la banda che suonava.

Finiti poi i primi 21 chilometri, ho lasciato il mio socio al rifornimento di fine gara e mi sono proiettato per il mio traguardo, quello dei 33.

Mi sono trovato una nuova compagna di viaggio, una simpatica podista che stava preparando la sua prima maratona, e siamo andati di paripasso quasi fino all’arrivo. Quasi perchè la stanchezza, in conclusione, un po’ si è fatta sentire e negli ultimi 2/3 km, le ho dovuto cedere qualche decina di metri.

Comunque una bella domenica e un bell’allenamento…e ora avanti con la preparazione.

 

IMG_4203

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Corri che ti passa. Cronache di una lepre di 90 chili.

Domenica torno a mettermi un pettorale. Lo faccio su una distanza “strana”, circa 33 km.

E’ per me un allenamento in vista di fine novembre, ma allo stesso tempo anche un “lavoro”.

Devo fare la lepre (non in salmì). Un mio amico, neofita delle corse (ammetto, l’ho rovinato io) deve fare la sua mezza in un certo tempo. Io lo dovrò condurre a quel traguardo e poi mi concederò il lusso di gestirmi come meglio credo i chilometri successivi.

Oltre tre ore di corsa per (non) pensare troppo, correndo liberamente.

 

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Ci risiamo

Odio questa riunione. Parlo di quella col direttore del personale, un ruolo che non invidio per nulla, per parlare di budget.

La odio perchè la conosco bene. Cambiano gli interlocutori, ma non gli strumenti.

Si perchè non stiamo parlando di powerpoint, di excelle, ma di mannaia. Si, anche se non si vede, è quello lo strumento che viene utilizzato in questa riunione.

E se anche non si vede, io è il sangue che vedo scorrere, come se ci fosse un macellaio o un integralista dell’Isis.

Si parla di organizzazione, si parla di obiettivi e crudelmente i nomi, quelli di battesimo dei miei collaboratori, diventano numeri, saving, opportunità da cogliere.

E’ li che interviene la mannaia. Non il bisturi, che già da solo può far danni se non usato bene. Qui è l’accetta, la mannaia.

Provi a combattere, provi a difendere, ma se esageri diventi tu il primo obiettivo da eliminare, se già non lo sei.

Sono mesi che sto lavorando a questo progetto di riorganizzazione e sono mesi che ho la sensazione di scavarmi la fossa da solo.

Ma a quello oggi non ci penso. Penso a quei nomi, quelli su cui il direttore del risorse umane, umanamente ha messo una linea sopra.

E penso sempre di non aver fatto abbastanza. Di non aver spiegato meglio perchè quei nomi e quei cognomi in realtà servono.

File:Giuseppe Cruciani impugna mannaia.jpg

 

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Sapevo che sarebbe successo

Il mio cassetto dei calzini è la perfetta metafora della mia vita.

Il caos più totale.

Metti la fretta, metti un po’ di confusione mentale, metti il raffreddore che ti intontisce (in realtà rappresenta per me una grave malattia da cui ogni volta sopravvivo miracolosamente)…fatto sta che stamattina ho preso un calzino blu e uno nero…che tra l’altro come accostamento di colori è per me decisamente urticante.

Fortuna che erano tutti occupati a guardare il mio occhio da Quasimodo e non si sono accorti…

calzini spaiati

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