Parlo di lui, il mio padre biologico, quello di cui più volte ho parlato in questo blog.
E’ tornato alla carica, tramite facebook, messanger….ha provato a chiamarmi quando ovviamente ero in riunione lasciandomi un messaggio vocale e alla fine l’ho richiamato io.
Ammetto, il telefono mi pesava molto prima di comporre quel numero…e il dialogo che ho avuto con lui non era da meno.
“Ciao sono Dino” (non più “tuo padre”)”
Come stai non sembrava adatto…come stai lo chiedi a qualcuno che conosci, che non vedi da qualche tempo…con lui non ci stava.
“mi fa strano parlare con te…sono passati oltre 30 anni…”
“mi spiace essere sparito, vorrei parlare con te, mi piacerebbe incontrarti, guardandoci in faccia, magari potremmo incontrarci una domenica…”
“mhhh lo vedo difficile, nei weekend non sono a milano…”
“beh magari in un’altra occasione, a me già fa piacere essere riuscito a sentire la tua voce. So che sarai arrabbiato con me per come sono sparito…”
“ma dove abiti?”
” A Sesto, in via matteotti, ho sempre abitato li”
Ho aperto google maps digitando il mio indirizzo di casa e il suo. A piedi sono 2,8km. Per oltre 30 anni ho avuto il mio padre biologico, di cui non sapevo che fine avesse fatto, a duevirgolaotto chilometri da casa mia. Stamattina, tanto per avere avere un’idea ne ho corsi 10.
La telefonata è stata abbastanza breve, qualche minuto soltanto. Ha parlato più lui di me, con un tono di voce ancora brillante, che non mi aspettavo da un 76enne. Anzi mi ha detto che lavora ancora. Non guida più i camion ma un furgone per fare consegne. “Lavoro ancora per non pensare” mi ha detto.
Che poi a me capita il contrario.
Forse lavorare gli ha proprio impedito di pensare, in tutti questi anni.