Archivi del mese: luglio 2016

oggi va così

Giornate pesanti in ufficio. Il cambio della proprietà sta amplificando le paure, l’ansia, lo stress.

Il nervosismo è palpabile. Lo vedo e lo sento. Il mio capo, i colleghi…cerco di non farmi coinvolgere ma è una partita persa.

Oggi va così. Vedo nero.

I problemi mi sembra PROBLEMI, gli incontri mi sembrano scontri. Il telefono incute timore perché portatore di sole.

Mi sembra di avere mille cose da fare. Che non sono diverse dalle mille di ieri, ma oggi mi sembrano di più.

Mi piacerebbe potermi dedicare a quelle attività scaccia pensieri. Quelle che ti permettono di non pensare, di indossare la faccia “mucca al pascolo”.  Avete presente?

Ero in mensa prima, da solo, e pensavo al piano B. Cosa potrei fare? Cosa VORREI fare?

So che vorrei essere altrove, ma non qui.

Poi torni in ufficio e pensi al preventivo urgente, alla tabella da compilare, alla telefonata con quello delle HR…

E si che stamattina sono andato a correre. Di solito sudare prima delle 7 mi permette di affrontare meglio la giornata.

Ma oggi va così…

 

 

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Delle serate indimenticabili e dei vecchi compagni di viaggio

Ieri sera ho portato tutto il mio ex gruppo di colleghi fuori a cena. Da settimana prossima cominceranno i loro trasferimenti nelle nuove sedi e non avremo più modo di vederci e frequentarci almeno giornalmente.

Dopo tanti anni passati con loro ci tenevo proprio a organizzare una serata così.

Ci sono stati sorrisi, risate, un po’ di commozione…mi hanno preparato un bellissimo “libro” con foto e aneddoti in cui mi prendevano un po’ in giro. Le richieste di aumenti che si trasformavano in aumenti di lavoro, o il mio “sleng” tecnico da supercazzola nelle riunioni…cose così insomma.

Andavo in giro per i tavoli, un po’ come una sposa al banchetto nunziale, per parlare con tutti, ricordare i tanti momenti condivisi, guardarli negli occhi da vicino e far comprendere loro quanto mi mancheranno. Molti di loro sono anche stati inconsapevoli protagonisti di molti miei post, ma questo non lo sapranno mai.

In ogni momento della serata mi ripetevo quanto sia stato fortunato a guidare un gruppo così. E così come ho ancora impresso nei miei ricordi la cena della maturità, quella dell’ultima notte di militare, o l’addio al celibato…anche questa serata avrà un posto speciale nel mio cuore.

E poi dicono che è solo lavoro…

 

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cronaca di questi giorni di vacanza – seconda parte

…e poi dovevo prendere il sole. Cosa che ho fatto solo in parte perchè ho beccato i tre giorni più sfigati del mese. Pioggia, vento, mareggiata…stare in spiaggia era pressochè impossibile. Però mi sono abbronzato lo stesso.

Poi sabato c’era la gara coi go-kart. Sylvestrino si è defilato, a lui non piacciono queste cose adrenaliniche. Io invece non vedevo l’ora. Infilare il casco, salire sul gokart e andare a tutta manetta. C’era da fare prima le prove e poi la gara. Nelle prove sono andato in testa coda, ottenendo un mediocre piazzamento sulla griglia. In gara poi, nella foga di recuperare….sono andato nuovamente in testa coda….insomma una debacle. Meno male che con un autovettura sotto il sedere guido un po’ meglio.

A correre ci sono andato un paio di volte. Sempre bello farlo sul lungo mare. Certo, faccio ancora fatica a correre come vorrei…però ho corso, in compagnia di amici e di mio padre che ormai è pienamente attivo.

Poi qua e la, birre, spritz, prosecco, leggendo un libro (non l’ho ancora finito) e guardando cosa succedeva a milano. Già…mentre ero via sono stato ufficialmente comprato. Se in qualche modo l’avevo scampata con la Mondadori, ora tutta la baracca è stata comprata dal patron del Torino. Vita dura per i gobbi come me…

Scherzi a parte sto rivivendo gli stessi dubbi e le medesime incertezze che ho vissuto l’anno scorso. Cosa succederà? Che ne sarà di noi, di me?

Nel frattempo devo affrontare il nervosismo, oltre che mio del mio capo e di tutti i manager che vedono avvicinarsi l’onda lunga di uno tzunami di cui non sappiamo quali conseguenze si porterà dietro.

Piccola nota positiva per finire questa seconda puntata del racconto. Sylvestrino, mentre ero già a milano, ha giocato un torneo di beach tennis, vincendolo. Mi è spiaciuto non essere li a vederlo, però l’ho sentito proprio soddisfatto al telefono. Ora sta pensando di fare agonismo l’anno prossimo, mettendo un po’ da parte la sua scherma. Un po’ mi spiace perchè mi ero affezionato a quello sport nobile di cui non sapevo pressochè nulla, ma l’importante è che faccia lui quello che si sente, divertendosi e imparando a crescere anche con lo sport, qualunque esso sia.

 mareggiata

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cronaca di questi giorni di vacanza – parte prima

Partiamo con il concerto. Mika in quel di Piazzola sul Brenta. Certo 12 mesi fa ero a Imola per gli Ac/dc e il salto è notevole. Però alla fine si è rivelato un concerto divertente. Poi lui mi piace è un bel personaggio, una sorta di Forrest Gump della musica. La voce in ogni caso notevole ma la parte più divertente erano i siparietti tra un brano e l’altro coi suoi monologhi in quell’italiano alla Stanlio e Ollio…Piacevole davvero.

Poi c’è stato il torneo di beach tennis padri-figli con Sylvestrino. Siamo andati un po’ spavaldi, forse troppo, salvo accorgersi che di coppie “toste” ce n’erano parecchie. Per una strana formula che non vi annoio nel descrivere ci siamo trovati nella partita finale del girone ad un bivio. Se vincevamo passavamo agli scontri diretti con quelli bravi mentre se perdavamo andavamo al tabellone di quelli un po’ più scarsi. Li ho compiuto il mio errore. Quell’incontro lo stavamo vincendo agilmente quando a sylvestrino è venuto in mente che forse era meglio perdere per accedere al tabellone più facile e fare qualche partita in più invece che vincere e rischiare di essere eliminati alla partita successiva. Io gli ho detto di non pensare a macchiavellici ragionamenti e di giocare per vincere come sempre…però non devo essere stato abbastanza efficace. Abbiamo perso un po’ di convinzione e questo è bastato per sbagliare qualche punto di troppo e andare al tie-break perdendo sul fil di lana.

Ai turni successivi, come d copione abbiamo vinto abbastanza agilmente fino alla finalina dove abbiamo incontrato una coppia tosta…e un po’ stronza, almeno il padre. Visto che gli adulti non potevano schiacciare per regolamento, loro due giocavano sistematicamente su di me. Niente di irregolare per carità, ma dal punto di vista del fair-play non erano certo un gran modello. Poi erano abbastanza sgodevoli nei commenti sui punti vinti e persi…insomma a Sylvestrino è scesa la catena. Non ha toccato praticamente mai palla mentre io invece correvo avanti e indietro come una trottola sfinito nelle energie. Anche un paio di punti dubbi che i nostri avversari ci hanno chiamato fuori invece di rigiocare il punto (come avviene nei punti dubbi) non ha deposto a favore della simpatia del duo che avevamo di fronte. Hanno vinto al tie-break…e ho dovuto convincere Sylvestrino a dare sportivamente la mano a fine incontro anche se non ne aveva la minima intenzione.

E’ esperienza di vita anche questa per lui, come per me. A scuola, nello sport, nel lavoro o tra gli amici, lo stronzo c’è sempre. E bisogna imparare ad affrontarlo…e anche a saper perdere se capita.

Il giorno dopo invece avevi io il torneo “dei grandi”, dove però io e il mio socio abbiamo collezzionato una serie di inevitabili batoste. Non che avessimo particolari velleità per carità…cero che ogni volta ci accorgiamo che il gap di capacità tra il nostro gioco e quello dei riccionesi e veramente notevole. Anche qui però poco male…abbiamo giocato facendo del nostro meglio…e poi la piadina che facevano al bar era proprio buona.

Le giornate di ferie sono proseguite…ma per le mie personali regole mi sono già dilungato fin troppo in un solo post, per cui proseguirò la cronaca prossimamente…

to be continued

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Salve risponde la segreteria del gatto sylvestro

Sono momentaneamente assente.

Devo:

  • vedere un concerto
  • giocare due tornedi di beach tennis
  • prendere il sole
  • correre un po’
  • leggere un libro
  • partecipare ad un gran premio di go-kart
  • mangiare come se non ci fosse un domani
  • bere qualche ettolitro di birra e/o prosecco

Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico….

Biiiiip

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La consapevolezza di se stessi

Leggendo alcuni post, su FB o su WP mi vengono pensieri stranamente meno idioti del solito tipo:

“A me non me ne frega niente di ciò che pensano gli altri”

Ecco, a prima vista sembra un pensiero figo, di qualcuno che è forte, determinato. Ma siamo sicuri che sia giusto?

Quasi tutti odiano i giudizi. Odiano darli e odiano riceverli. Ma forse sono l’unico modo per colpire il tallone di Achille di molti di noi, l’auto consapevolezza.

Penso sia nella natura umana tendere a sopravvalutarsi, a enfatizzare i propri pregi e minimizzare i propri difetti. Però è solo il confronto con gli altri, il famoso giudizio, quello che a volte ti riporta coi piedi per terra.

Gli altri, se spinti da onestà intellettuale e senza secondi fini, avranno una miglior visione del tuo comportamento, di ciò che dici. Spesso sono in forte contraddizione con ciò che pensi.

Magari in buona fede, tu pensi di fare o dire una cosa giusta o fatta bene e invece il risultato ottenuto è molto lontano dalla realtà.

E’ così ad esempio che le coppie vanno in crisi, che le amicizie si perdono, che le carriere non decollano…comportamenti incosapevoli che però sono ben visibili agli occhi altrui. Spesso di dice “dare per scontato”…ecco forse è questo. Nella mia testa penso di essere gentile, premuroso, preparato, adeguato…e invece i miei comportamenti tradiscono un comportamento diverso.

“Col tempo è cambiato”. Forse si…o forse si è solo uno dei tanti ignoranti di se stessi.

Ecco perchè fregarsene del giudizio degli altri potrebbe non essere una buona idea. Più corretto sarebbe ascoltarli quei giudizi e poi, se lo riteniamo giusto, comportarsi diversamente da quello che gli altri vorrebbero…questa si che sarebbe determinazione.

Dite la verità…meglio quando parlo di corsa vero?  😉

autoconsapevolezza

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Dell’empatia e delle piccole soddisfazioni

Oggi riunione col direttore di divisione.

Si parla di costi industriali, di prodotto…c’è anche quello degli acquisti che spacca i maroni.

Come sempre bisogna essere cerchiabottiani…risparmiare ma senza sputtanare il prodotto.

Tengo il pallino in mano (no non ho le mani in tasca) tutto il tempo. “potremmo fare così e poi così…magari uniformando quello e migliorando qull’altro….”

Parlo sicuro, convincente, catturando la giusta attenzione.

Devo coniugare gli obiettivi degli acquisti (risparmiare risparmiare risparmiare) con quello del direttore di divisone (dobbiamo curare il prodotto).

Ci riesco.

Avevo un paio di obiettivi nella mia mente e li raggiungo entrambi. Il tutto in scioltezza, sorridendo, facendo il brillante….

Penso che il trucco sia stato di riuscire ad entrare in empatia con i diversi interlocutori.

Esco dalla riunione soddisfatto. La pagnotta l’ho portata a casa per oggi.

Ci voleva, ultimamente non avevo molte soddisfazioni.

Il mio capo nelle valutazioni della scorsa settimana so già che sarà stato severo con me. Ecco con lui non sono mai riuscito ad entrare in sintonia.

Me ne farò una ragione.

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