Almeno per un paio di giorni, quelli che mi serviranno per essere tra coloro che in scarpette pantaloncini e maglietta zompetteranno sul ponte Vasco de Gama.
Al mio capo, con cui ho appena avuto un ruvido confronto, ci penserò da martedì prossimo.
Almeno per un paio di giorni, quelli che mi serviranno per essere tra coloro che in scarpette pantaloncini e maglietta zompetteranno sul ponte Vasco de Gama.
Al mio capo, con cui ho appena avuto un ruvido confronto, ci penserò da martedì prossimo.
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Sempre il mio capo e sempre per lo stesso motivo.
Mi sta tenendo nascosto alla nuova proprietà. E’ come se non esitessi. Gli preparo il compito e lui recita la mia parte.
“c’è un’altra guerra in sala riunioni
da cui comunque tu resti fuori”
Ecco, questo brano del Liga mi calza a pennello in questo periodo.
Stasera ancora un’altra volta in maniera spudorata. Riunione con me alle 17 e poi lui va in quella che conta alle 18….ovviamente senza nemmeno pensare di portarmi con lui.
Inutile dire che il tema della riunione ha a che fare pesantemente col lavoro che faccio e non poter esprimere pubblicamente la mia idea (stanno pensando di fare una minchiata colossale) lo trovo frustrante.
Mi girano i coglioni, c’è poco da fare.
Però devo rimanere lucido, riflettere, cosa posso fare, cosa è meglio che faccia o che dica…e pensare pure al piano B.
Analizziamo i rischi e le opportunità:
RISCHI
OPPORTUNITA’
Ho la fortuna di fare un lavoro che dopo tanti anni mi piace ancora da morire…ma il contesto in cui lo svolgo vanifica tutto l’entusiasmo che ci posso mettere. Tra l’altro con un tempismo perfetto l’inps l’altro giorno mi ha scritto. Nel 2035 potrò meritatamente andare in pensione. Addirittura con un piccolo sconto potrei farlo nel 2033. Che vuoi che sia…17 anni passano in un baleno.
Meno male che:
Al resto ci pensiamo domani.
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NDR: post pallosissimo se non vi frega un tubo della corsa
Già, apro il file excelle dove tengo ordinatamente tutti i risultati delle mie gare e annoto mestamente anche quello di domenica scorsa.
Pure stavolta, sia pur di poco, non sono riuscito a stare sotto le due ore. Meno di 12 mesi fa, a compiere la stessa distanza, impiegavo oltre 10 minuti in meno…(sospiro)…altri tempi.
Meno male che non vado alle olimpiadi, sarei capitato proprio nell’anno NO.
E’ vero, faceva caldo, avrò perso due o tre litri d’acqua durante la corsa…però speravo un filo meglio.
Molto fa la testa, lo so. Non tanto in gara (anche se conta anche li) quanto nella preparazione. Sono mesi che mi pesa allenarmi e se manca l’entusiasmo non mi alleno bene, non faccio i “lavori”, magari faccio un km in meno piuttosto che uno in più del previsto…e i 4 allenamenti la settimana li ho fatti ben poche volte, e poi in vacanza allenarsi era oggettivamente complicato…insomma signor giudice, invoco le attenuanti generiche.
Certo, l’aver tolto la regina come obiettivo per quest’anno ha smorzato molto l’entusiasmo. Se fossi bravo dovrei rimettermela tra i prossimi obiettivi, magari già in primavera…però faccio così fatica a farne 21 che l’idea di fare lunghi ancora più lunghi (gioco di parole) mi fa venire la nausea.
Meglio procedere a piccoli passi, un po’ alla giornata, magari tentando di migliorarmi un po’ già dalla prossima, la mia prima all’estero.
Archivio comunque con piacere la mia fatica di domenica. Bologna è sempre bella da correre e c’è stata l’occasione di farlo con mio padre (anche se l’ho perso dopo solo due km…ma lui ne faceva solo 10), e con amici.
E ora basta su…a nanna che domani mattina voglio vedere l’alba zampettando in maglietta e pantaloncini.
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Tra il primo e il secondo spettacolo.
Sul lavoro tante incognite e poche certezze. Tra queste quella che il mio capo è viscido…vuole apparire per quello che non è e fa, scrive, dice, cose che non mai fatto, scritto o detto prima. Non mi sorprende però.
Io sono un po’ defilato, coperto appunto da lui. Ma non me la prendo più di tanto.
Ed è questo che più mi fa riflettere. Dovrei incazzarmi, fremere, agire…e invece nulla. Faccio il mio lavoro come se nulla fosse (e tutto sommato anche bene), ma senza voglia, senza ambizioni, senza passione.
E se guardo a tutto il resto non è che la situazione sia diversa.
Dicono che a 50 anni la vita ricomincia…ma devo essere in quella fase, tra il primo e il secondo spettacolo, quando lo schermo è spento, le luci accese e in sala c’è il silenzio.
Faccio fatica anche a correre. Non ne ho voglia, non ho obiettivi stimolanti. Mi alleno meno di quello che dovrei e non appena esco di casa non vedo l’ora di tornare.
E ciò nonostante domenica tornerò a mettere un pettorale…ma così, senza obiettivi…in attesa che cominci lo spettacolo dopo.
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