Ogni sera, quando finisco la mia giornata lavorativa spengo il computer e ogni sera, quando ciò avviene, il computer mi da un messaggio che ammetto ho sempre sottovalutato.
Stai a vedere che c’ha ragione lui…
Ogni sera, quando finisco la mia giornata lavorativa spengo il computer e ogni sera, quando ciò avviene, il computer mi da un messaggio che ammetto ho sempre sottovalutato.
Stai a vedere che c’ha ragione lui…
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Ho avuto la fortuna di vederlo in teatro diverse volte. Mio padre mi ha fatto amare la sua ironia anche quando le battute non le capivo proprio tutte.
Non ho condiviso la sua scelta politica negli ultimi anni, ma rimane comunque un grande uomo di teatro e non solo.
Due le foto che mi rimangono in mente di lui, entrambe della fine anni ’70 o giù di li.
Palazzina Liberty di Milano, in largo Marinai d’Italia, dove Dario Fo aveva la sede della sua comune teatrale.
Paghiamo il biglietto, entriamo e lui è li che strappa i biglietti all’ingresso della sala e indicandoci dove accomodarci. Una volta finito, si avvia verso il palco e inizia lo spettacolo.
Penso che nemmeno nei teatri parrocchiali gli attori abbiano questa umiltà.
La seconda invece è a Sesto San Giovanni, allora la Leningrado d’Italia.
Inizia lo spettacolo, uno dei suoi tanti monologhi recitato coi pantaloni grigi e il dolcevita nero come abito teatrale. Anche in questo modo, senza assistenti, senza musica, era in grado di tenere il palcoscenico per ore.
Dopo un quarto d’ora arriva in platea una coppia trafelata in evidente e imbarazzato ritardo. Lui si ferma, li fa accomodare e in 30 secondi ricapitola velocemente a loro (e nostro) uso il primo quarto d’ora di spettacolo, e va avanti, ovviamente tra gli applausi scroscianti del pubblico.
Ecco, so che ha vinto il Nobel, ha fatto dell’arte e dell’impegno politico la sua missione e ci sono mille e mille motivi per ricordarlo.
Il mio è questo.
Al lavoro nessuna novità. No news good news? Mah, in questo caso non penso…però ho talmente tanto da fare che almeno riesco a non farmi prendere troppo dallo sconforto. Certo il problema è quando torni a casa e ti metti a letto…e i pensieri cominciano a prendere forma.
Venerdì ho provato a prendere i biglietti per i Coldplay…inutilmente. Qualcuno ha due biglietti che avanzano?
Nel weekend invece ho dato una mano a Sylvestrino coi compiti. Penso abbia bisogno di metodo…passa le ore a studiare e non memorizza nulla. Ho provato a convincerlo a farsi degli schemini riassuntivi. Abbiamo letto insieme quelle 6 pagine dedicate all’unità d’Italia…Mazzini, Garibaldi, gli austriaci cattivi…e poi vai coi gli schemini. Quando “gli ho provato” la lezione se ne ricordava molto meglio. Forse l’ho convinto che 10 minuti in più all’inizio permettono di far risparmiare un sacco di tempo dopo…
C’erano però anche gli esercizi di geometria. “ma no papà, quelli li ho già fatti!”. “va beh dai diamoci un’occhiata”. Ecco…ce ne fosse stato uno giusto. Statisticamente se avesse dato delle risposte a caso ne avrebbe azzeccate di più. Ed ecco quindi che il professor Sylvestro ritorna in cattedra a spiegare come i centri di due cerchi tangenti alla linea r in A, formino una retta perpedicolare alla retta stessa…
Oh, a me divertono un sacco questi problemi….meglio della settimana enigmistica.
E veniamo a stasera…bidono per cena mio padre e vado al supermarket a fare la spesa. Prendo degli spaghetti di soia e dei ravioli al vapore…ho voglia di cinese, anche se la coop forse non è certo la scelta migliore.
Poi vado a casa, schiaffo tutto nel microonde e vado a cercare quella salsa di soia che mi ricordo era da qualche parte la dietro nella dispensa….ah eccola qui. Et voilà…una bella annaffiata che mi piace….ma che odore forte che ha…fammi vedere la scadenza? Azz..non ci vedo un cavolo…il 2 e lo 0 ci sono….anche lo 0 alla fine…è quello in mezzo che non riesco a capire se è un 2 o un 1….insomma…scade nel 2020 o è scaduta nel 2010?
Va beh…intanto fammi mangiare i miei ravioli….
Inutile dirvi qual era la data, vero?
Se non mi leggete più….è stato bello conoscervi.
PS: la foto l’ho scelta solo per le splendide camicie…
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A questo pensavo mentre percorrevo i primi km sul ponte dopo la partenza. Il colpo d’occhio era incredibile. Migliaia di runners che correvano e una vista sulla città, fantastica.
La corsa è andata bene. Ho fatto il mio, ne più ne meno in considerazione del mio attuale stato di forma.
Ma non era l’aspetto sportivo quello che mi interessava di più.
Mi piaceva tornare in una città che avevo già avuto modo di apprezzare.
Mi è piaciuta l’organizzazione, impeccabile.
Bella la partenza su quel ponte e bello l’arrivo fra due ali di folla che incitavano tutti i finisher.
Col Baccalà ho fatto scorta per un po’…buono ma ora basta, anche se con il vinho verde ci stava alla grande.
E delle pasteis de nata ne vogliamo parlare?
Bella la zona expò dove eravamo e dove si svolgeva la corsa. Bella quella vecchia coi suoi caratteristici tram che vanno su e giù per la collina.
Entusiasmante correre con gente di tutto il mondo e sentirsi in qualche modo rappresentanti dell’Italia…mi sono anche dipinto la bandiera sul viso.
Insomma per 48 ho staccato veramente la spina e mei sono goduto questo bel weekend.
Poi sono tornato in ufficio….
Ps: riuscite a riconoscermi?
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