A caldo…

E’ basso, un po’ più basso di me. Però in forma, a 77 anni continua a fare un lavoro abbastanza pesante…“se mi fermassi di lavorare morirei”, mi ha detto. I capelli sono ancora folti e neri…“sai me li tingo da solo”.

“Dopo tua mamma non ho voluto più legarmi più di tanto con una donna ne tantomeno avere dei figli. Con “questa” (non ha mai pronunciato il suo nome) mi trovo bene, cucina per me, mi tiene la casa in ordine”….ecco, questo è stato il biglietto da visita del mio padre biologico.

Non che ne avessi bisogno, ma mi sono bastati pochi istanti per capire che se da una parte, avevo forse sofferto la sua mancanza da piccolo, dall’altra è stata la mia fortuna e ovviamente di mia madre.

Non provavo risentimento nei suoi confronti e sono sempre stato cordiale e sorridente. Lui era felicissimo di vedermi. Probabilmente un sogno che coltivava da tempo…meno comunque degli oltre 30 anni che ha lasciato passare dall’ultima volta che mi ha visto.

Ha parlato molto, più lui di me. Mi ha raccontato che mia madre a un certo punto non ha voluto che si facesse più vedere da me…gli ho risposto che se lo ha fatto avrà avuto una valida ragione (e la sapevo) ma che comunque i 18 anni li ho compiuti qualche decennio fa…se avesse voluto comunque contattarmi avrebbe avuto la possibilità. In fin dei conti ho scoperto che in questi ultimi 30 anni non abbiamo mai abitato a più di 4 o 5 chilometri di distanza l’un l’altro.

Ha incassato il colpo…non si è aggrappato sui vetri accampando scuse…“ho condotto una vita facendo una marea di cazzate…e questa è probabilmente la più grossa. Sapevo di te da una vicina di casa di tua mamma (mai saputo) e sapevo che stavate bene…non me la sono sentita…e poi col tempo ho visto che nemmeno tu mi hai cercato”. “Si certo…non ne avevo bisogno, visto che un padre comunque l’ho avuto e non ne avevo certo bisogno di un altro”

Ho avuto la conferma che non ho fratelli (ma già lo sapevo) e che ho numerosi zii e cugini di cui ignoravo l’esistenza. “Anzi,sarebbe una festa potersi rivedere tutti insieme anche con te…sai abbiamo tutti lo stesso cognome”. “Non so, non penso…per me quel cognome è stato solo un cognome fino ad oggi…”.

Cordialità si, ma non gliele ho certo mandate a dire.

Nessuna commozione da parte mia, se non un attimo quando gli ho parlato degli ultimi tempi di mamma.

Un selfie insieme…così può mostrarlo ai fratelli e alle sorelle..ha voluto vedere le foto di suo nipote (un po’ in effetti ci somiglia)…ha insisitito per pagare il conto…

Alla fine c’è stato meno imbarazzo di quel che pensavo…però la consapevolezza di aver passato una serata con un estraneo.

Ora devo metabolizzare…

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36 commenti

Archiviato in figli, il gatto syl, me myself and I

36 risposte a “A caldo…

  1. E una cosa tua, non mi esprimo.

    Ma col cavolo, mi vedi che non mi esprimo io!? 😛

    Quindi se non vuoi sapere fermati qui e non andare oltre a leggere. Potrebbe anche non piacerti.

    Sicuro?

    Sicuro di voler leggere?

    Oh, basta ultima volta poi non te lo chiedo più.

    Vabbè lo scrivo.

    Un uomo che chiama “questa” la donna che gli fa da badante a sua insaputa, convinta di esser la su acompagna, mi fa venire in mente se avrà mai chiamato “quella” tua madre e “questo” te.

    Eh ma lo sai che io son stronza e dura con le persone che verso la fine della loro vita, scoprono tutti quei valori che non hanno cacato per una vita intera… e poi vige sempre la regola non guardare come si comportano con te, ma come si comportano con gli altri, perchè quello è il loro atteggiamento nella vita.

    Eh niente a me quel: “Con “questa” mi trovo bene, cucina per me, mi tiene la casa in ordine” ha perso…

  2. Syl…che dire…difficile esprimersi. Ora metabolizza e prendi le tue decisioni, la vita è la tua… Anche se un domani sylvestrino potrebbe avere la curiosità di vederlo. Un abbraccio amico. PS. Io e te sembriamo due incompiuti… Tanto lo sappiamo che i cinema di Milano non scappano vero?

  3. Sylvestrino, già. Ho conosciuto persone che hanno mosso mari e monti per riuscire a conoscere il nonno biologico: credo faccia parte dei bisogni umani essenziali.

  4. Silvia

    No, non con un’estraneo….ma con una persona che ormai non ha più un posto nella tua vita 🙂

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  5. non dico una parola, solo tu “sai”. Però che tristezza questa cosa che “quella” si occupa di lui come fosse una bambino e non un uomo adulto.

  6. Ma poi perché ha insistito tanto? Da quello che hai raccontato non l’ho proprio capito

  7. Mi associo a Diamanta (e agli altri): quella frase nei confronti dela sua compagna denota tutta la sua pochezza, vale a dire è la più chiara e lampante dimostrazione che non è cambiato: poco o punto valeva prima, poco o punto vale ora, spessore umano prossimo allo zero.

  8. Bravo gatto …hai fatto il tuo…. , che dirti …mi sembra solo uno di quegli anziani aridi che vivono nel loro egoismo , e ce ne sono ehhh , la moglie e/o compagna del caso è più una colf che altro . Consolati ….Per fortuna non ci sono in giro solo gente come lui, tu e tua madre avete avuto la fortuna di incontrare un bravo uomo sulla vostra strada !! un abbraccio …. per la seconda volta sono orgogliona !! 😀 non farci l’abitudine

  9. Bia

    Da metabolizzare senza ombra di dubbio. Ma così, dal poco che ne dici, non mi sembra davvero che tu abbia perso qualcosa… anzi

  10. io son felice che tu lo abbia visto, poi che ti abbia lasciato poco e niente questo incontro, va bene uguale, intanto ora potrai dire: non ho provato quasi nulla, e di sicuro mio padre non sei tu! ma almeno sai che volto ha.
    la cosa di cui puoi segretamente ringraziarlo e che grazie a metà di lui, ci sei tu, e questa è una grande cosa Syl!

  11. rossella

    Tanti cuori, Gatto… (fai come se li avessi disegnati). Un abbraccio, sei grande.

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