Archivi del mese: settembre 2018

Mettiamo che…

Mettiamo che io guadagni, che so, 2.000 euro al mese. Però ci devo pagare l’affitto, la spesa, le bollette e tutto il resto.

Alla fine io me mia moglie ci possiamo permettere di uscire ogni tanto, di andare a fare un paio di settimane al mare in agosto e poco altro, perchè alla fine, di quei 2.000 euro, ben pochi ne rimangono in casa.

Però vorrei cambiar casa. Ne ho vista una bellissima, in centro, che sarebbe perfetta…certo, l’affitto invece di essere di 800 euro diventerebbe di 1.200, ma vuoi mettere?

La moglie saggia, che tiene i cordoni della spesa mi fa notare che, certo, sarebbe bella, ma non ce lo possiamo permettere. Al massimo, se proprio vogliamo, potremmo trovarne una un pochino più grande, che invece di 800 ci costi 900 euro al mese.

“Ma va la…sempre li a pensare ai soldi. Che problema c’è. Andiamo in banca e ci facciamo fare un prestito.”

“Si ma poi oltre alle varie spese, si aggiungono anche gli interessi del prestito. Guarda che davvero non ce la possiamo fare.”

“E piantala di pensare sempre ai soldi Italia (dimenticavo, si chiama così mia moglie). Vuoi mettere che figata abitare in centro?”

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Complici (una canzone al giorno)

Perchè è la canzone più bella che sto ascoltando in questo periodo.

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Flashdance – Maniac (una canzone al giorno)

Perchè è dalle 9 di questa mattina che sto correndo….

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La stella più fragile dell’universo

Non conoscevo questa canzone, ma me l’ha fatta conoscere, a sua insaputa, Sylvestrino. E io che pensavo ascoltasse solo rapper truzzi.

E mi piace sapere che a 15 anni, non abbia paura di parlare d’amore. Guai se non fosse così.

“Che poi l’amore se in fondo ci pensi È l’unico appiglio in un mondo di mostri”

 

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Una canzone al giorno

Coi propositi sono bravo come quelli che lastricano (ma si userà come verbo?) le strade di buone intenzioni.

Però voglio provare a perseguirne uno. Non tanto impegnativo ma che richiede, se fatto come ce l’ho in mente, un minimo di costanza.

Vorrei postare una canzone al giorno (weekend esclusi). Una canzone che possa raccontare un momento della mia giornata, un pensiero, o magari assolutamente nulla.

Scopo di questo proposito? Nessuno, se non quello di trovare un modo per parlare, pardon, scrivere, con voi.

Partiamo coi Queen. Visto che stasera ho fatto una lezione di spinning veramente tosta. Spinning ormai, da quando ho ripreso con la palestra, rappresenta il mio pezzo forte. Sudo, ci do dentro, fatico, ma non scoppierò mai per una lezione di spinnig.

Però stasera, con il running di Mimmo (era la prima volta che pedalavo con lui) ci sono andato vicino.

E allora….

 

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Sono un po’ stanchino

In questi ultimi 10 giorni ho SEMPRE fatto almeno un allenamento.

Nel dettaglio ho portato a termine:

  • quattro sedute di spinning
  • tre di corsa
  • tre di cardio crossfit
  • due di pilates
  • una di nuoto

Lo spinning è il mio cavallo di battaglia, per quanto intenso, mi ritrovo sempre nella mia comfort zone. Sono padrone dell’attività e riesco a spingere quanto basta per lasciare la pozzetta di sudore a fine lezione senza farsi prendere dai crampi e senza perdere mai una battuta a tempo nella pedalata.

Con la corsa, due all’aperto e una sul tapis-roulant, pensavovo di più. Speravo che la diversificazione delle attività comunque fosse più allenante per la corsa. Invece mi ritrovo a fare piuttosto fatica con prestazioni assolutamente mediocri. 

Le sedute di cardio crossfit sono state una novità per me. Me ne avevano parlato per l’intensità con cui vengono svolte, ma non pensavo così tanto. Quando finisco l’ora sono letteralmente da raccogliere col cucchiaino. Ciò nonostante sono tra le schiappe del gruppo in quanto difficilmente riesco a completare le sequenze, durissime, di esercizi proposte dall’insegnante (i burpees me li sogno di notte). Mi manca un po’ di forza e soprattutto l’agilità necessaria. Però volta per volta mi sembra di fare qualche progresso e se non altro è un modo divertente e dinamico per fare pesi che altrimenti mi annoierebbero. Devo insistere.

Pilates è stata l’altra novità. Sicuramente le sedute più tranquille tra tutte, anche se le mie goccioline di sudore le lascio sul campo anche qui. Spero che mi aiuti con lo stiramento dei muscoli e gli addominali.

Col nuoto in effetti avrei potuto fare di più. Fatto dopo una lezione di spinning per cui la seduta è un po’ più semplice (mi sono limitato ad una quarantina di vasche fatte a  piramide con 2,4,6 8, 8,6,4,2 serie di vasche). Ovviamente ho patito quelle lunghe, dove arrivavo quasi in apnea e con le gambe che affondavano inesorabilmente. Migliorabile.

In generale sono in ogni caso soddisfatto, anche se non ho perso un chilo di peso. Spero che sia perchè i muscoli, sviluppandosi, pesino più della ciccia. In effetti mi sento comunque meglio (il riscontro ce l’ho quando mi allaccio le scarpe).

Il beach tennis, che ho ormai abbandonato, non mi manca più di tanto, anche se mi piacerebbe fare qualche partita in coppia con Sylvestrino che invece anche quest’anno farà il corso da agonista.

La corsa invece la prendo a piccole dosi, con fatica come dicevo prima. Mi mancano un po’ le gare (per la prima volta farò un anno intero senza una corsa ufficiale) la disinvoltura nel correre per 15/20km (oggi impensabile) e quel senso di eroismo che provavo quando mi allenavo alle 6 di mattina, magari sotto l’acqua o ancora al buio.

Però mi diverto e non si dica che non sfrutti pienamente l’abbonamento in palestra.

 

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…e poi c’è quello stronzo

Oggi parlerò di un personaggio della mia sfera lavorativa di cui non ho mai parlato: Il (poco) collaboratore stronzo, il collonzo.

Formalmente dipende da me, io firmo le sue ferie, i suoi permessi. Nell’organigramma del direttore del personale sono una casellina sopra di lui. Me lo sono trovato quando ho preso questo posto.

Però lui è sempre stato molto indipendente e dislocato fisicamente in un’altra sede.

E’ una testa calda (calda non era la parola che esattamente avevo in mente), però è bravo ed è un gran sgobbone. Qualità che nel tempo mi hanno convinto che tutto sommato possa lasciarlo lavorare in pace visto che i risultati li porta a casa.

Certo è pieno di se, uno di quelli che “so tutto io” e con una propensione al gioco di squadra pari a quello di un lupo solitario.

Però….(c’è sempre un però).

Il mio capo che a sua volta non scherza a stronzaggine, gli ha sempre dato il fianco. Più di una volta mi ha bypassato ascoltando e prendendo accordi direttamente con lui anche a mia insaputa.

Insomma, sono il suo capo ma non sembra, almeno non mi riconosce come tale.

Non che questo rappresenti un grosso problema per me. Ho già abbastanza cose da seguire e un team non facile da gestire. Fosse per me direi anche al mio capo che me lo togliesse dalle mie responsabilità e se ne occupasse direttamente lui.

Però a volte, quando assisto a suoi comportamenti, così autoritari anzichè autorevoli, e pieni di cattiveria….ecco, mi assale un gatto!

Perchè ne parlo? Perchè non ho ancora trovato il bandolo della matassa. Fosse per me lo prenderei a calci nel culo pur sapendo di rinunciare ad uno competente e bravo. Però ha santi in paradiso, non solo col mio capo ma anche con altri “clienti” interni.

Ma ci riuscirò.

Rimango fiducioso al detto “ciò che uno semina poi raccoglie” e prima o poi riuscirò a vederlo raccogliere tutta la merda che ha seminato.

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Festa a sorpresa

Erano più di due mesi che la stavamo preparando (io e mia moglie) ma alla fine ci è riuscita benissimo.

Sabato mio padre ha celebrato i suoi 70 anni e abbiamo pensato di trovare un modo un po’ originale per festeggiarlo.

Dopo varie soluzioni esplorate abbiamo optato per un “aperitivo rinforzato” con uno chef a domicilio invitando, ed è qui il bello, suoi amici, anche di vecchia data con cui non si vedeva da tempo, in una festa a sorpresa…a casa sua (in cortile per la precisione).

Con una scusa l’abbiamo mandato in giro con amici mentre a casa fervevano (è giusto l’imperfetto?) i preparativi.

Sullo chef dovrei fare un post ad hoc. In prima battuta ho pensato che sia un clichè che lo chef se la tiri e sia un po’ stronzo, poi però un po’ si è smollato ed è diventato anche socievole. Certo è che è stato bravissimo, lui e i suoi collaboratori, che con organizzazione quasi militare, hanno preparato in poco tempo il tutto.

Mio padre ovviamente è stato felicissimo (anche se lo ha manifestato in maniera misurata come al suo solito) e lo sono stati anche tutti gli invitati, felici di far parte di questa carrambata.

Mia mamma sono sicuro che ha apprezzato.

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Che viaggio

Sono in debito ancora di un post, quello sulle mie vacanze. Un intenso rientro mi ha impedito di mettere a terra un po’ di pensieri, ma non vorrei far passare troppo tempo per mantenere ancora fresche nella mente le immagini che ho visto.

Negli States ci ero già stato diverse volte, ma l’ultima risaliva al 2000, per cui parecchio tempo fa.

A raccontare però ho paura di risultare noioso e prolisso e non vorrei essere ne l’uno ne l’altro (ho ancora impresso nella memorie le torture delle diapositive post vacanze).

Provo invece con delle immagini, sia scritte che prese dalla mia reflex.

Ho visto, anzi ci ho camminato sopra, a un ponte che ha il doppio degli anni di quello di Genova;

Ho camminato guardando all’insù e non all’ingiù (sul cellulare) come spesso mi accade;

Ho corso felice intorno al lago del maratoneta (ho fatto due giri perchè non mi sembrava vero);

Ho visto dove sono arrivati i migranti quando i migranti erano anche i nostri nonni;

Mi sono emozionato davanti ai quadri di Van Gogh e Monet;

Ho visto le luci e i colori di una città unica al mondo;

Ho viaggiato negli autobus dove scappano tutti quelli che devono scappare nei film;

Ho visto una delle più famose università al mondo;

Ho assaggiato un cannolo siciliano, che a parte quelli siciliani, penso sia tra i più buoni che abbia mai mangiato;

Ho visto le balene danzare nell’acqua;

Ho combattuto con un aragosta (ma alla fine ho vinto);

Ho fatto il bagno nell’oceano (gelato) e poi mi sono ricordato che era dove hanno girato lo squalo;

Ho ammirato le cascate più maestose che abbia mai visto;

Ho visto un lago che sembra più grande del mare;

Sono salito sull’altissima torre della CNN e ho fatto i selfie con gli squali;

Ho visto lo spettacolo di una partita di football canadese;

Ho attraversato paesini sperduti che sembrava il far west;

Ho visto la città del potere del mondo e mi è anche piaciuta;

Ho visto il memoriale sulla guerra del vietnam e ho pensato alla canzone di John Lennon;

Ho corso sulla la scala di Rocky come un povero deficente (ma ero in ottima compagnia);

Ho mangiato da schifo, mi sono dimenticato il caffè, ma mi sono abbuffato di pancakes;

Ho percorso 250km a piedi, quasi 2.000 in auto, 400 in autobus e qualche migliaio in aereo;

Ho osservato con la mia solita curiosità le contraddizioni di un paese che è al centro del mondo nonostante il suo imbarazzante presidente;

Ho visto e fatto tantissime altre cose, ma ho già scritto il triplo di quello che avrei voluto.

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