Delle Nuvole e degli auguri di Natale

Ieri ho rivisto in TV un film con Geroge Clooney: Tra le Nuvole.

Il film mi piace un sacco anche se trasmette un’amarezza incredibile. Un uomo che per lavoro gira gli Stati uniti per licenziare gente e che per sopravvivere a questo peso taglia completamente i rapporti affettivi col resto del mondo, pur riuscendo ad essere brillante e affascinante come solo il protagonista della pellicola sa fare.

Poi incontra lei, che ha una vita molto simile alla sua. Intesa, feeling, sembra essere la donna che gli fa svoltare la vita, però….

Non so, non vorrei andare oltre per non spoilerare chi non ha ancora avuto occasione di vedere questo film. Quello che però posso dire è che mi ci sono ritrovato molto, sia in lui che in lei (no, non intendo dire che con la gonna starei bene…).

E alla fine del film, mentre le nuvole tornano ad essere protagoniste dei titoli di coda, mi ritrovo a pensare allo zainetto di cui il nostro tagliatore di teste parla nelle conferenze a cui partecipa. (…più lenti ci muoviamo, più velocemente muoriamo).

E non so per quale strano automatismo mi viene in mentre mio padre, quello naturale, di cui più volte ho parlato in questo blog.

Dopo il nostro incontro di un anno e mezzo fa non ne ho fatti seguire più altri, nonostante me li avesse chiesti.

Ora immagino proverà a telefonarmi in questi giorni, o a scrivermi. E non so cosa fare.

Educatamente rispondo o faccio quello che ha fatto lui per oltre 30 anni ignorando la chiamata?

Istintivamente sarei propenso per la prima ipotesi, ma poi ho paura che diventi un “dovere” da espletare nelle feste comandate. Ho paura che torni a chiedermi di vederci e che debba dirgli gentilmente che non voglio, che un padre ce l’ho e che non ho spazio per due nella mia vita.

Ecco perchè vorrei risvegliarmi domani al 2 di gennaio…forse troverei uno zainetto più leggero.

 

15 commenti

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15 risposte a “Delle Nuvole e degli auguri di Natale

  1. annaecamilla

    Sei già leggero, hai già deciso, non farti forzare la mano. Se il tuo cuore dice no è no! Punto e a capo. Goditi le feste!

  2. silvia

    Fai quello che senti, però rispondigli….tu non sei come lui!

  3. Potrebbe essere un compromesso accettabile rispondergli, ma qualche giorno dopo? Eviteresti di essere come lui, come dice Silvia, e allo stesso tempo romperesti la routine.

  4. Ti fai troppe seghe mentali.
    (quelle fisiche non mi pronuncio)

    La verità e che ti senti tirato (e non in quel senso) la giacchetta da te stesso.
    Da una parte senti il dovere che ci si aspetta socialmente da un figlio (anche se il padre era assente) e da una parte senti il “machicaxxosei” che ti porta dall’altra. In mezzo in senso del dovere e in qualche modo strisciante un senso di colpa pernicioso per non esser “bravo e buono”

    Padre biologico ti rimane, nonostante tutto, questo non presuppone che uno lo ami, ma magari presuppone l’andare oltre. Poi un giorno ti parlerò del mio padre biologico. E io ho avuto solo quello ahimè (o per fortuna) con cui ho un rapporto simile al tuo.

    Cosa fare? ah non so, ognuno deve scegliere per se.
    Ma se io fossi in te non aspetterei, agirei, per non avere la spada di Damocle sulla testa.
    E quindi non aspetterei una telefonata che in cui per quanto ci penso sarei sempre impreparata alle risposte. Chiamerei subito, ora, direttamente, oggi, gli direi “Ciao ti chiamo ora perchè sarò iper impegnata nei prossimi giorni e con poco tempo, quindi buone feste ecc ecc”.

    Cinque minuti, anche meno, e la giacchetta smetti di tirartela da solo, smetti le seghe mentali e ti rimane più tempo le altre 😉

  5. Bia

    approvo il suggerimento di Diamanta. Togliti il peso di dosso e procedi avanti a testa alta. Ehi, ho detto la testa! 😉

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