Archivi del mese: febbraio 2020

Dilemmi e adolescenti

Non bastava quest’anno cambiare casa con tutto quello che comporta un cambiamento del genere. Doveva mettersi pure Sylvestrino a dare da pensare.

Premessa: E’ sempre stato un ragazzo “tipico” per la sua età. Buone relazioni sociali, discreto rendimento scolastico (sia pur senza eccellere non è mai stato rimandato), buon comportamento.

Fino a dicembre sembrava tutto normale. Una buona pagella con un solo 5 e tutte le altre materie sopra. Vita sociale attiva. Insomma tutto come da copione.

Da gennaio invece abbiamo notato un decadimento nel rendimento scolastico e nelle ultime settimane anche la sua vita sociale ha subito un brusco impoverimento.

Fino a settimana scorsa quando ci ha palesato la sua volontà nel cambiare scuola (attenzione non indirizzo scolastico).

Le motivazioni che ha apportato sono apparentemente sterili. Qualche sfottò dai compagni ma senza episodi che possano essere classificati come bullismo. Inoltre una forte sofferenza verso alcuni professori, quella di italiano in modo particolare, tanto da averne una forte soggezione (ma chi non ha mai avuto qualche professore “difficile”).

Ovviamente ci siamo precipitati a parlare coi professori per capire se avessero avuto la percezione sui motivi del suo disagio. Però in nessun caso abbiamo avuto riscontri.

Ora non sto li a raccontarla più di tanto perché di elementi di valutazione ce ne sarebbero diversi. Quello che mi sto chiedendo io è però se assecondare la sua volontà, nonostante i rischi che questa cosa possa comportare (cambiare scuola a marzo vuol dire fare un salto nel vuoto, senza sapere chi si incontrerà sulla nuova strada). O al contrario decidere io per lui, forte della sensazione che lui stia facendo un errore madornale e “costringendolo” a finire almeno l’anno nella scuola attuale (tra l’altro quella attuale sarebbe a 5 minuti a piedi da casa mentre l’altra a 50 minuti di autobus).

Lui manifesta un forte disagio, soprattutto verso i compagni di scuola, senza però segnalare episodi particolari che non possano rientrare nei classici sfottò che a quell’età possono esserci. Può essere un motivo sufficiente?

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Messaggi che fanno male

“Sono un padre separato, rimasto senza lavoro e con gravissimi problemi economici. Rischio letteralmente di andare a vivere in macchina… Le chiedo gentilmente se mi puó dare l’opportunità di candidarmi per attuali posizioni aperte…”

Riceve questo messaggio sul mio profilo linkedin mi ha fatto male. In primo luogo perché ci leggo tutta la disperazione di quest’uomo e secondariamente perché nulla posso per aiutarlo.

E penso sempre che alla fine la vita è fatta tutta di sliding doors, di bivi, di scelte. Come un gigantesco flussogramma operativo che ti dice se scegli A succede questo e se scegli B succede quest’altro. Ma il problema è che non abbiamo una scelta ma ne abbiamo migliaia ed è incredibilmente facile fare una scelta sbagliata e poi magari una seconda per rimediare alla prima che si rivela ancora più deleteria e così via, fino magari ritrovarsi a scrivere mail come questa.

Io ringrazio il cielo che nelle tante scelte sbagliate che mi sono ritrovato a fare, per culo o per istinto, non mi sono ritrovato in un vicolo cieco come ques’uomo disperato.

Le auguro di uscire da quel groviglio di fili nel quale si è ritrovato legato.

Nel frattempo se sento che cercano qualcuno glielo faccio sapere.

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