Archivi del mese: febbraio 2022

Si ritorna a pedalare in palestra

Mi sono iscritto nuovamente in palestra. Dopo due anni di assenza mi è tornata la voglia soprattutto di pedalare indoor (ormai lo spinnnig lo chiamano così).

Ne ho però approfittato per cambiare un po’ soprattutto per provare qualcosa di nuovo.

Ecco quindi che dopo un po’ di ricerche (non sono molte le palestre che fanno spinning) ne ho trovata una abbastanza comoda dall’ufficio, in modo che ci possa andare anche in pausa pranzo (così evito pure la mensa che male non mi fa).

Ho iniziato questa settimana e ho già “provato” due istruttori. Che dire…ci sono un po’ di differenze rispetto alla Virgin dove andavo prima.

Proviamo a vederle:

La palestra è comoda dal punto di vista logistico. Non ha un parcheggio coperto ma soppravviverò (anche se temo i mesi caldi)

La palestra ha attrezzature di buon livello, assolutamente equiparabili a quelle della Virgin, le bike soprattutto sono identiche.

La palestra è un po’ meno da fighetti. Spogliatoi, docce, un po’ più spartani, ma non mi faccio problemi in questo.

Non ha la SPA (e a fine allenamento un giro in sauna non era malaccio), però ha anche una piscina, per cui se volessi alternare lo spinning potrei farmi anche una bella nuotata.

La sala spining ha grandi vetrate ed è illuminata a giorno. Molto diverso dal buio con le luci colorate che avevo prima, però penso sia questione di gusti.

I frequentatori sono un po’ meno fighetti rispetto a prima. Ma ci sta. Sulle bikes però il livello è un po’ più basso. Forse prima erano troppo esaltati, però era motivante “sfidarsi” con gente tosta. Ma qui forse veniamo al punto più critico…gli insegnanti.

Nello spinnig hanno un’importanza fondamentale. Soprattutto nella motivazione e nella carica che devono darti per convincerti a pedalare come un pirla per un ora sul posto sudando come un ossesso.

Quello che ho avuto lunedì è un personaggio. Sui 65 anni i capelli dread e la barbetta alla Shel Shapiro. Devo dire che era anche bravo e riusciva a darti una bella carica. Però mi faceva ridere perchè ci chiamava (soprattutto le donne) signorine, cucciole, patatine…ecco anche no.

L’altro, quello di oggi, si vede che per spirito di emulazione, si rivolgeva a noi chiamandoci “signore e signori”. Però il tono con cui spiegava gli esercizi era quello di un insegnante di matematica un po’ scazzato che deve spiegare il teorema di Pitagora in una classe delle medie. Assolutamente mono-tono. La musica commerciale anni 80, se non altro ben mixata, ma ad un volume soft e certo non adrenalinica (poi nella fase di defaticamento ha messo i Rolling Stones e i Queen…mah). Comunque se hai la panzetta, il completino tutto multi colore (quello della Mapei di diversi anni fa), forse non è il più adatto. E soprattutto…non dire “adesso alzate il sederino”, mai mai mai!!!

Insomma, un po’ mi mancano Francesco e la Emy che riuscivano a fare delle lezioni fighissime e a farti tirare fuori l’anima mentre pedalavi.

Certo il budget è diverso quindi qualcosa devi metterlo in conto.

Vediamo, per ora sto facendo una prova per un mesetto e poi vedrò il da farsi.

Corso di Spinning - Palestra New Life

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Sono passati 6 anni

Oggi come tutti gli anni, sono passato da mio padre per andare insieme a trovare la mamma. Era una bella giornata, fredda come lo possono essere tutti i primi giorni di febbraio, ma con un cielo terso ed un sole finanche fastidioso da quanto era luminoso.

Andare con mio padre al cimitero è un rituale. Ha il suo percorso, le sue tappe. Io cammino al suo fianco ma lascio che sia lui a svoltare sempre in vista di quella tomba o di quel vialetto, come fosse Caronte in quel labirinto di anime o più modernamente un navigatore silenzioso.

Da sempre, tutte le volte in cui entro in un cimitero, guardo le lapidi e leggo ossessivamente le date di nascita e quelle di morte. Compio mentalmente il calcolo degli anni in cui sono vissute quelle persone che nelle foto sono sempre sorridenti. Ricordo che da bambino avevo notato che quelli morti giovani, precocemente, avevano la foto a colore mentre gli altri in bianco e nero. Ora però non è più così. In un ambiente in cui non c’è la tecnologia, il progresso si nota solo da questi particolari.

Stamattina il silenzio era disturbato dai giardinieri che tagliavano l’erba, ma forse è stato meglio così. Faccio sempre fatica infatti a trovare delle parole da dire in queste occasioni. “Alla fine rimaniamo legati a dei ricordi e ad una foto.” mi è venuto da dire, ma non mi è sembrata una cosa bella.

Però in quella foto mia mamma è davvero bella e mi consola il fatto di poter usare il presente indicativo per dirlo.

Messa al Cimitero, lunedì 2 novembre - Comunità Pastorale Giovanni Paolo II

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