Archivi del mese: settembre 2022

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Eppure un po’ di luce si intravede

Oggi sarebbe il giorno meno indicato per intravedere la luce, però cercando bene nelle tasche della giacca, riesco a trovare un po’ di ottimismo e vedere qualche segnale positivo.

Innanzitutto Silvestrino. La cura che ha iniziato a luglio sta dando grandi risultati. In 10 settimane ha perso più di 15 chili. Sembra un miracolo, o forse lo è. Questo ovviamente comporta tutta una serie di benefici, l’autostima su tutti. Lui infatti è più tranquillo (sia pure con qualche momento con la luna di traverso), si alimenta poco per il senso di sazietà che la cura comporta, ma ciò glòi permette di non avere troppi vincoli su ciò che mangia. Ciò nonostante perde 1-2 kg la settimana. Il nostro endocrinologo è entusiasta del risultato, vuole farne una pubblicazione scientifica perché ritiene che sia un grande successo di questo approccio terapeutico. A noi ci brillano gli occhi a vedere come si stia modificando il suo corpo tornando ad indossare magliette che fino a qualche tempo fa non riusciva più a mettere.

Poi i pensieri positivi attirano altre positività, ed ecco che salta fuori un colloquio per un posto di lavoro che sembra possa avere ulteriori sviluppi. Incrociamo le dita e speriamo possa concretizzarsi più che altro per permettegli una realizzazione personale e la possibilità di conoscere nuove persone.

Ha anche iniziato a prendere lezioni di Padel. Tira con una potenza che io me la sogno. Conto di riuscire a formare coppia con lui non appena mi sarò ripreso pure io.

Ecco, per quel che mi riguarda, anche io sto andando bene col mio strappo muscolare. Rispetto alla volta scorsa i tempi di recupero sono enormemente inferiori. Ormai ho messo via le stampelle e cammino quasi normalmente. Continuo a fare terapia ed esercizi a casa per accellerare ancor di più il recupero, però non avrei mai detto di essere a questo punto dopo nemmeno un mese dall’incidente (la volta scorsa impiegai tre mesi prima di togliere le stampelle). In un impeto di entusiasmo, avevo anche chiesto al mio fisioterapista se non fosse arrivato il momento di provare a fare una corsetta sul tapis roulant. Lui mi ha guardato torvo e mi ha rimesso coi piedi per terra: “per ora non se ne parla ancora”. Ci sta, anche se sto davvero mordendo il freno, ma è solo questione di poco. Tra l’altro l’inattività mi ha fatto venire ancor più voglia di tornare a correre e pedalare, tanto che nel weekend, per non farmi mancare nulla, mi sono comprato una bella bici per scorrazzare sulle colline bolognesi non appena sarò in grado.

Insomma, l’autunno è arrivato ma a me sembra primavera.

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Un film già visto

Avrei materiale per riempire di post questo blog per un bel po’. Dalle vacanze, ai concerti, quelli visti e quelli mancati (per la prima volta non ho visto un concerto perchè…ho perso i biglietti!), alle cure di Sylvestrino e alle mille complicazioni che ho in ufficio in questi mesi.

Però poi, in una domenica mattina di fine estate, giocando a Padel, una forte fitta al polpaccio, la sensazione già vissuta di essere stato colpito da una pallina scagliata dal campo vicino e crollo disperatamente per terra consapevole che in quel preciso istante avrei iniziato un calvario già vissuto 12 anni fa.

Piango, senza ritegno, sia per il dolore che per la disperazione. Sento mancare i sensi, qualcuno chiama il 118 e dopo lunghi e interminabili minuti una sirena in avvicinamento anticipa l’arrivo degli infermieri che mi porteranno al pronto soccorso.

Un paio di flebo di plasil calmano il dolore e il medico di turno sentenzia ciò che già ero sicuro di conoscere: Sospetta lesione al gemello mediale.

Una ecografia un paio di giorni dopo confermerà lo strappo muscolare. Rispetto alla volta scorsa però so cosa NON devo fare per evitare ulteriori complicazioni. Nessuna fasciatura rigida (solo una calza compressiva), nessun riposo assoluto. Fin dai primi momenti cerco di muovere, sia pur lentamente, la caviglia per far si che il versamento causato dello strappo (una lesione di 2cm per 1 e mezzo) si possa riassorbire nel più breve tempo possibile.

Il centro di riabilitazione che mi aveva rimesso in piedi allora diventa nuovamente la mia nuova casa.

Massaggi, laser, ultrasuoni, elettrostimolazione, ginnastica attiva. Sedute lunghissime di 2/3 ore che fanno parte di un film già visto, una specie di Matrix resurrection.

Da quella domenica sono passate “solo” poco più di due settimane, però riesco già a camminare, almeno per brevi tratti, senza stampelle (allora ci misi più di tre mesi). Ho ripreso a lavorare in ufficio (perché a casa non ho mai smesso) e non vedo l’ora di riprendere a camminare, normalmente prima e a correre poi.

In molti mi hanno fatto notare che alla mia età, gli scacchi o tutt’al più il curling sarebbero più adatti. Ma io non vedo l’ora di tornare a correre e di riprendere la racchetta in mano.

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