Sogno poco. Però devo ammettere che quando sogno sono degno di un film di John Landis.
Ma bando ai preamboli e andiamo al racconto onirico:
Stavo assistendo ad una gara di cavalli, tipo palio di Siena tanto per intenderci. Peccato che questa gara si svolgesse all’interno di un appartamento. Per carità, non era certo un bilocale, anzi, direi più una villetta. Però il percorso, delimitato da canapi con tanto di spettatori ad assistere, si sviluppava tra la cucina e il salotto, con tanto di escursione in taverna. Però quadrupedi e fantini erano davvero bravi a districarsi tra mobili e suppellettili, affrontando finanche le ripidi scale per il passaggio di fronte al caminetto.
Ma la cosa curiosa, a dire il vero, era vedere il padrone di casa preoccupato, non tanto per le condizioni della sua dimora dopo il gran premio ippico, quanto per il fatto che la sua “macchinetta applicatarghetteallecoppe” si fosse improvvisamente guastata, mettendo in imbarazzo la cerimonia di premiazione.
Ma qui, il mio lato problem solver è venuto fuori, consigliando all’angosciato organizzatore, di provare ad usare il vinavil per incollare le targhette alle coppe.
Il suo sorriso pieno di gratitudine è stata l’ultima immagine fissata nella mia mente prima che la mia sveglia mi riportasse sulla terra.
E si che non erano poi molti quei peperoni che mi aveva preparato mio padre a cena.
Mi alzo all’alba per fare un lungo senza patire troppo il caldo, anche se in questo periodo sembra una facezia pensarlo.
Cuffiette in testa, playlist “energy”, obiettivo 15 km campestri.
Stavo anche abbastanza bene…i kilometri alla fine saranno 4 in più…
Mancano due kilometri a casa. Nell’ultima parte del mio giro inserisco delle ripetute….allunghi ad un ritmo più veloce per poi tornare al mio solito passo…incomincio ad essere in affanno…respiro a bocca aperta per immagazinare quanto più ossigneo possibile da mandare ai polmoni…nelle cuffie i Sex Pistol cantano la loro versione di My Way…e io corro sempre più veloce…quando….
Quando una vespa, o un ape o sa il cavolo cosa…decide di andare a visitare la grotta di Sylvestro infilandosi dritta dritta nella mia gola.
Mi fermo…ho i conati (spero non leggiate questo post dopo pranzo)…in realtà tento anche di provocarmeli per buttar fuori l’indesiderato ospite…lei (perchè sono sicuro che era una femmina) niente…anzi…mi punge. Sento distintamente la puntura proprio nella trachea…la bastarda…provo a sputare…a rimettere…mi caccio due dita in bocca…ma niente.
Non ho nemmeno con me da bere.
Inghiotto il tutto e riprendo a correre…sperando che non mi si gonfi la gola.
Mi viene da pensare alla sua morte atroce, risucchiata viva dai miei succhi gastrici…però cazzo se l’è cercata lei.
Sono rimasto tutto il giorno con un antipatico raschino in gola…un po’ di tosse…però non si è gonfiato nulla…anzi no…mi si è gonfiato un occhio…ma non penso sia per colpa sua.
Al ritorno il commento di mio figlio: “chissà che male quando andrai in bagno…”
Spiego meglio. All’interno di un network locale abbastanza importante che c’è a milano, ci sono dei canali tematici che vengono trasmessi sul digitale terrestre (ma bisogna andare molto in la col telecomando) o via internet.
Uno di questi è dedicato alla tecnologia (peccato ce n’era uno dedicato alla cucina che sembrava interessante) e in modo particolare mi hanno invitato per parlare di editoria digitale.
Il massimo delle apparizioni in TV che avevo finora fatto era la panoramica della partenza della Stramilano quando ero ragazzo per cui confesso che ero abbastanza curioso di capire di che si trattava.
Arriviamo, io, il mio collega e il giornalista che ci aveva contattato in maniera abbastanza roccambolesca (lo sciopero dei mezzi ci ha costretto a cercare in fretta e furia un taxi a metà strada).
Subito la firma della liberatoria e poi miniriunione per vedere la scaletta e conoscere la conduttrice.
Ecco, la conduttrice merita un piccolo approfondimento. Tanto carina quanto brava e simpatica. Ci ha messo a nostro agio senza tirarsela per nulla, anzi, visti i tagli che anche da quelle parti sono arrivati, si occupa lei di preparare i sottotitoli (quando mi ha chiesto cosa volevo come sottopancia mi sono sentito un po’ in imbarazzo, poi mi ha spiegato che voleva solo sapere che dicitura doveva comparire mentre mi avrebbero inquadrato), ricercare i video da lanciare durante la diretta, i collegamenti ai siti e impostare le inquadrature e gli stacchi con la regia.
Insomma un vero e proprio jolly tuttofare…e non fate i maliziosi.
Poi siamo andati nella sala di registrazione e li siamo rimasti un po’ delusi. Era grande quanto si e no la cameretta di silvetrino, le telecamere erano automatiche senza cameramen e gli sgabelli su cui ci saremmo dovuti sedere terribilmente scomodi (ma la schiena bella dritta).
Prova di inquadrature, gli schermi che ti fanno vedere come ti vedi…cercate però di guardare sempre la telecamera…e un countdown gigante in cui era scandito il tempo mancante alla diretta…..così giusto per metterti un po’ d’ansia.
10 secondi prima della sigla dal bancone spariscono magicamente le bottigliette d’acqua e gli appunti della scaletta.
Parte la sigla e dopo le presentazioni della spigliata conduttrice la palla passa al giornalista che mi pone la prima domanda…..
Suvvia, il ghiaccio è rotto.
Un’ora passata in un batter d’occhio.
Rivedendomi noto un erre moscia più evidente di come di solito l’ascolto…magari lo sguardo andava un po’ più alto…e forse gesticolavo un po’ troppo…..però tutto sommato mi sono piaciuto.
Prima che partissi per la mia settimana bianca, avevo pubblicato un post con l’immagine di un gatto nella neve. Era una sorta di cartolina di saluto visto che per una settimana non avrei avuto modo di accedere al blog.
Immaginate quindi la mia sorpresa quando al mio ritorno scopro che, grazie a quell’immagine e al fatto che la nostra penisola fosse stata ricoperta abbondantemente da una coltre di neve, nel mio modesto blog, che normalmente vivacchia sulle solite presenze affezionate, i click fossero triplicati in quel periodo.
Il termine più frequentemente cercato era infatti “gatto nella neve“.
Mi ci sono ritrovato con alcune esperienze editoriali che ho vissuto personalmente. Ma penso si possa esterndere ad alcuni film, o alcuni prodotti.
Quando hai il culo di azzeccare l’argomento giusto nel momento giusto, non ci son santi che tengano. Le vendite decollano!!!
La dieta, se ci pensate bene, è terribile. Una vera e propria tortura.
Dopo che il vostro palato ha potuto gustare ogni ben di Dio e la vostra mente si abitua a questo piacere (per arrivare alla nausea bisogna abusare in maniera veeeramente esagerata) qualcuno, la vostra coscienza o il vostro medico, vi dice che così non va bene.
Se continuate, pur godendo del piacere del palato, ne subirete delle conseguenze negative.
Incomincia così una lotta intestina con lei, la vostra coscienza. Vorreste ma non potete.
E la natura umana è così perversa che, più non potete e più ne vorreste.
Perchè dico io?
In fin dei conti anche i gatti in carne hanno il loro bel perchè…
La moglie vuole troppo bene al cane, marito tenta suicidio
(ANSA) – FIRENZE, 21 MAG – Un uomo di 41 anni si e’ salvato perche’,dopo aver ingerito del veleno per topi, ha telefonato alla moglie, che ha dato l’allarme al 118. E’ successo a Firenze. Ai soccorritori la donna ha detto che il marito le fa scenate, perche’ lei presta troppe attenzioni al loro cane e che lo aveva sorpreso a preparare polpette avvelenate per Fido. Ieri, il marito le ha telefonato e le ha detto che era in auto, per strada, e si era appena avvelenato. …e poi dicono che il cane è il miglior amico dell’uomo!!!!tse…..il gatto silvestro
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