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Appunti greci

Le lettere sono diverse. Il copia e incolla sul navigatore è stato determinante.

L’isola su cui ero non aveva molte spiagge di sabbia ma per lo più ghiaino. Se ti guardavi solo alle spalle avevi la sensazione di essere in una cava. Poi se ti volgevi al mare…

Il mare non so se abbia 50 sfumature di azzurro ma di sicuro ne ha tante che vanno dal verde acqua al blu oltremare. La sensazione era di essere in una piscina naturale. Davvero fantastico.

Se fai il morto e hai le orecchie sott’acqua puoi ascoltare rumori lontanissimi. Ricordo che lo facevo anche da piccolo nella vasca da bagno, ma francamente non so perchè mi è venuta in mente questa cosa.

La cucina non è molto varia però si mangia discretamente senza spendere cifre folli. Ho sempre odiato l’aglio, ma per queste due settimane ho dovuto fare una deroga per lo tzatziky.

Non bisogna mai, ma proprio mai, gettare la carta igenica nel water. Quando fai quella grossa fa un po’ impressione.

C’è vento.

C’è sempre il sole.

Forse le due cose sono collegate ma non ne sono sicuro.

Nei paesini ci sono ancora le piazze coi tatnti tavolini dove la gente si incontra la sera. Ho rispolverato il significato della parola Agorà.

Quando vai al ristorante ti portano il conto scritto a mano e tu non ci capisci una cippa. Comunque non superi mai i 20 euro, per cui va bene così.

Il vino greco è imbevibile. Meglio la birra, soprattutto se servita nei boccali ghiacciati.

Il freddo cappuccino ha il suo bel perchè.

Se sei fortunato vedi anche i delfini.

Non esistono i bidet.

I tramonti sono emozionanti, ma davvero.

Ci tornerei.

PS: nell’ultima foto non stavo facendo la pipì.

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Il Blog del Gatto chiude per ferie

Ci si risente a fine agosto.

Fate i bravi (ma non troppo).

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Che viaggio

Sono in debito ancora di un post, quello sulle mie vacanze. Un intenso rientro mi ha impedito di mettere a terra un po’ di pensieri, ma non vorrei far passare troppo tempo per mantenere ancora fresche nella mente le immagini che ho visto.

Negli States ci ero già stato diverse volte, ma l’ultima risaliva al 2000, per cui parecchio tempo fa.

A raccontare però ho paura di risultare noioso e prolisso e non vorrei essere ne l’uno ne l’altro (ho ancora impresso nella memorie le torture delle diapositive post vacanze).

Provo invece con delle immagini, sia scritte che prese dalla mia reflex.

Ho visto, anzi ci ho camminato sopra, a un ponte che ha il doppio degli anni di quello di Genova;

Ho camminato guardando all’insù e non all’ingiù (sul cellulare) come spesso mi accade;

Ho corso felice intorno al lago del maratoneta (ho fatto due giri perchè non mi sembrava vero);

Ho visto dove sono arrivati i migranti quando i migranti erano anche i nostri nonni;

Mi sono emozionato davanti ai quadri di Van Gogh e Monet;

Ho visto le luci e i colori di una città unica al mondo;

Ho viaggiato negli autobus dove scappano tutti quelli che devono scappare nei film;

Ho visto una delle più famose università al mondo;

Ho assaggiato un cannolo siciliano, che a parte quelli siciliani, penso sia tra i più buoni che abbia mai mangiato;

Ho visto le balene danzare nell’acqua;

Ho combattuto con un aragosta (ma alla fine ho vinto);

Ho fatto il bagno nell’oceano (gelato) e poi mi sono ricordato che era dove hanno girato lo squalo;

Ho ammirato le cascate più maestose che abbia mai visto;

Ho visto un lago che sembra più grande del mare;

Sono salito sull’altissima torre della CNN e ho fatto i selfie con gli squali;

Ho visto lo spettacolo di una partita di football canadese;

Ho attraversato paesini sperduti che sembrava il far west;

Ho visto la città del potere del mondo e mi è anche piaciuta;

Ho visto il memoriale sulla guerra del vietnam e ho pensato alla canzone di John Lennon;

Ho corso sulla la scala di Rocky come un povero deficente (ma ero in ottima compagnia);

Ho mangiato da schifo, mi sono dimenticato il caffè, ma mi sono abbuffato di pancakes;

Ho percorso 250km a piedi, quasi 2.000 in auto, 400 in autobus e qualche migliaio in aereo;

Ho osservato con la mia solita curiosità le contraddizioni di un paese che è al centro del mondo nonostante il suo imbarazzante presidente;

Ho visto e fatto tantissime altre cose, ma ho già scritto il triplo di quello che avrei voluto.

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Buone vacanze

Il blog chiude per vacanze.

Ci si rivede a fine agosto.

😉

L'immagine può contenere: cielo, crepuscolo, nuvola, spazio all'aperto e acqua

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4 giorni

In quattro giorni nella splendida città dei Sassi:

Ho dato 1452 baci sulla guancia

Ho chiesto 128 volte “chi è quello li?”

Ho risposto ad almeno 52 “che si dice su a Milano?”

Ho mangiato, mangiato, mangiato, mangiato…

Ho corso solo 4 chilometri

Ho scattato qualche selfie e 40 foto a Sylvestrino

Ho dormito nei sassi

Ho fatto la doccia con la cromoterapia

Sono rimasto incredibilmente affascinato dalla padrona di casa del b/b in cui alloggiavamo

Ho camminato per almeno 40 km.

Ho bevuto una ventina di caffè

Ho iniziato a leggere un libro che mi piace un sacco

Mi sono divertito coi cugini

Mi sono rotto le scatole con gli zii (non per colpa loro, ma oggettivamente facevo fatica a capirli)

Ho fatto trekking e attraversato un ponte tibetano

Ho visto un uomo delle caverne con l’ombrello

Ho passeggiato su e giù per una delle più affascinanti città che esistano

Ho provato finalmente il Moscow mule

uomo delle caverne

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Austria

Ho ricevuto nei giorni scorsi un grandissimo numero di visite dall’Austria.

Ma io non conosco nessuno dall’Austria….probabilmente qualcuno dagli Stati uniti, di sicuro qualcuno dalla Svizzera….ma dall’Austria?

A pensarci bene però c’è Margrit….o qualcosa del genere…

Avevo 22 o 23 anni…lei di Kitzbuhel, dove c’è la discesa libera più bella del mondo.

Era più grande di me, di almeno 10 o 12 anni. La conobbi una sera mentre ero in settimana bianca con gli amici. Ci frequentammo per un po’. Weekend a metà strada, Innsbruck, Bolzano, Trento….ore e ore in treno per passare dei meravigliosi weekend di solo sesso.

Quando tornavo in ufficio il lunedì ero uno straccio…ma con un sorriso che non finiva più.

Se dovessi pensare ad una definizione di nave scuola penserei a lei…anche se l’Austria non ha il mare.

E comunque non era austriaca, ma olandese.

Avrei talmente tanti aneddoti che mi vien da sorridere solo al pensiero…

Non so se sei tu, ma in ogni caso palesati. Dimmi chi sei. E magari una birra assieme ce la possiamo fare, perchè no? 😉

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L’alba di un nuovo giorno

Durante le mie vacanze abbiamo provato l’ebrezza della barca.

In compagnia di amici abbiamo preso contatto tramite un sito con il proprietario di una barca a vela, un 47 piedi…che pensando ai miei penso sia una bella lunghezza.

Gli accordi erano per una minicrociera di 24 ore. Certo l’adriatico, soprattutto quello alto, non è che offra scorci indimenticabili, ma l’obiettivo era “provare” la vita da barca, soprattutto passandoci una notte.

Siamo stati fortunati perchè lo skipper era un simpatico signore, molto tranquillo ma che sapeva coinvolgere un po’ tutti, dandoci qualche rudimento sull’esperienza nautica.

Il mare e il tempo fortunatamente erano dalla nostra parte, anche se fin da subito si è visto chi teneva botta al mal di mare e chi invece no. Io modestamente potrei tener botta in mezzo al pacifico con l’onda lunga mangiando una parmigiana di melanzane…ma non è del mio stomaco che volevo parlarvi.

Volevo invece raccontarvi di come riescono ad essere speciali due momenti della giornata quando sei in barca. Il tramonto e l’alba.

Nel primo caso ce la siamo gustati appena saliti, visto che siamo partiti verso sera, forse un po’ troppo frettolosamente e non ancora a nostro agio nel nuovo ambiente, ma nel secondo….

Dopo una serata passata a chiacchierare, sono andato a dormire in cabina…o almeno a tentare, visto che il cigolio del legname della barca era particolarmente fastidioso, almeno nel silenzio della notte. A un certo punto mi sono alzato (faceva anche caldo) e affacciandomi sul pozzetto (ho scoperto che si chiama così la “zona giorno” ) ho scoperto che eravamo al largo, vicino alle piattaforme petrolifere. Devo dire che nella loro bruttezza erano anche affascinanti…cattedrali nel deserto, luci di riferimento per navigazioni notturne. Immagino che vita deve fare chi ci lavora sopra…

Però nel buio della notte (saranno state le 4) già si cominciava a intravedere un leggero bagliore a levante e a quel punto non si poteva non rimanere affascinati dallo spettacolo della natura.

Il rumore dello scafo che infrangeva le onde, il cigolio delle assi, l’umidità notturna e il rumore delle corde che si tendevano, il tutto con questo chiarore che passava dalle sfumature più scure a quelle più chiare, fino a far emergere questo disco arancione che lentamente si apprestava a prendere il suo posto nel firmamento.

Beh….ne valeva la pena.

 

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Ho un po’ di arretrato da raccontare…

Parlo del concerto, della mia settimana di ferie e di Sylvestrino competitivo, del mio colloquio e del mio capo stronzo.

Partiamo dal concerto.

Premettendo che è già bello di per se viaggiare per andare a vedere un concerto, se poi la città è Roma e loro gli U2, capirete che il mix non può che essere perfetto come uno spritz col campari.

Arrivati comodamente nella capitale e preso possesso della nostra camera in quel B/b veramente carino, io e Sylvestino ci siamo concessi un pranzo “alla romana” e un giro bighellonando per la città.

Nel tardo pomeriggio ci siamo avviati verso lo stadio e dopo aver consumato il nostro panino con la salsiccia, come da tradizione, siamo entrati all’olimpico.

Non eravamo molto vicini a dire il vero, però se non altro centrali. Giusto il tempo di sederci (nel posto sbagliato, per ben due volte) che inizia Noel Gallagher, che come riscaldamento è già tanta roba, considerato che ha suonato i pezzi più famosi degli Oasis, alla faccia del fratello cattivo.

Poi l’attesa per l’inizio è passata divertendoci con un tizio davvero fuori di testa che con una testardaggine incredibile, tanto ha fatto e tanto ha urlato che è riuscito, da solo all’inizio e via via coinvolgendo tutti gli altri, a far nascere ondate di ola che hanno coinvolto TUTTO lo stadio e diventando l’idolo della curva. Mi ha fatto ridere la battuta di un vicino…” ‘mo te fanno pure sindaco”

Poi è iniziato il concerto…e l’intensità e la qualità delle prime canzoni (davvero incredibili) è stata inversamente proporzionale allo spettacolo visivo offerto dalla band. Schermo completamente spento, il che visto dalla distanza a cui eravamo, ci ha impedito di vedere alcunchè.

Dopo è iniziata la seconda parte con l’esecuzione integrale dell’album che ha dato il titolo al tour….e li lo schermo si è acceso e ha regalato emozioni anche con per gli occhi. Con Where the streets have no name mi sono davvero emozionato…cantavo (stonato…e lo potrete sentire nel video) con le lacrime agli occhi. Non so nemmeno io perchè…forse perchè quella canzone mi ricordava i miei 20 anni, o forse perchè è davvero una delle canzoni più belle che esistano….però davvero avevo un groppo alla gola (ecco perchè stonavo).

La faccio breve…un concerto fantastico e soprattutto emozionante, intenso. Certo, facendo dei confronti, forse coi Coldplay ci si è sentiti partecipi dello spettacolo che tale è stato per la musica ma non solo, però qui davvero ho visto 30 anni abbondanti della mia vita srotolarsi come la pellicola di un film.

Bono è stato il leader che tutti conosciamo con una prestazione vocale impeccabile, nonostante l’età non più da ragazzino, così come del resto tutta band.

Quando si sono accese le luci davvero spiaceva, perchè avremmo voluto tutti che quella notte non finisse mai.

Una maglietta verde del tour, acquistata alla fine del concerto, aiuterà, se mai ce ne fosse bisogno, a tenere vivo il ricordo di quella serata che ha chiuso il nostro bellissimo triplete di concerti.

La mattina dopo altra passeggiatina per la capitale, con tanto di tappa in San Pietro proprio nel momento dell’angelus. Sia mai che una benedizione del santo padre, possa essere comunque di buon auspicio anche ad un ateo sacrilego come il sottoscritto.

Poi siamo “rientrati” a Riccione…però, come in un cartone di Heidi, di questo vi racconteremo un’altra volta.

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Pensavo di essere in montagna e invece ero in Mar Molada

Cosa mi è rimasto?

  • Quasi 300 km sciati (da quando corro penso solo ai chilometri percorsi)
  • Il paesaggio marrone con le strisce bianche…era neve, che avevate capito?! Comunque le dolomiti sono uno spettacolo, sempre Dolomiti
  • Sylvestrino super. Non sciava, come me, da tre anni e temevo di vederlo un po’ titubante. Invece, col suo stile, è venuto giù dappertutto, anche da muri da nera per niente facili. Eravamo un gruppettino di 6 a sciare e io chiudevo sempre il gruppo “marcandolo” a uomo…però gli ultimi giorni confesso che avevo il mio da fare a stargli dietro
  • Il freddo, ma in montagna si sopporta meglio
  • L’importanza di sapere l’italiano. Sentire l’animatore (che mi faceva tenerezza) con la congiuntivite e leggere strafalcioni sui diplomi dei “tornei” vinti, era imbarazzante
  • Sylvestrino ha fatto man bassa vincendo quello di ping pong, di freccette e in squadra con noi, quello di pallavolo in acqua
  • La Marmolada di prima mattina è orgasmica
  • Anche la Gran Risa (ma quello già lo sapevo) gra risa
  • La pista ghiacciata per il rientro in albergo che ogni tardo pomeriggio percorrevo un po’ meno
  • Il bombardino penso sia vietato sotto i mille metrisotto bombardinamento
  • Le porzioni di strudel sono sempre generose
  • I bagni sono sempre al piano di sotto per una qualche sadica perversione degli architetti che godono nel vedere goffi sciatori con gli scarponi scendere le scale quando gli scappa. Però il pisciatoio del rifugio al passo Campolongo da soddisfazione 😉 urinatoio originale
  • Gli scarponi da sci dovrebbero essere vietati dalla convenzione di Ginevra
  • I serrai di Sottoguda sono impressionanti. E ancor di più lo sono gli arrampicatori che fanno ice climbing (ma sono pazzi?)img-20170130-wa0015_resized
  • Ieri ho ripreso a correre. Pensavo che 6 giorni sugli sci mi avessero irrobustito i muscoli delle gambe…ma evidentemente mi sbagliavo visto che mi fanno ancora male oggi

 

 

 

 

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Cercando di staccare la spina

Almeno per un paio di giorni, quelli che mi serviranno per essere tra coloro che in scarpette pantaloncini e maglietta zompetteranno sul ponte Vasco de Gama.

Al mio capo, con cui ho appena avuto un ruvido confronto, ci penserò da martedì prossimo.

 

https://i0.wp.com/www.running-portugal.com/lisbon/marathon/images/vgama.jpg

 

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