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Chiedimi se sono felice

Mio figlio in questo momento sta salendo su un treno che lo porta da me (e da suo nonno).

Ce la spasseremo per qualche giorno qui…nello sbrago più totale e poi si torna tutti insieme.

Dobbiamo andare a cambiare quella maglietta perchè la esse ormai è troppo piccola. Poi il bowling, qualche partita a ping pong (ormai però mi batte sistematicamente), magari un cinemino e poi dobbiamo cercare un po’ di tracce da mixare…ah non ve l’ho detto? Gli ho (mi sono) regalato una console da DJ e ora bisogna imparare l’arte del missaggio. Adoro vedere ancora la faccia un po’ sorpresa quando mi vede all’opera con le cuffie e il mixer…mentre gli spiego di BPM, di drop e di giri di battute…ma dove lo trova un padre gatto deejay!

unz unz unz…

https://smilejamaicakrcl.files.wordpress.com/2014/06/deejay_dj.jpg

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Delle serate indimenticabili e dei vecchi compagni di viaggio

Ieri sera ho portato tutto il mio ex gruppo di colleghi fuori a cena. Da settimana prossima cominceranno i loro trasferimenti nelle nuove sedi e non avremo più modo di vederci e frequentarci almeno giornalmente.

Dopo tanti anni passati con loro ci tenevo proprio a organizzare una serata così.

Ci sono stati sorrisi, risate, un po’ di commozione…mi hanno preparato un bellissimo “libro” con foto e aneddoti in cui mi prendevano un po’ in giro. Le richieste di aumenti che si trasformavano in aumenti di lavoro, o il mio “sleng” tecnico da supercazzola nelle riunioni…cose così insomma.

Andavo in giro per i tavoli, un po’ come una sposa al banchetto nunziale, per parlare con tutti, ricordare i tanti momenti condivisi, guardarli negli occhi da vicino e far comprendere loro quanto mi mancheranno. Molti di loro sono anche stati inconsapevoli protagonisti di molti miei post, ma questo non lo sapranno mai.

In ogni momento della serata mi ripetevo quanto sia stato fortunato a guidare un gruppo così. E così come ho ancora impresso nei miei ricordi la cena della maturità, quella dell’ultima notte di militare, o l’addio al celibato…anche questa serata avrà un posto speciale nel mio cuore.

E poi dicono che è solo lavoro…

 

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5.0

Giornate intense, anzi di più, le ultime che ho passato.

Ieri ho finito di passare uno splendido weekend. Ero convinto di annoiarmi per due giorni insieme ai capi e i colleghi di mia moglie per un evento celebrativo a cui mi apprestavo con lo stesso stato d’animo di Fantozzi a vedere la corazzata Potemkin. E invece lei (veramente brava, lo devo dire) mi ha organizzato una splendida festa a sorpresa coi miei amici, vecchi e nuovi, di milano, bologna e finanche un vecchio compagno di naja. Quasi 30 persone tutte radunate per me.

Ammetto, la sorpresa è stata totale. Quando li ho visti sono rimasto veramente senza parole. C’era anche mio padre, mia cugina. Due giorni stupendi in un posto incantevole, quanto sperduto, a ridere, fare, giocare (inutile dire che oltre alla piscina c’era pure un campo da beach tennis) correre, parlare e ovviamente mangiare e bere. Anche il tempo è stato dalla nostra parte.

Sono riusciti anche a commuovermi…cazzarola, quando mia padre mi ha dato il suo regalo, alla lettura della dedica non ho saputo trattenere la le lacrime.

I ragazzi si sono divertiti come pazzi e noi con loro.

Una festa per il mio mezzo secolo più bella di questa non potevo certo immaginarla…

Poi prima di questa, nei giorni precedenti c’è stata una corsa all’alba tra le vie del centro di milano e prima ancora un concerto fantastico…ma di questo, come diceva il narratore di Heidi alla fine di ogni puntata,  vi racconterò la prossima volta.

IMG_5598

PS: la festa in realtà si è svolta con qualche giorno di anticipo. Fino a venerdì sono ancora un under mezzo secolo  😉

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Trova il minimo comune denominatore

Due serate, fuori. Ormai non mi capita così spesso di uscire fuori la sera, figuriamoci due volte di seguito.

La prima: tre amici, un ristorante messicano, una caipiroska come aperitivo, una birra messicana travestita da belga, nachos, guacamole, chiacchiere, musica latina come sottofondo, ma non ti dico con la tata, ma te la ricordi quella volta li?, ce la facciamo un’altra birra, buona stavolta, certo che il vigile, ma è questa la vita che volevamo? un compromesso è ciò che voglio? Comunque è bello ritrovarsi, dovremmo farlo più spesso.

La seconda: colleghi, un addio, locale figo, musica alta, certo che se penso che avrei potuto fare il dj, prendi ancora qualcosa da bere? una caipiroska, lavoro, che fatica, lei si che va a star bene, gente figa, rendersi conto di avere il doppio dell’età media, sono vestito ancora come stamattina, ma tu conosci tutti? i piattini per gli aperitivi sono dannatamente piccoli, non ci sta un cazzo, che poi dopo un po’ la musica così alta ti rimbambisce non è vero?  e poi non si riesce nemmeno a parlare, ora è meglio che vada, sono cotto.

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MIlano by night

di Alessandro Bergamin

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Eravamo quattro amici al bar

Nella reatà ieri sera eravamo in un ristorantino molto carino a mangiare pesce e bere un’ottimo vino bianco.

Ci conosciamo da una vita, loro in realtà da quando sono nati, io “solo” dall’adolescenza.

Ormai facciamo fatica a vederci con frequenza. La vita come spesso avviene ci ha fatto prendere strade diverse.

Però quando capita di poter condividere una serata come quella di ieri, sembra che il tempo non sia mai passato.

Ti ritrovi a parlare di tutto un po’, qualcosa del presente e molto del passato…

…come quella volta che per festeggiare la fine della naja ci ritrovammo sdraiati e ubriachi sul pavimento di casa mia (in realtà gli altri si trascinarono almeno fino al divano, io no).

Oppure quella sera in tenda a Piombino, e quelle ragazze di Roma chiedevano di assaggiare il biscotto…mi mangio ancora le mani a ripensarci.

E quando passai per Jack lo squartatore? Se non fosse che la scena del delitto fu la Fiat tipo del mio amico, lui all’epoca avrebbe riso di più.

Tanti episodi raccontati, un filo di malinconia a legarli assieme e un sorriso a sciogliere quel filo.

Sul presente però le vere novità sono due. La prima è che io e il vigile politicamente la pensiamo allo stesso modo (e la cosa mi preoccupa non poco…uno dei due sta prendendo un abbaglio). La seconda è che tutti e tre si sono rifatti una vita sentimentale…con donne decisamente più giovani. Se volessi essere all’altezza dovrei trovarmi una nata dopo la grande nevicata dell’85…naaaaa…non c’ho più il fisico, io.   😉

brindisi

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pensieri sparsi

Ieri sera rimpatriata.  Serata carina, anche se non so bene perchè non ero perfettamente a mio agio. Si riuniva un gruppo in cui io mi sono inserito solo in un secondo tempo.

Eravamo in 18. 1/3 li conoscevo bene, 1/3 li conoscevo di vista. I rimanenti non li conoscevo affatto.

Mi ha fatto pensare l’assicuratore. Quando eravamo diciottenni era uno dei primi che lasciava intuire una futura calvizia. “non c’è problema” diceva sicuro allora, “invece di comprarmi l’auto mi farò un trapianto di capelli”.

Alla fine deve essersi preso l’auto.

Stamattina corsa di mattina presto. La prima corsa veramente invernale. Nebbia, respiro con nuvoletta, abbigliamento pesante. Dovevo fare la prima parte tranquillo e la seconda ad un passo più veloce.

Obiettivo raggiunto. anche se ho la sensazione di aver resettato tutti i kilometri macinati fino alla maratona. E’ come se sentissi di iniziare nuovamente da zero.

Dall’aereoporto di Bresso lo skyline di Milano era bellissimo. Nebbiolina sotto e azzurro sopra con i nuovi grattacieli che bucavano la coltre nebbiosa. Era da farci una foto.

Ho messo su due chili. Se corro meno devo mangiare di meno. Non dovrebbe essere difficile da capire.

Non c’erano molti runner questa mattina presto. I 9/13 erano uomini. 6 erano donne.

Devo farmi condizionare meno dai problemi di matematica di Sylvestrino.

corsa

 

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degli amici e del carburante

Ieri sera sono uscito con S.

Lui e D sono i miei migliori amici, li conosco da quando ero adolescente. Però non sono i miei migliori amici per quello. Lo sarebbero anche se li avessi conosciuti sei mesi fa.

D è piu riflessivo, diplomatico. D ha sempre la capacità di dirti quello che in quel momento vorresti sentirti dire. Se lo fosse sarebbe un grande ministro degli esteri.

S invece no. S è diretto, immediato, come un pugno sul muso. Confesso che erano diverse settimane che, inconsciamente, cercavo un po’ di evitarlo. Poche telefonate….ti richiamo dopo ora non posso…..cose così….anche se avevo un miliardo di cose da raccontargli, che poi sono l’equivalente numero di pensieri che albergano da qualche tempo nella mia testa. E’ che sotto sotto temevo quello che mi avrebbe detto.

Infatti ieri finalmente ci siamo visti. Un hamburgher in un posto un po’ da fighetti….un paio di birre artigianali che oramai vanno di moda, e abbiamo parlato.

Come mi aspettavo le sue parole non mi hanno fatto bene. Lui è lucido, razionale, quasi cinico nei ragionamenti. Io costruivo davanti a lui i miei pensieri e lui velocemente me li smontava come farebbe un bambino dispettoso con i lego dell’amichetto. Se avesse fatto un altro lavoro non avrebbe mai potuto fare il medico chirurgo. Uno si ritroverebbe il dito amputato anche per un’unghia incarnita.

Però è bravo. Nel suo modo razionale di analizzare e vedere, ti fa riflettere. Li per li rimani un po’ infastidito, spiazzato, sembra che giri il coltello nella piaga delle tue debolezze….poi però quando sei in auto e torni a casa, ti ritrovi i criceti nel cervello che allegramente girano gli ingranaggi e scopri che tutti i torti non li ha.

Se non altro ti fa vedere le cose da un altro punto di vista. Tu tiri il dado e viene sempre uno e da ciò deduci che sia un dado che ha solo lati con un solo puntino, e lui allora lo prende in mano e girandolo fra le dita ti mostra che c’è anche il sei, il cinque e tutti gli altri numeri.

Ed è incredibile quindi come, negli unici 30 secondi in cui non abbiamo parlato di me…..il mio solito egocentrismo…..uno come lui abbia saputo uscirsene con una frase sulla sua compagna che mi ha veramente colpito.

– Perchè sai….mi ha detto….per me B è il mio carburante….senza non andrei molto lontano

Già….il carburante….fammi controllare quanto ce n’è nel serbatoio….

fuel

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quando la semplicità paga

Non servono piani elaborati.

Basta una sera, 4 amici, un piatto di fajitas e qualche ettolitro di sangria.

Parlare dei massimi sistemi economici, del corso prebattesimo  (ma davvero lo fanno?), delle gare di nuoto e della bici che sogna Teto (un’altra?!!!), di quel gol che c’era e del fuorigioco che non c’era, delle domande politically uncorrect (ma ti stai trombando qualcuna?), di quanto picchiava quel margarita che abbiamo preso prima e di come ci brucerà il c… domani con tutto questo peperoncino.

Sorridere e ridere come 4 stupidi che pensano di essere tornati indietro nel tempo, complice il tasso alcolico e l’idea di ripetere la serata quanto prima.

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La rimpatriata

Era da qualche settimana che me lo dicevano:

“vieni anche tu, forza, non vorrai mica farti pregare”.

E’ che a me l’idea di trovarmi in mezzo al casino di una festa di natale, conoscendo si e no il 10% degli invitati proprio non mi andava.

Non è che volessi fare il prezioso, ma non sono mai stato un animale da pubbliche relazioni. Preferisco incontri più ristretti, dove si riesce a parlare tranquillamente e dove “conosco la situazione”.

L’influenza appena passata era un ottimo motivo per dare forfait.

Ieri sera però, la mia testa ha incominciato a tormentarmi con il fatto che era un’occasione rara per incontrare vecchi amici, gente che non vedevo da 10, addirittura 20 anni.

E così sono andato….e mi sono divertito.

Il primo shock. Ciao Willy!

Willy? !!! Era da quando evevo 20 ani che qualcuno non mi chiamava con il mio soprannome (era il mio nome d’arte di quando facevo il DJ…..Willymix)

Cavoli se siamo cambiati. Chissà se gli altri in questo momento stanno pensando la stessa cosa….ma tutti i capelli che aveva…e poi quella panzetta…

E poi il sottofondo (si fa per dire, visto il volume da concerto) della musica anni 70 e 80, con il gruppo di cui fa parte uno dei “vecchi”.

Fanculo l’influenza gastrointestinale, fanculo il riso in bianco…birra e mojito e tutte le schifezze con cui era possibile abbuffarsi.

...e tu figli? lavoro?aspetta ti faccio vedere la foto sul telefonino…..

L’immancabile foto di gruppo, velocemente finita su FB come da manuale, il mal di testa che ti accompagna a letto e un sorriso ebete sulle labbra.

Si, ho fatto bene ad andare.

Devo imparare a tirarmela un po’ meno.

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La convivenza in comunità

Mi sembra di essere tornato indietro di venticinque anni. La compagnia. Un gruppo di ragazzi che condividono il tempo libero, i sabati sera, il bar, dove andare a ballare. Cose così insomma.
Allora nella complicata rete di relazioni, quello è insieme a quella che però è amica di quella che prima stava insieme con quell’altro, c’era sempre un filo conduttore, inesorabile.
Quelle che litigavano erano le donne.
Si, lo so, c’è molto luogo comune in quel che dico…però chissà come mai, 5 lustri dopo, con persone diverse, conosciute in un recente passato, in un’altra città, anzi in vacanza, le donne litigano e gli uomini mediano.
E si che come mediatore io valgo proprio poco!

Se le donne fossero ministri, anzi ministre, degli esteri, avremmo già avuto la 3° guerra mondiale, ma forse anche la 4° e la 5°.

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