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Per 10 minuti

In realtà per leggere questo post servirà molto meno.

Però l’ho letto il libro della Gamberale e anche questa volta mi è piaciuto.

Una donna lasciata dal compagno che impara a vivere. Il metodo che le consiglia la sua psicologa è quello di fare, per un mese intero, una cosa nuova, mai fatta, per almeno 10 minuti, ogni giorno.

Questo semplice giochino l’aiuterà a superare quelle barriere che le sembravano invalicabili, ad imparare ad ascoltare e a guardare, oltre che a fare.

E così provando a fare i pancakes, o ballando l’hip hop, o a fare il punto croce, Chiara, la protagonista, imparerà che li fuori c’è un mondo che non aveva mai visto, pur vivendoci attraverso.

Non so quanto di autobiografico ci sia in questo romanzo, ma apparentemente sembra tanto e questo lo rende davvero credibile, oltre che piacevole alla lettura.

Parla di un amore finito (o forse no), ma lo fa raccontando una nuova rinascita, una rivelazione: “E’ faticoso non essere a disposizione di chi amiamo, Chiara. Ma a volte ci tocca. Quella disponibilità infinita, non aiuta noi e non aiuta loro”.

“Perchè deve decidere. O dentro o fuori. Se resta sulla porta mi blocca il traffico”

“Chissà perché non ci siamo neppure mai baciati…Per quel sortilegio che avvolge i corpi degli animi che più ci convincono…per cui va a finire che invischiamo tutti noi stessi proprio con chi, in qualche parte remota del nostro cuore, non ci convince pienamente.”

“Penso a come un distacco non segni per forza la fine di un’esperienza. Anzi: può darle il permesso di durare per sempre.”

Insomma, se volete passare qualche ora accanto ad una piacevole lettura, ve lo consiglio.

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La stella più fragile dell’universo

Non conoscevo questa canzone, ma me l’ha fatta conoscere, a sua insaputa, Sylvestrino. E io che pensavo ascoltasse solo rapper truzzi.

E mi piace sapere che a 15 anni, non abbia paura di parlare d’amore. Guai se non fosse così.

“Che poi l’amore se in fondo ci pensi È l’unico appiglio in un mondo di mostri”

 

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E anche questo ciclo si è chiuso

Sylvestrino ha chiuso con le sue medie..pardon, secondarie di primo grado.

L’ha fatto bene…in linea con le aspettative. Parlare di voti penso sia relativo. C’è chi è più bravo e chi è meno.

L’importante è che abbia finito.

Che si goda l’estate ora. Con i suoi amici, le sue “amiche” (e ne ha…ah se ne ha), il suo beach tennis, il suo nuovo telefonino (non brilliamo di originalità ma sappiamo che ha apprezzato ugualmente) e i concerti col papi…DM, U2 e…rullo di tamburi….Coldplay (ma quanto mi sono svenato?).

Su Istagram ho postato una mia foto con lui. Dopo esserci sentiti al telefono è anche questo il nostro modo di parlarci. Sempre a competere su chi raccoglie più like (ovviamente vince lui). Poi venerdì lo abbraccerò, un po’ più forte del solito. Comunque in quella foto siamo bellissimi…lui però di più.

E’ bello quanto può essere bello un ragazzo di 13 anni con la vita davanti.

E se mentre guardo quella foto mi parte in sottofondo una canzone come questa, il groppo alla gola è assicurato.

 

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Non pensavo ci sarei riuscito

La giornata pesante in ufficio se non altro mi ha impedito di pensarci su più di tanto.

Lo stampato su un bel foglio A4 scegliendo un corpo 12 in modo da permettergli di leggerlo senza bisogno degli occhiali.

Dopo aver passato la serata da loro, quando mi ha accompagnato al cancello gli ho infilato questo foglio in mano, così, senza una busta e piegato in quattro.

Sai, gli ho detto, sto seguendo un corso per scrittura online, dovevo fare un esercizio che prevedesse una composizione scritta con lo stile di un bambino e ho pensato di dedicarti questo. Leggilo dopo…con calma.

Tanto per cambiare un’altra balla.

Lui e mia mamma mi hanno richiamato dopo…commossi. Ma come…ti sei ricordato di quando andavamo a pescare? E anche del concerto…Sembra la lettera che Sylvestrino ti ha scritto per la festa del papà…ecco, quest’ultimo è il complimento che più mi piace.

Ammetto, fino a stamattina non avrei mai pensato di riuscire a farlo…però ora mi sento meglio e lo dico col sorriso sulle labbra.

Grazie…davvero.

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Certe notti…

Perchè certe notti sono un po’ così…

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19 dicembre 2013 · 15:20

l’innocenza di Sylvestrino

La notizia del giorno è che a luglio ci sono i Depeche Mode.

Ovvio che ci vorrei andare con Sylvestrino.

Negozio prima con sua madre le condizioni e dopo il via libera parlo con lui al telefono:

  • Ciao Sylvestrino la sai la grande novità? Questa estate ci sono i Depeche Mode a San Siro!
  • Ah…(con sufficienza)…..ma io li ho già visti…..non vengono gli AC/DC?
  • ….(incasso il colpo)…..no amore, che io sappia no.
  • mmmhhh….grazie, ma allora non vengo.

Per riprendermi e consolarmi dalla telefonata con quel quasi novenne di mio figlio, vi posto il singolo di quello che sarà, probabilmente, il nuovo album…a me è piaciuta già al primo ascolto.

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lo prendo come un complimento ?

  • Dovrei smettere di amarti ma non ci riesco
  • Perchè non ce la fai?
  • Perchè di si. Anche quelli che si mettono le dita nel naso sanno che è sbagliato e che dovrebbero smettere, però continuano a farlo.
Lo prendo come un complimento?  😉

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8 anni orsono

Era una mattina limpida e fredda, proprio come quella di oggi.

Ci hai fatto passare la notte insonne, sicuramente provando più tua madre di me.

Però alle 8,30, quando il mondo si appresta ad iniziare la giornata, hai deciso di venire al mondo. Con tre settimane di anticipo su l’appuntamento che avevamo.

Eri piccolo, uno scricciolo. Mi ricordo che l’ostetrica ti ha datto una lavata velocemente e ti ha messo nelle mie mani.

A pensarci ancora oggi gli occhi mi diventano lucidi, ma allora le lacrime sgorgarono come una fontana. Mi ricordo quanto ero goffo nel tenerti, col naso che mi colava e io che tentavo di pulirmi come i bambini, col braccio, visto che le mani erano piene di te.

Sicuramente il più bel giorno della mia vita, il più bel regalo che abbia mai avuto.

Buon compleanno Sylvestrino.

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Scampoli di quotidianità

Oggi festeggio Sant’Ambrogio e questo mi permette di fare un ponte come non mi capitava da tempo.

La cosa che però più mi piace è che qui, a Bologna dove sono arrivato ieri sera, è un giorno lavorativo come gli altri.

Questo mi ha permesso di fare quello che una volta, quando andava all’asilo, era per me consuetudine. Accompagnare Sylvestrino a scuola.

Stamattina appena è uscita di casa la mamma si è infilato nel lettone per una dose extra di coccole. Poi si è alzato (aveva per sicurezza puntato anche la sveglia sulla nintendo DS) si è lavato, ha deciso di NON fare colazione (lo stomaco non deve essere ancora completamente a posto), si è guardato il consueto cartone (allo stesso modo in cui io guardo le news al mattino in TV) si è vestito e siamo usciti per andare a scuola. Anzi è lui che a un certo punto mi ha detto “papà è ora che andiamo”.

Cazzo se cresce.

 

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Il più grande spettacolo dopo il big bang

Questa settimana sono con il mio cucciolo a Milano.
Di giorno sta coi nonni, che quando c’è lui sembrano ringiovanire di 20 anni e la sera sta con me.
Io e lui.
Il rituale prevede che io passi dai nonni, lui mi racconti la sua giornata, mi sfidi a ping pong, mi faccia vedere i compiti e dopo cena si vada a casa.
Musica a palla durante il tragitto e una mezz’oretta di cartoni prima della nanna.

Mi piace.

Mi tocca sorbirmi terribili cartoni animati (ma non li fanno più quei bei cartoni di una volta tipo Goldrake, Jeeg, Lupin III etc.?), e poi, dopo i denti lavati, nel lettone insieme.
Si lo so, non è bene che si abitui a dormire nel lettone, ma siamo solo io e lui. E comunque non lo faccio per lui, lo faccio per me. Mi piace quando chiacchieriamo prima di addormentarci (in realtà io faccio finta di dormire per venire poi qui a scrivere sul blog), quando sento il suo respiro farsi più pesante, quando con le mani e con i piedi mi cerca nel sonno. Ogni tanto mi soffermo a guardarlo e a meravigliarmi, soprattutto la mattina, quando già in giacca e cravatta (la divisa da ufficio) passo qualche minuto ancora a coccolarlo un po’ nel suo lento risveglio.

Non so quante sono le cose buone sono riuscito a fare nei miei 45 anni, ma questa mi è venuta proprio bene.

Stasera tornando a casa per radio trasmettevano questa canzone e la cantavamo insieme io e te.

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