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Come passa il tempo

Stavo notando che sono passate tre settimane dall’ultimo post e nel mezzo c’è stata un po’ di roba.

La Juventus ha vinto la sua decima coppa Italia e ha proseguito il suo percorso di avvicinamento per Berlino. Confesso che incomincio a sentire l’adrenalina.

Sylvestrino ha fatto la cresima e ora che decida lui del suo futuro cattolico (certo che da me non ha proprio preso).

Ho fatto una mezza a Rimini. Pessimo risultato cronometrico e una fatica del diavolo. Però il ristoro finale con la piada e nutella aveva il suo bel perchè.

Sempre per la corsa ho deciso quale sarà il mio obiettivo grosso per il prossimo autunno. Non mi sono ancora iscritto…ma ormai ce l’ho in testa. Anzi…non vedo l’ora di farmi la mia bella tabella di allenamento così corro con più motivazione di quanto faccia adesso.

I dubbi sul mio futuro lavorativo continuano. Forse per fine mese sapremo meglio di che morte morire. Nel frattempo continuo a rodermi il fegato come sempre.

Sempre in ambito lavorativo un mio collaboratore è andato in pensione. Lo invidio. Ora in ufficio sono il secondo più vecchio, ma solo di qualche mese.

Continuando a parlare di vecchiaia invece, settimana scorsa sono diventato più vecchio. Ho passato bene il mio compleanno, in relax, tra una sauna, un bagno turco e un idromassaggio, il tutto in buona, buonissima compagnia.  Un paradiso.

Questo weekend sono andato a fare una grigliata sui colli. Bella la compagnia ma la notte sono stato male. Una congestione terribile. Ok che divento vecchio, ma il degrado è un po’ troppo veloce, no?

Con sta benedetta legge sui biscotti non ci capisco molto. Ho provato anche a mettere un disclaimer al blog (minchia come parlo ‘ggiovane), ma l’ho fatto un po’ alla cazzo…com’è nel mio stile.

Ho fatto il mio periodico check-up. Tutto bene ma sta cazzo di pressione continua a rimanere alta. Mi sa che devo farmene una ragione e prendere sta benedetta pastiglia.

Fra poco riprendo la mia cittadinanza onoraria romagnola…efffinalmente…benvenuta estate.

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Ore 19: io e il mar Adriatico

Ti ritrovi a entrare nel mare, in quel mare che non è certo famoso per essere bello e cristallino, ma che questa sera sembra in serata buona.

Ci entri con l’obiettivo di fare un tuffo e quattro bracciate, perché sono 10 mesi che il rapporto più stretto che hai avuto con l’acqua è stato sotto la doccia.

L’acqua non è fredda e nemmeno calda. E’ solo calma, liscia, un olio.

Cammini per i soliti venti trenta metri, prima che la profondità dell’acqua ti permetta di tuffarti.

E’ bella quella sensazione, immergersi nell’acqua, fare qualche metro sotto, riemergere e incominciare a nuotare, sollevando prima un braccio e poi l’altro, lentamente.

Di norma fai la respirazione ogni tre bracciate, non c’è un perché ma ti sembra equilibrato così.

La mente è sgombra, sembra ripulita dall’acqua, come la tua pelle dalla sabbia mentre ti immergevi.

Nuoti per qualche minuto, lentamente e senza accelerazioni. Poi ti fermi. Guardi la boa, quella posta a 300 metri di distanza e la vedi più vicina della spiaggia. Decidi di proseguire, nuotando a dorso. Non ci sono ostacoli e il sole al tramonto ti aiuta a mantenere la giusta direzione. Di solito il dorso è uno stile in cui ti devi fidare, delle tue sensazioni, delle bandierine per la virata, dei rumori…ma stasera non ci sono particolari motivi per non fidarsi.

Il mare è solo tuo.

Anzi no. Quando ti fermi a controllare quanto manca a quella boa bianca ti accorgi che a pochi metri di distanza, gabbiani pigri oscillano sulle piccole onde che le tue bracciate hanno provocato. Ti guardano straniti e poi tornano a godersi il loro riposo dopo una giornata di pesca.

Gli ultimi metri li percorri a rana. Hai un bellissimo stile a rana, almeno così ti avevano fatto credere da ragazzo quando arrivasti primo alla gara parrocchiale durante le vacanze estive.

Finalmente la raggiungi quella boa, e aggrappandoti per riposarti immergi la testa all’indietro, come se dovessi lisciarti i lunghi capelli che in realtà non hai più da diversi anni.

Guardi la spiaggia. Ti concedi ancora qualche minuto di riposo prima di puntare al tuo nuovo obiettivo, la spiaggia dagli ombrelloni arancioni. In realtà sai che sono a spicchi gialli e rossi, ma tu è così che li vedi da quella distanza.

Riprendi a stile libero. Sempre una respirazione ogni tre, almeno finché il fiatone non ti obbliga a passare a quella ogni due.

Lentamente ti riavvicini alla riva e te ne accorgi non solo dagli ombrelloni che tornano ad essere bicolori, ma dal fondo sabbioso che incomincia a far percepire i motivi ondeggianti delle piccole dune sommerse.

Continui finché non senti la sabbia sfiorarti le dita…o forse il contrario.

Ti alzi. Torni ad avere il tuo peso che per una ventina di minuti avevi perso, anzi ti sembra di essere ancora più pesante, per via della stanchezza.

Il sole sta ormai scomparendo dietro i palazzi del lungomare.

Ti aspettano una doccia e una birra, non necessariamente in quest’ordine.

Benvenuta estate.

nuoto

 

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Segnali che mi fanno capire che l’estate, forse, sta finendo

  • Nei weekend alla mattina quando mi vesto penso se siano meglio i pantaloncini corti o i jeans
  • Non mi verrebbe in mente di buttarmi nel mare per una nuotata
  • Mi capita di pensare a che film danno in TV la sera
  • Il lenzuolo….incomincio a starci sotto e non più sopra
  • Ho ripreso a fare il risotto
  • Consulto la programmazione nei cinema
  • Se posso guardo l’anticipo su sky
  • Il libro sul comodino incomincia a prendere polvere
  • Di prima mattina, quando imposto i 21 gradi nel climatizzatore dell’auto esce aria calda dalle bocchette
  • Non si vede quasi più il segno del costume
  • E’ ripartita la tiritera dei compiti di Sylvestrino
  • Diminuisce il consumo di vino bianco a favore di quello rosso
  • Al venerdì preparo la formazione del fantacalcio
  • Davanti alle scuole sono tornati i suv in doppia fila

Immagine

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cartoline dal mare

Si come quelle cartoline che arrivavano a destinazione quando la scuola era già iniziata perchè le compravi l’ultimo giorno e poi le scrivevi e le spedivi direttamente da casa. Fa nulla se sulla cartolina c’era il mare e il timbro era di Milano, quando la vedevi nella casella della posta, sorridevi.

Le mie cartoline del mare raccontano di:

Beach tennis, tanto beach tennis. Tanti tornei con mio figlio (in uno con grandissima soddisfazione per aver raggiunto incredibilmente le semifinali) e uno di quelli seri con un compagno occasionale che mi ha permesso di passare il girone di qulificazione al primo posto…impensabile per me…ho gongolato per giorni.

Pesce, scorpacciate di pesce. Come se piovesse dal cielo, anche se alla fine a Vallugola non ci siamo andati.

Libri…quattro, il migliore La verità sul caso Harry Quebert…mi è piaciuto molto

Abbronzatura. Minchia se ero nero…poi col fisichino che mi è venuto.

Corsa. Ho fatto un ulteriore salto di qualità. Nel solo mese di agosto ho macinato 170 km e ho provato per la prima volta a superarne trenta in un colpo solo. In generale ho corso con soddisfazione ma in quell’occasione no. Gli ultimi 3 km li ho fatti proprio sulle ginocchia e quando sono arrivato ho pensato: “minchia e io dovrei farne altre 12 in più?”

Bomboloni. Erano il mio premio per la corsa, da consumarsi con un cappuccino e un litro d’acqua fredda. Uno se correvo 10 km e due se superavo i 20. Quando ho fatto i trenta stavo male e ne ho preso solo uno…ne avanzo due.

Mare. Rispetto agli anni scorsi ho nuotato di meno. Nemmeno una volta fino alle boe. Se un giorno voglio buttarmi su triathlon dovrò mettemi di buzzo buono.

Passeggiate sul bagnasciuga. Mai fatte… a parte tre giorni in cui ho compensato.

Foto. La mia reflex non l’ho usata molto. Mi sono divertito però con instagram…il trip del social ormai mi possiede stabilmente.

Iphone. Cazzo ma ormai si scarica in mezza giornata. Incomincio a nutrire perplessità su Cupertinoland.

Materazzi. Gioco meglio di lui a beachtennis. Lui mi batte a tatuaggi.

Carte. Mi rifiuto di imparare a giocare.

Musica. Nessun tormentone particolare.

Ballare. Ci sono andato una volta sola e l’ho già raccontato.

Mio figlio. La sera prima della mia ripartenza per Milano mi ha fatto venire gli occhi lucidi. Però è proprio bravo…e ho scoperto che ha l’animo del commerciante. Penso potrebbe vendere frigoriferi agli esquimesi anche se ha solo 9 anni… e poi cazzo, i suoi occhi mi lasciano senza parole ancora oggi.

Infradito. Mi mancano.

Riccione - Cartolina panoramica

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il ritorno in palestra

Tra le routine del rientro non potevo esimermi dalla palestra.

Lezione di spinning. C’è Maurizio. Strano non è giovedì…si vede che c’è ancora l’orario provvsorio.

Meglio così comunque. Preannuncia una lezione non troppo strong visto il rientro, invece il ritmo e l’intensità si rivelano già quelli dei tempi migliori.

Le sensazioni provate però sono contrastanti. La soddisfazione e il crudele piacere di vedere le gocce di sudore che ritmicamente e copiosamente cadono una dopo l’altra sul manubrio, contrastano con la sensazione di claustrofobia di quelle pareti immerse nel buio. La musica e le luci basse mi proiettano già nell’autunno e nell’inverno, quando fino alla settimana scorsa le mie gambe erano abituate a pedalare tra i colli romagnoli al ritmo della musica nelle cuffiette e godendo della vista dei campi di girasole.

Sembra quasi un passaggio di consegne tra l’estate e l’autunno.

No, questa cosa non mi piace. Questa lezione non mi piace. Voglio rimanere aggrappato ancora un poco a questi scampoli d’estate.

Poi ovviamente, come tutte le vecchie abitudini, anche negli spogliatoi un simpatico ritorno della smemoria del gatto.

Non le calze, non le mutande, ma bensì….(rullo di tamburi)….l’accappatoio!!!!

Facendo quindi come quelli di Faenza, mi asciugo il sudore con l’asciugamaninoinoino usato durante la lezione e mi rimetto simpaticamente i miei stracci per correre a casa per una meritata doccia rinfrescante.

Mi sembrava di essere tornato ai tempi della scuola, quando dopo un’ora di ginnastica, non sapendo cosa fosse la doccia (il bagno si faceva rigorosamente solo alla domenica mattina) si ritornava in classe con quel bell’odore di umanità che tanto doveva piacere agli insegnanti.

 

 

 

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Scampoli di beach tennis

Le ferie sono ormai finite, ma ostinatamente inseguo gli ultimi weekend sulla riviera romagnola.

C’è un abbronzatura da consolidare (non vorrai essere color lattemacchiato quando i colleghi rientreranno!) e quale miglior modo che non cimentarsi nelle ultime partite di beach tennis?

Si gioca al sole e si cambia campo ogni due games. Fronte e retro. Perfetto!

Unica fregatura gli occhiali da sole. La mascherina di Zorro che tanto faticosamente avevo cercato di eliminare, è ritornata simpaticamente alla ribalta.

Eccomi quindi ricongiungermi con il mio compagno di giochi (che avete capito…sto parlando sempre di beach tennis) per farci una scorpacciata di partite. Otto partite otto e devo dire giocate anche con soddisfazione. Più vittorie che le sconfitte e in più con buona qualità nel gioco.

Ci voleva un po’ di gratificazione.

In chiusura, al tramonto, poi la chicca finale.

Silvestrino, ormai intrippato nel BT più del papà, mi ha trascinato in una sfida sul campo. Io e lui contro, un suo amichetto e suo padre che, guarda caso, è uno degli abituè del campo.

Divertentissimo.

I due senior col tacito accordo di non fare punto ma di giocarla facile sui bambini, e loro due che si impegnavano con tuffi e volè per portare a casa il punto.

Incitamenti, urla, consigli, cinque ad ogni punto….proprio come i grandi.

Non vi dico quando i bambini hanno incominciato anche a chiamare gli schemi alla battuta con la mano dietro la schiena!

Per la cronaca abbiamo perso, ma solo al tie-break

Insomma, sotto a chi tocca…chi accetta la sfida?

PS: ehm…quello della foto non  sono io ovviamente

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Le cose che fai d’estate e non negli altri mesi

  • Mangi la piada al posto del pane
  • Fai il bagno nel mare e non in piscina
  • Non punti la sveglia
  • Infradito al posto delle scarpe
  • Ovviamente niente calze (con le infradito sarebbero un po’ scomode)
  • Occhiali da sole perennemente indossati
  • Dimenticarsi la Tv
  • Indossare il borsello a tracolla al posto della valigetta 24h (ebbene si quest anno l’ho preso anche io)
  • Pesche Anguria e Albicocche al posto delle tristi arance e mele
  • Caffè sheckerato o ancor meglio sorbetto al caffè al posto del marocchino
  • “no grazie” al marocchino che vende in spiaggia al posto del “no grazie” ai lavavetri
  • guardarsi il segno del costume invece che guardarsi per farsi la barba
  • la barba due volte la settimana e non tutti i giorni
  • Polo o canotta e pantaloncini invece del completo giacca e cravatta
  • Leggere libri invece che tenerli a prendere polvere sul comodino
  • dormire SUL lenzuolo invece che SOTTO le coperte

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dove eravamo rimasti?

Si lo so, la frase appartiene al compianto Enzo Tortora che, pace all’anima sua, non ha fatto una bella fine.

Però domenica, quando mi sono ritrovato sul campo da beach tennis, con la racchetta in una mano, la pallina pronta per la battuta nell’altra, con i mio socio che mi incitava e, dall’altra parte della rete, la stessa coppia con cui avevo concluso malamente la mia stagione beachtennistica l’estate scorsa….beh sono proprio le parole che ho pronunciato sottovoce.

Per la cronaca l’esordio è avvenuto con un 6-2 3-6 6-0. Dignitoso, anche se mentalmente abbiamo mollato dopo aver vinto il secondo set. Però loro giocano già da un mese mentre per me era veramente l’esordio stagionale e soprattutto…volevo uscire dal campo con le mie gambe!

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Voglia di mare

Sarà l’escursione in metropolitana senza il funzionamento dell’aria condizionata,

sarà che incomincia veramente a far caldo e le donne non mettono più le calze,

sarà che ho voglia di sentire la sabbia sotto i piedi mentre guardo il mare.

sarà che il mio socio di beach tennis è da due settimane che mi sta aspettando,

sarà che ho voglia degli aperitivi da GustaVino e della passeggiata serale in bermuda,

sarà che ho voglia di leggere un libro mentre il sole mi cuoce,

cazzarola, ma sabato finalmente  si inaugura la stagione estiva !!!!

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