Ho sempre considerato FB solo come una vetrina per il mio blog, un modo per condividere con più persone i miei pensieri.
Questa volta però è accaduto il contrario.
Un post scritto su FB all’interno di un gruppo, mi ha dato l’occasione di parlare un po’ di me, del mio lavoro e di conseguenza della mia passione, i libri. E allora perchè non ripostarlo qui?
So che sembrerò presuntuoso…ma ho lavorato nei libri dal 1989 fino a due anni fa. Per chi non lo sapesse mi occupavo della produzione (cosa che tutt’ora faccio ma non per i libri), la stampa, la carta e fin dal principio avevo la buona usanza di portarmi a casa quel che facevo.
Negli ultimi 15 anni poi, l’ho fatto per una grossa casa editrice e conseguentemente ricevevo una copia campione per ogni novità ed ogni ristampa che facevamo. Fate conto più di 800 novità e 1.500 ristampe circa ogni 12 mesi.
Moltiplicate questi numeri per 15 lunghi anni e avrete un’idea di quanti libri sono passati tra le mie mani.
Purtroppo questa sorta di bulimia mi ha fatto diventare un po’ inappetente, un po’ come un pasticcere che non sopporta più i dolci.
I libri sono diventati per me degli oggetti, carta stampata, a prescindere magari dal loro contenuto.
Sono stato costretto a iniziare a selezionare, a tenere quelli che avevano un valore particolare per la storia che si portavano dietro, almeno per me.
Ho un libro della Mazzucco che mai leggerò ma che per il fatto che mi ha fatto sudare per quelle oltre mille pagine da stampare e rilegare, conservo ancora.
Ho una tiratura limitata, in occasione dell’anniversario di Valentino, con un’orribile confezione kitsch che però non darei via per nulla al mondo.
Ho un numero speciale con i fumetti di Paperino che penso mi abbia fatto venire i primi capelli bianchi e mi abbia fatto perdere una partita della Juve in coppa dei campioni (allora si chiamava così).
Ho libri con dedica fatti da autori che ho avuto la fortuna di conoscere. Uno su tutti La Rabbia e l’Orgoglio di Oriana Fallaci, a cui sono distante anni luce come idee ma di cui ammiro la forza e caparbietà (talmente caparbia che quando la conobbi mi sbattè fuori di casa…ma va be, questa è un’altra storia).
Ho conservato i thriller, poi i romanzi che mi incuriosivano, i libri divertenti, quelli con una copertina originale o quelli talmente originali che ancora oggi non ho ancora capito (Codex di Serafini ad esempio).
Ho libri per bambini e ragazzi che mio figlio non ha mai cagato nemmeno di striscio (e cazzo, non riesco proprio a farlo appassionare alla lettura).
Ho cercato di riempire con le più robuste delle librerie casa mia, ma alla fine sono un ammasso indistinto e confuso di libri colorati che nel 90% non riuscirò mai a leggere.
La mia libreria è piena e disordinata, come lo sono i miei cassetti e la mia testa.
Nel primo caso, mi riprometto di dedicarci tutto il tempo necessario quando magari andrò in pensione (ammesso di andarci). Nel secondo cerco di separare i sogni dai calzini. Nel terzo invece è una battaglia persa. 😉