Archivi tag: generazioni

Del beach tennis, del caffè mancato e dei salami

Ieri io e Silvestrino abbiamo fatto un torneo di beach tennis. Era uno di quelli “gialli” dove le coppie non sono fisse e ad ogni partita si cambia partner. Più gioco che sport…però comunque divertente. La formula poi era particolarmente articolata perchè prevedeva dei gironi maschili e dei gironi femminili e poi, essendo maggiori i partecipanti maschietti, i vincitori di ogni girone si “accoppiavano” con le donne e i migliori piazzati tra gli uomini se la giocavano fra di loro in una sorta di torneo parallelo.

Be’, Silvestrino ha vinto alla grande il suo girone (ed erano tutti adulti) andando poi a giocarsi i quarti, la semifinale e poi una finale a sorpresa dove si è ritrovato con una ragazza (anche se aveva più del doppio dei suoi 14 anni) oggettivamente un po’ scarsina, almeno in confronto ai due che avevano di fronte. Cio nonostante è arrivato ad un passo da una vittoria netta (vinceva 5-2 ) salvo poi farsi rimontare fino al tie-break che li ha visti soccombere per un pelo.

Io invece, tra i migliori dei più scarsi, ho fatto un percorso analogo ma solo tra i maschietti, arrivando a mia volta alla finale dopo una seminfinale al cardiopalma (anche in questo caso vinta di un soffio al tie-break) salvo poi soccombere clamorosamente e con molta meno suspance, con un secco 6-0.

Con questo torneo temo si possa ormai ufficializzare il sorpasso di Silvestrino al sottoscritto…largo ai giovani.

Comunque peccato perchè in entrambi i casi c’era in palio per i vincitori una bella macchina per il caffè…e sono passato dal rischiare di portarne a casa ben due (e qui a casa mi avrebbe fatto comodo) …ad accontentarmi del buono sconto della salumeria vicino a casa.

Va be’, mi rifarò coi salami…

https://i0.wp.com/www.boronisalumi.it/img/s-mantovanoz.jpg

 

15 commenti

Archiviato in figli, il gatto syl, me myself and I, Sport

segnali che ti fanno capire che stai invecchiando…

Oggi in mensa…sono solo, occupando un tavolino da 4.

Giustamente si siedono accanto a me due non colleghi. Da qualche tempo la mensa è aperta anche ad altre aziende che “abitano” da noi, in questo caso è un’assicurazione.

Cerco di non ascoltare ma la curiosità alla fine vince (e poi erano nel mio stesso tavolo, difficile non farlo).

Lui classe ’84, vestito blu, senza cravatta, longilineo con barbetta fintemente trascurata; Lei stagista in procinto di laurearsi alla sua prima esperienza lavorativa.

Lui dispensa di consigli pieno di se…“io di qui, io di la…la nostra azienda ha una classe manageriale giovanissima…pensa che tutti quelli che contano (io tra loro) hanno si e no poco più di 30 anni…e i risultati si vedono…non ci sono per fortuna tutti quei funzionari cinquantenni che ormai hanno dato e non offrono più niente, sono lenti, poco innovativi, ammuffiti…”

E’ vero che non lavoro nella loro azienda, ma considerando che per quanto giovanile i miei cinquant’anni si vedono abbastanza chiaramente, rifletto sulla poca delicatezza del manager rampante che comincio a odiare pensando seriamente a come potrebbe improvvisamente rovesciarsi il mio bicchiere d’acqua verso la sua parte…

Lei pende letteralmente dalle sue labbra. Secondo me si è anche innamorata…fa gli occhioni da cerbiatta, lo ringrazia per i preziosi consigli ed è orgogliosa di fare il suo stage in un’azienda giovane come questa…

Confesso di essere un po’ nauseato. Ho sempre ammirato la freschezza di chi è più giovane di me ma se abbinato alla supponenza senza esperienza il mix diventa disgustoso.

Si alzano…finisco di consumare la mia macedonia e ripenso all’allenamento di sabato.

Poteva andare meglio…33 km invece che 35 e patendo non poco nel finale….se quella maledetta dissenteria non mi avesse preso dopo una ventina di chilometri. Che corsa di m…

 

49 commenti

Archiviato in il gatto syl, Lavoro, me myself and I

Delle regole del blog e dei libri belli

Quando ho aperto il blog mi ero dato poche semplici regole da seguire.

Almeno un paio di post alla settimana, non troppo lunghi da leggere in un paio di minuti e corredati con un video, meglio se con una foto.

Ecco…sulla prima regola sto marcando veramente male.

Non è che non ho cose da dire…ma è la testa per trasferirle nero su bianco che manca.

Comunque oggi, con lo spirito di un autore un po’ scazzato che deve per contratto consegnare un testo da pubblicare al suo editore (devo fare qualcosa per il mio ego che sta diventando bulimico), vi parlo di uno dei libri che ho letto recentemente.

L’ultima settimana di settembre di Lorenzo Licalzi, autore che io amo.

E’ la storia di un rapporto, tra un nonno che pensava di non aver più nulla da dare ed un nipote quindicenne che non sapeva di poter dare così tanto.

Il tutto on the road, come nei migliori film, con un cane ingombrante, un’auto d’altri tempi e tanti personaggi che definirli di contorno è riduttivo.

Licalzi ha la capacità di far ridere e commuovere nell’arco di poche righe e in questo romanzo ci è riuscito benissimo.

Se vi piace leggere e lasciarvi toccare dai sentimenti, ve lo consiglio vivamente.

Io nel frattempo penso con ansia ai 35 km che dovrò farmi domani per allenamento. La mia tabella di marcia su Venezia procede tutto sommato bene e domani svalico il punto più duro di questi mesi di preparazione.

https://i0.wp.com/www.rcslibri.it/wp-content/uploads/2015/08/07/292706/3401219-9788817083119.png

 

21 commenti

Archiviato in Amore, libri, me myself and I

Ma noi siamo più forti, bastardo

Questo weekend i miei sono venuti a trovarci. E’ sempre curioso vedere le mie due generazioni più vicine relazionarsi insieme. In modo particolare mia mamma e mio figlio.

Sabato, complice una giornata al mare, Sylvestrino si era ridotto a dover fare i compiti di matematica la sera. Io lo supportavo, distratto però dal derby che davano in TV, sua mamma era ko dall’influenza, ed ecco quindi la nonna rispolverare gli occhiali e mettersi li con carta e penna a fare moltiplicazioni e divisioni per vedere se i compiti del nipote erano giusti.

Li guardavo e, in mia mamma, rivedevo la parrucchiera che stanca la sera tornava a casa, apriva l’agenda e faceva di conto per quadrare l’incasso della giornata.

La stessa detrminazione, la stessa concentrazione, la stessa calligrafia, con i numeri che invece di essere incolonnati pendevano sempre verso destra per la troppa foga e velocità nel fare le somme.

Il risultato è che Sylvestrino ha imparato per bene le divisioni a due cifre e io e mia mamma abbiamo fatto un bel ripasso, visto che ora la tecnica del cappello e del riporto a capo non ha per noi più segreti.

Oggi però mia mamma è andata a fare la sua ormai consueta visita oncologica.

E gli esami non sono andati bene.

Lo sconforto rappresenta la prima ferita che si riapre in questi casi e la prima su cui cercare di intervenire.

Ecco,  io l’ho esortata a metterci in questa nuova battaglia la stessa determinazione con cui faceva le operazioni 3 giorni fa.

Questa volta saremo io e mio padre ad aiutarla nei compiti.

compiti a casa

compiti a casa

38 commenti

Archiviato in Amore, il gatto syl, me myself and I, Salute e benessere