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dei dazi da pagare e di altre amenità

Ieri ho corso. E’ stato stupendo riprendere dopo un mese. Nelle mie intenzioni, dopo aver puntato la sveglia alle 5,45 ed essermi vestito con pantaloncini e maglietta, c’era di camminare e correre in maniera alternata….qualche minuto in un modo e qualche altro nell’altro.

L’aria era piacevolemnte frizzante, il sole già oltre l’orizzonte, e le cuffiette mi deliziavano con la mia playlist da corsa. Ho fatto partire il mio garmin e ho camminato…per 20 metri, poi ho cominciato a corricchiare…nessun dolore…tutto bene, proseguo così.

Per tutto il tempo sono un po’ sul chi va la per capire se la gamba da qualche segno di cedimento. In realtà dopo quasi mezz’ora qualche fastidio al quadricipite lo avverto, ma non è il nervo sciatico, ma più banalmente il muscolo che non è più abituato.

Torno verso casa e ci arrivo 7 km dopo essere partito. Sono soddisfatto e felice per essere riuscito a correre. Ovviamente camminando ho percorso solo i 20 metri iniziali.

Il giorno dopo però l’ho pagata. Muscolarmente questa volta. Ho le gambe indolenzite, indurite, cammino come uno zombi. Ho esagerato. Se correvo un po’ meno forse oggi sarei già riuscito a correre ancora, invece devo aspettare almeno un paio di giorni per sciogliermi un minimo. Pace.

Nel frattempo ho trascorso una giornata molto intensa. Prima una riunione organizzativa, un cambiamento necessario ma non certo ben voluto dalle persone coinvolte. Mi è venuto il mal di stomaco, devo imparare a somatizzare meno le tensioni lavorative.

Poi la riunione sulla valutazione delle risorse. Una sorta di festival dell’ipocrisia in cui, dopo aver dato le pagelle, bisogna spiegare perchè e percome abbiamo dato quel giudizio. Le budella sempre più attorcigliate.

Poi la lezione al master. Stavolta i ragazzi mi sono sembrati più interessati e io mi sentivo a mio agio nello spiegare loro i segreti della produzione dei libri.

Ho concluso la serata con mio padre. Visto che il frigo ormai è vuoto in vista della sua partenza per la romagna, siamo andati a cena in un posticino che conosceva lui. Spaghetti al cartoccio…a parte il fatto di averli aspettati tre quarti d’ora nonostante ci fossero più tavoli vuoti che pieni, non mi hanno fatto impazzire…anzi. Ma fa niente…dopo una giornata intensa chissene.

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