Oltre ad essere gatto faccio parte dell’universo maschile e in quanto tale, se colpito da un’influenza, sento che potrei non arrivare a domani.
C’ero cascato già durante le vacanze natalizie e ora, dopo un paio di settimane, ci sono ancora dentro.
L’uomo, pardon, il gatto, quando è ammalato si imbruttisce. Per prima cosa non si fa la barba. Poi il pigiama o la tuta vengono indossati fino a che sono in grado di camminare da soli.
I pasti si riducono a tristi minestrine in brodo o altrettanto tristi paste in bianco.
La tachipirina diventa il tuo miglior alleato e il termometro colui (il mio termometro ha personalità) che dice quando è il caso di prenderne. Tanta febbre 1.000, poca febbre 500, pochissima febbre, aspetta finche non diventa almeno poca.
Il letto pare una cuccia per cani. Ormai c’è l’impronta del mio didietro. Il cuscino una massa informe che staziona stancamente tra la testa e la testata…del letto.
A momenti alterni si cambia l’aria alle stanze. Quando sono in cucina si apre la camera e quando sono in camera si apre la finestra della cucina. Tutto per disorientare quei pinguini che tentano di entrare.
Sono pure andato dal medico. Pensavo di essere giù in via di guarigione e invece la febbre è aumentata. Nemmeno lui mi ha dato soddisfazione….”ma come, nemmeno un antibiotico?”….”E’ virale, non servirebbe a niente”. Si però solo per l’impegno di essere venuto fin qui almeno una pastiglia Valda o una Zigulì potrebbe prescrivermela…
Niente, devo proprio rassegnarmi nell’essermi preso una banale influenza. Niente corsa, niente beach tennis…un buon libro e un piumone confortevole.
Nel frattempo cuccatevi lui….mi fa scompisciare dalle risate almeno.
Quanto a me….se non sopravvivo….è stato bello conoscervi.
http://video.repubblica.it/divertimento/usa-agente-canta-al-volante-dipartimento-pubblica-video-su-youtube/189128/188050?ref=fbpr