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Inno al bugiardo…

In realtà a quello piccolo, il Bugiardino.

Si perchè ormai, con gli acciacchi della vecchiaia questo gatto si ritrova sempre più spesso ad avere a che fare con il magico mondo della farmacia e dei suoi prodotti.

Di natura non sono puntiglioso e meticoloso, ma quando acquisto un medicinale provo almeno a dare un’occhiata a quel diabolico foglietto che risponde al nome di Bugiardino….che gia il nome è un programma. Non per altro, ma almeno per capire come e quando devo prenderlo….mai sia che cerchi di inghiottire una supposta fuori dagli orari prescritti.

Ecco, una volta srotolato quel papiro inizia l’inferno.

Per prima cosa incomincio ad avvicinare e allontanare il foglietto cercando la distanza giusta per poter capire che…sto leggendo il testo in corpo 4 all’incontrario. A quel punto di norma vado alla ricerca degli occhiali ….dove li avevo messi?

Una volta messo a fuoco il testo comprendo subito quando il farmaco NON deve essere usato….e qui mi chiedo se al marketing facciano approvare l’impaginato dallo stagista di turno.

Dopodichè si passa alle precauzioni d’uso in cui sostanzialmente ti dicono che se ti viene il mal di testa, il prurito, la cagarella, la febbre, l’ictus, l’infarto o il decesso per morte violenta è meglio sospendere la somministrazione e consultare il proprio medico.

Poi ti dicono con quali altri medicinali ci potrebbero essere problemi, e lo fanno con una spettacolare supercazzola (cito testualmente: se somministrato in concomitanza con la pinpirillina, può elevare le concentrazioni plasmatiche di digossina. Si raccomanda il monitoraggio dei livelli sierici di digossina).

Indi ci sono le descrizioni degli effetti gatrointestinali, epatico, renali, cutanei, cardiovascolari e cerebrovascolari, (giro pagina) ematici, asmatici.

Alcune volte in alternativa ci può essere la classificazione degli effetti indesiderati per probabilità: molto comuni (uno su dieci…meno di un’interrogazione a scuola) comuni (da uno a 100, tipo la lotteria di beneficenza proposta dal Cral), non comuni (1 su mille ce la fa….cantava Morandi) per finire con quelli non noti….cioè mi dicono che oltre ai mille sintomi fin qua proposti (la morte delle cellule sulla superficie dell’occhio desta ad esempio un po’ d’impressione), ce ne potrebbero essere pure degli altri…che ne so terremoti, maremoti, alluvioni o le cavallette.

Poi di solito mi concedo una piccola pausa curiosando cosa dovrei fare se fossi in gravidanza o in allattamento (mai sia, metti che…) e torno a concentrarmi finalmente sul mio obiettivo iniziale. Quando e come.

Certo, se poi uno si vuol tirare la zappa sui piedi può sempre prendere una dose eccessiva e scoprire che è meglio rivolgersi immediatamente al più vicino ospedale.

Dopo aver letto questo compendio di medicina….giuro ho pubblicato libri che avevano meno parole di quei foglietti….e aver scoperto di rischiare la vita, la cecità, la paralisi e la cagarella ogni volta che prendi un’aspirina, inizia il bello…..ripiegare il fogliettino.

Lavoro nel settore grafico e vi posso assicurare che le pieghe più semplici sono quelle dove…prendi un foglio, lo dividi in due….poi ancora in due….e così via….ma qui invece è più facile risolvere il cubo di Rubik che ripiegare correttamente il foglietto.

Ti ritrovi così dopo vari tentativi, a sacramentare in cirillico per piegare poi in qualche modo il bugiardino e infilarlo in maniera approssimativa nella scatolina che, già occupata dai blisterini o dalle boccette, sembra improvvisamente presa da un attacco di bulimia.

Oh là…ecco fatto….ora però ho bisogno di un ansiolitico.

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piano A, piano B e piano C

No, non mi sto dando alla musica classica.
E’ che per oggi c’era un piano A molto allettante che prevedeva la mia prima lezione di beach tennis a Milano. Mi piaceva l’idea di trovarmi sulla sabbia da queste parti con la racchetta e la pallina a scambiare pallonetti e schiacciate con un insegnante e un paio di nuovi giocatori con cui magari organizzarmi anche questo inverno.
Poi stamattina, visto il maltempo fuori stagione che rischiava di compromettere la lezione all’aperto, ho elaborato il piano B. Visto che è martedì c’è sempre il buon Paolo che garantisce una buona lezione di spinning in palestra.
Così la borsa sportiva già preparata con racchettone da BeachTennis, pantaloncini, maglietta, occhiali da sole e bandana d’ordinanza, si è rimpita anche di pantaloncini da ciclista maglietta Briko, scarpette da spinning, cardiofrequenzimetro, costume da bagno per l’immancabile sauna e….ah si, le mutande….me le stavo dimenticando come sempre. 😉
Quello che non avevo calcolato era il piano C. Un mal di testa allucinante che ha miseramente cancellato i primi due (per la cronaca piove per cui avrei optato per il B) facendomi ritrovare a casa con caffèlatte e biscotti, copertina e telecomando in mano…che tristessa!

Ma domani mi rifaccio.
Serata texmex (cucino io…sperem) con gli amici a base di birra, tequila e rutto libero!!!

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stasera pedalo in palestra

Stasera ho deciso. Vado a fare la mia bella lezione di spinning. Certo che questo mal di testa è da due giorni che non mi molla. Strano perchè di solito non ne soffro mai. Si vede che le tensioni di questo periodo incominciano a passare alla cassa. E poi ho ancora gli strascichi dell’influenza di settimana scorsa.

Vabbè o schiatto o mi passa tutto.

C’è Maurizio a farci pedalare. Bene è il più meglio (licenza poetica n.d.r.). Il mal di testa però intanto cresce. Lui si sistema il microfono e dalle casse ad alto volume vengono sparate scariche elettrostatiche. Con l’emicrania che mi ritrovo sembrano una raffica di mitra che mira la mia parte occipitale sinistra. Mi scoppia la testa. Incomincio a pensare che forse non ho fatto la scelta giusta a venire in palestra stasera. Se inoltre il capobranco minaccia che “stasera sarà durissima” il mio dubbio aumenta ulteriormente.

Poi la musica parte e come per magia la testa smette di duolermi.

Si rivela una magnifica lezione. Effettivamente dura.

Ho qualche problema di respirazione. Devo ricorrere frequentemente ai fazzoletti di carta. Liberarmi infatti il naso come normalmente faccio quando vado in bici outdoor non penso sarebbe ben visto dai miei vicini di bike.

Siamo in dirittura di arrivo. Maurizio proclama l’ultimo esercizio. Un minuto di running (l’esercizio più duro che consiste nel pedalare in piedi ad alta velocità), poi due  e poi tre, intervallati da 60 secondi di pedalata in sella. Il ritmo è sostenuto, il fiato corto e i crampi in agguato.

“Siccome siamo a fine lezione e l’esercizio è moooolto impegnativo, per compensare la sofferenza vi consiglio di compierlo chiudendo gli occhi e pensando a qualcosa di piacevole” suggerisce lui.

Io come un soldatino obbedisco.

E funziona.

Chiudo gli occhi, pedalo e nonostante la fatica sorrido perchè con questo pensiero, il pensiero di te, potrei andare avanti non uno, non due  e nemmeno tre minuti, ma almeno mille…e mille.

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lo so…

…faccio parte dello stereotipo maschile che con qualche lineetta di febbre (37,5 per l’esattezza) sembra abbia già un piede nella fossa.

Avevo il raffeddore, malattia infingarda, un mal di gola fetente, il tutto coronato con un bel mal di testa. Sembra chissà chè ma in realtà nulla. Nulla che mi impedisse realmente stamattina di farmi la barba, colazione, doccia vestirmi e uscire per andare in ufficio come tutte le mattine.

Invece quando ho aperto la porta della doccia mi sono detto….”ma perchè?”.

C’era un letto, ancora sfatto che mi diceva “vieni…vieni” e come non farsi tentare.

Una bella e-mail in ufficio e via….giornata di cazzeggio. Libri, ronfate, internet, ogni tanto qualche telefonata, a volte anche di lavoro.

Conosco il mio fisico e so che quando manda questi segnali il messaggio è “caro Sylvestro, fermati un giro ai box per un pit stop”.

Domani si riparte. Ne sono sicuro.

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