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Appunti greci

Le lettere sono diverse. Il copia e incolla sul navigatore è stato determinante.

L’isola su cui ero non aveva molte spiagge di sabbia ma per lo più ghiaino. Se ti guardavi solo alle spalle avevi la sensazione di essere in una cava. Poi se ti volgevi al mare…

Il mare non so se abbia 50 sfumature di azzurro ma di sicuro ne ha tante che vanno dal verde acqua al blu oltremare. La sensazione era di essere in una piscina naturale. Davvero fantastico.

Se fai il morto e hai le orecchie sott’acqua puoi ascoltare rumori lontanissimi. Ricordo che lo facevo anche da piccolo nella vasca da bagno, ma francamente non so perchè mi è venuta in mente questa cosa.

La cucina non è molto varia però si mangia discretamente senza spendere cifre folli. Ho sempre odiato l’aglio, ma per queste due settimane ho dovuto fare una deroga per lo tzatziky.

Non bisogna mai, ma proprio mai, gettare la carta igenica nel water. Quando fai quella grossa fa un po’ impressione.

C’è vento.

C’è sempre il sole.

Forse le due cose sono collegate ma non ne sono sicuro.

Nei paesini ci sono ancora le piazze coi tatnti tavolini dove la gente si incontra la sera. Ho rispolverato il significato della parola Agorà.

Quando vai al ristorante ti portano il conto scritto a mano e tu non ci capisci una cippa. Comunque non superi mai i 20 euro, per cui va bene così.

Il vino greco è imbevibile. Meglio la birra, soprattutto se servita nei boccali ghiacciati.

Il freddo cappuccino ha il suo bel perchè.

Se sei fortunato vedi anche i delfini.

Non esistono i bidet.

I tramonti sono emozionanti, ma davvero.

Ci tornerei.

PS: nell’ultima foto non stavo facendo la pipì.

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L’alba di un nuovo giorno

Durante le mie vacanze abbiamo provato l’ebrezza della barca.

In compagnia di amici abbiamo preso contatto tramite un sito con il proprietario di una barca a vela, un 47 piedi…che pensando ai miei penso sia una bella lunghezza.

Gli accordi erano per una minicrociera di 24 ore. Certo l’adriatico, soprattutto quello alto, non è che offra scorci indimenticabili, ma l’obiettivo era “provare” la vita da barca, soprattutto passandoci una notte.

Siamo stati fortunati perchè lo skipper era un simpatico signore, molto tranquillo ma che sapeva coinvolgere un po’ tutti, dandoci qualche rudimento sull’esperienza nautica.

Il mare e il tempo fortunatamente erano dalla nostra parte, anche se fin da subito si è visto chi teneva botta al mal di mare e chi invece no. Io modestamente potrei tener botta in mezzo al pacifico con l’onda lunga mangiando una parmigiana di melanzane…ma non è del mio stomaco che volevo parlarvi.

Volevo invece raccontarvi di come riescono ad essere speciali due momenti della giornata quando sei in barca. Il tramonto e l’alba.

Nel primo caso ce la siamo gustati appena saliti, visto che siamo partiti verso sera, forse un po’ troppo frettolosamente e non ancora a nostro agio nel nuovo ambiente, ma nel secondo….

Dopo una serata passata a chiacchierare, sono andato a dormire in cabina…o almeno a tentare, visto che il cigolio del legname della barca era particolarmente fastidioso, almeno nel silenzio della notte. A un certo punto mi sono alzato (faceva anche caldo) e affacciandomi sul pozzetto (ho scoperto che si chiama così la “zona giorno” ) ho scoperto che eravamo al largo, vicino alle piattaforme petrolifere. Devo dire che nella loro bruttezza erano anche affascinanti…cattedrali nel deserto, luci di riferimento per navigazioni notturne. Immagino che vita deve fare chi ci lavora sopra…

Però nel buio della notte (saranno state le 4) già si cominciava a intravedere un leggero bagliore a levante e a quel punto non si poteva non rimanere affascinati dallo spettacolo della natura.

Il rumore dello scafo che infrangeva le onde, il cigolio delle assi, l’umidità notturna e il rumore delle corde che si tendevano, il tutto con questo chiarore che passava dalle sfumature più scure a quelle più chiare, fino a far emergere questo disco arancione che lentamente si apprestava a prendere il suo posto nel firmamento.

Beh….ne valeva la pena.

 

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Degli arancini e del cannolo siciliano

Ormai sono passati una decina di giorni, ma il weekend passato in Sicilia per quell’addio al celibato è stato proprio carino.

A Palermo non ci mettevo piede dalla scuola media per cui per me è stata veramente tutta una scoperta, anche se in Sicilia in un recente passato ci ero già stato.

Partenza all’albissima, tanto da poterci permettere di arrivare a Mondello e fare colazione di prima mattina con la granita al caffè…se il buongiorno si vede dal mattino…

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Poi via verso il centro…passaggio veloce in albergo e poi in giro per la città.

I mercati in genere mi hanno sempre affascinato, ma Ballarò merita veramente. Mille colori, mille odori, urla, motorini, le zucchine più grandi che abbia mai visto…veramente curioso e piacevole.

ballarò

Pranzo tranquillo…se non fosse per la mia malsana idea di voler provare il polpo fritto…un chewingum.

Poi ancora in giro per la città, curiosando senza meta…

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Pausa tecnica in albergo…sono riuscito a farmi rompere le balle dall’ufficio pure li, e poi chiusura della giornata nuovamente alla spiaggia di Mondello.

Ammetto…pensavo meglio. Mare sporco e la spiaggia ancor di più. Dicono che abbiamo beccato la giornata sbagliata…toccherà tornarci.

La sera poi, sia per cena che per la movida, è stato carino soffermarsi in quella parte di Palermo.

Sono crollato a letto 22 ore dopo essermi svegliato la mattina. Direi che per il primo giorno poteva andare.

Nel secondo invece abbiamo deciso di uscire un po’ e andare a San Vito Lo Capo.

A parte il fatto che il mio navigatore (tanto per cambiare guidavo io), non il tom tom, ma uno dei miei compagni di avventura, ci ha portato quasi a Mazzara del Vallo prima di accorgersi dell’errore di percorso, è stata una giornata stupenda.

Il posto meraviglioso, una mare fantastico, anche se l’acqua era gelata. san vito lo capo  Spiaggia tranqulla e soprattutto grandi abbuffate di arancini e cannoli. Veramente…sia per gli uni che per gli altri i più buoni che abbia mai mangiato.

Sono arrivato a sera con un personale di 5 arancini, 3 cannoli cannolo siciliano IMG_3626 più altre prelibatezze accessorie. La cena non ce l’abbiamo proprio fatta a quel punto.

La mattina dopo era già tempo per il rientro.

In pratica un blitz…buona compagnia, chiacchiere in libertà….certo non abbiamo fatto le tipiche cose da addii al celibato, ma lo sposo era un cinquantenne e noi gli andavamo tutti dietro, per cui più di tanto non ci interessava.

Sicuramente da tornarci alla prima occasione.

Non sono riuscito infatti ad assaggiare il panino con la milza che Valentina mi aveva caldamente consigliato. Mica posso rimanere con questo dubbio, no?

 

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Ore 19: io e il mar Adriatico

Ti ritrovi a entrare nel mare, in quel mare che non è certo famoso per essere bello e cristallino, ma che questa sera sembra in serata buona.

Ci entri con l’obiettivo di fare un tuffo e quattro bracciate, perché sono 10 mesi che il rapporto più stretto che hai avuto con l’acqua è stato sotto la doccia.

L’acqua non è fredda e nemmeno calda. E’ solo calma, liscia, un olio.

Cammini per i soliti venti trenta metri, prima che la profondità dell’acqua ti permetta di tuffarti.

E’ bella quella sensazione, immergersi nell’acqua, fare qualche metro sotto, riemergere e incominciare a nuotare, sollevando prima un braccio e poi l’altro, lentamente.

Di norma fai la respirazione ogni tre bracciate, non c’è un perché ma ti sembra equilibrato così.

La mente è sgombra, sembra ripulita dall’acqua, come la tua pelle dalla sabbia mentre ti immergevi.

Nuoti per qualche minuto, lentamente e senza accelerazioni. Poi ti fermi. Guardi la boa, quella posta a 300 metri di distanza e la vedi più vicina della spiaggia. Decidi di proseguire, nuotando a dorso. Non ci sono ostacoli e il sole al tramonto ti aiuta a mantenere la giusta direzione. Di solito il dorso è uno stile in cui ti devi fidare, delle tue sensazioni, delle bandierine per la virata, dei rumori…ma stasera non ci sono particolari motivi per non fidarsi.

Il mare è solo tuo.

Anzi no. Quando ti fermi a controllare quanto manca a quella boa bianca ti accorgi che a pochi metri di distanza, gabbiani pigri oscillano sulle piccole onde che le tue bracciate hanno provocato. Ti guardano straniti e poi tornano a godersi il loro riposo dopo una giornata di pesca.

Gli ultimi metri li percorri a rana. Hai un bellissimo stile a rana, almeno così ti avevano fatto credere da ragazzo quando arrivasti primo alla gara parrocchiale durante le vacanze estive.

Finalmente la raggiungi quella boa, e aggrappandoti per riposarti immergi la testa all’indietro, come se dovessi lisciarti i lunghi capelli che in realtà non hai più da diversi anni.

Guardi la spiaggia. Ti concedi ancora qualche minuto di riposo prima di puntare al tuo nuovo obiettivo, la spiaggia dagli ombrelloni arancioni. In realtà sai che sono a spicchi gialli e rossi, ma tu è così che li vedi da quella distanza.

Riprendi a stile libero. Sempre una respirazione ogni tre, almeno finché il fiatone non ti obbliga a passare a quella ogni due.

Lentamente ti riavvicini alla riva e te ne accorgi non solo dagli ombrelloni che tornano ad essere bicolori, ma dal fondo sabbioso che incomincia a far percepire i motivi ondeggianti delle piccole dune sommerse.

Continui finché non senti la sabbia sfiorarti le dita…o forse il contrario.

Ti alzi. Torni ad avere il tuo peso che per una ventina di minuti avevi perso, anzi ti sembra di essere ancora più pesante, per via della stanchezza.

Il sole sta ormai scomparendo dietro i palazzi del lungomare.

Ti aspettano una doccia e una birra, non necessariamente in quest’ordine.

Benvenuta estate.

nuoto

 

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in ordine sparso

  • Il mio progetto mi sta divorando. Oggi due sole pipì chilometriche e manco un caffè.
  • Settimana scorsa è stata fantastica. Una vacanza all’interno di una settimana lavorativa.
  • Si lo so, le due affermazioni di cui sopra sembrano in antitesi.
  • La carbonara è più buona con due tuorli e un uovo intero.
  • Ho iniziato ufficilamente la mia stagione romagnola. 5 vittorie, 2 sconfitte, 17 chilometri corsi e due bomboloni tra i dati statistici più rilevanti.
  • Il bagno però non l’ho fatto…troppo freddo ancora.
  • Ho rischiato di scottarmi,  per ora mi sto abbronzando.
  • Quel ramo del lago di Como ha il suo fascino…però preferisco il mare.
  • Passare dal lavarello alle seppioline è un attimo a pensarci bene.
  • La crema al caffè di gustavino ha sempre il suo bel perchè.
  • Il duello tra Marquez e Lorenzo è stato da favola. Ci fosse stato Valentino, da nonno lo avrei raccontato ai miei nipoti.
  • Oggi hanno consegnato il diploma elementare a Sylvestrino. Mi sono commosso guardando la sua foto col tocco in testa.
  • Prandelli ha sbagliato. Rossi, non Valentino, doveva portarlo in Brasile.
  • Gomorra è una figata come serie TV.
  • Finalmente torno a leggere seriamente al mare.
  • …ah dimenticavo…mi hanno regalato anche una stella 🙂

The questionnaire

 

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cartoline dal mare

Si come quelle cartoline che arrivavano a destinazione quando la scuola era già iniziata perchè le compravi l’ultimo giorno e poi le scrivevi e le spedivi direttamente da casa. Fa nulla se sulla cartolina c’era il mare e il timbro era di Milano, quando la vedevi nella casella della posta, sorridevi.

Le mie cartoline del mare raccontano di:

Beach tennis, tanto beach tennis. Tanti tornei con mio figlio (in uno con grandissima soddisfazione per aver raggiunto incredibilmente le semifinali) e uno di quelli seri con un compagno occasionale che mi ha permesso di passare il girone di qulificazione al primo posto…impensabile per me…ho gongolato per giorni.

Pesce, scorpacciate di pesce. Come se piovesse dal cielo, anche se alla fine a Vallugola non ci siamo andati.

Libri…quattro, il migliore La verità sul caso Harry Quebert…mi è piaciuto molto

Abbronzatura. Minchia se ero nero…poi col fisichino che mi è venuto.

Corsa. Ho fatto un ulteriore salto di qualità. Nel solo mese di agosto ho macinato 170 km e ho provato per la prima volta a superarne trenta in un colpo solo. In generale ho corso con soddisfazione ma in quell’occasione no. Gli ultimi 3 km li ho fatti proprio sulle ginocchia e quando sono arrivato ho pensato: “minchia e io dovrei farne altre 12 in più?”

Bomboloni. Erano il mio premio per la corsa, da consumarsi con un cappuccino e un litro d’acqua fredda. Uno se correvo 10 km e due se superavo i 20. Quando ho fatto i trenta stavo male e ne ho preso solo uno…ne avanzo due.

Mare. Rispetto agli anni scorsi ho nuotato di meno. Nemmeno una volta fino alle boe. Se un giorno voglio buttarmi su triathlon dovrò mettemi di buzzo buono.

Passeggiate sul bagnasciuga. Mai fatte… a parte tre giorni in cui ho compensato.

Foto. La mia reflex non l’ho usata molto. Mi sono divertito però con instagram…il trip del social ormai mi possiede stabilmente.

Iphone. Cazzo ma ormai si scarica in mezza giornata. Incomincio a nutrire perplessità su Cupertinoland.

Materazzi. Gioco meglio di lui a beachtennis. Lui mi batte a tatuaggi.

Carte. Mi rifiuto di imparare a giocare.

Musica. Nessun tormentone particolare.

Ballare. Ci sono andato una volta sola e l’ho già raccontato.

Mio figlio. La sera prima della mia ripartenza per Milano mi ha fatto venire gli occhi lucidi. Però è proprio bravo…e ho scoperto che ha l’animo del commerciante. Penso potrebbe vendere frigoriferi agli esquimesi anche se ha solo 9 anni… e poi cazzo, i suoi occhi mi lasciano senza parole ancora oggi.

Infradito. Mi mancano.

Riccione - Cartolina panoramica

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Il lungo

No questa volta il corto e il paciocone non c’entrano.

Il lungo è quello che ho fatto ieri, da Riccione a Cattolica e ritorno. Dovevo fare 16 km ma, da vero sborone, ne ho fatto quasi 20.

Perchè la sera prima siamo andati a cena proprio li, sulla darsena, e facevo il figo a chiedere “ma secondo voi quanti chilometri ci sono da qua a casa?”.

Poi c’è la mattina, che sarà anche fresca ma il caldo viene subito. Poi c’è quella bottiglietta di gatorade, che invece di tenerla in mano si lascia in cabina (metti che alla cabina viene sete…).

Però correre sul mare è un’altra cosa. Non me ne vogliano i miei parchi preferiti, anche se non c’è l’ombra.

Arrivare fino alla punta del molo, nonostante i cani che scambiano i tuoi polpacci per delle simpatiche ossa da mordere (cazzo ma tenerlo al guinzaglio par brutto?), nonostante correre per quasi due ore senza bere non è da fare.

E poi i pensieri, da mettere sempre in fila, ma che in fila non ci stanno. La musica, quella che ti accompagna col fedele melafonino e che proprio mentre raggiungi il molo per tornare sui tuoi passi fa partire gli inconfondibili archi di Bittersweet symphony…..una sinfonia dolceamara più che mai rappresentativa…. ma come ci è finita nella mia playlist da corsa?

E poi tornare, le labbra sempre più secche, il passo un po’ più pesante….sognare l’acqua, il mare, un tuffo liberatorio quando ancora non c’è nessuno e l’acqua è limpida….e poi da Adamo, per un cappuccino e un bombolone meritatissimi….ah già che ci sei mi dai anche un po’ d’acqua? Una bottiglia da un litro va benissimo….

running sul molo

 

 

 

 

 

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Appunti di mezza estate in ordine sparso

Ieri sera abbiamo riprovato il torneo di beach tennis.

Dovrei provare il badminton.

Questa settimana sono stato solo con Sylvestrino.

E’ stata la settimana più bella.

Pure i compiti sono riuscito a fargli fare….quelli di inglese così mi dai una mano.

Però stare in spiaggia a giocare fino alle 9, svegliarsi quando gli occhi avevano voglia di farlo e mangiare quando e come volevamo…..non ha prezzo.

Ho finito due libri in due giorni…..li stavo leggendo in contemporanea.

Dovrebbero dare un Nobel a chi ha inventato la piadina.

Dai miei bagni a Misano ci sono 3 kilometri e trecento metri, e altrettanti al ritorno. Ho provato a fare jogging a torso nudo ma secondo me fa un po’ maranza.

Stamattina sono venuti gli operai in casa.

Devono montare le tende da sole.

Mi hanno svegliato.

Erano solo le 9,30…..yawhn

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primo giorno di vacanza

Sveglia alle 8,30. Più tardi proprio faccio fatica. Aspetto che Sylvestrino si svegli, ma alle 10 decido di buttarlo giù dal letto.
Colazione e poi spiaggia. Giornata ventilata, si sta bene.
Rito delle creme protettive. Ma non potrebbero inventare uno spray che non ha bisogno di essere spalmato? Tipo vernicetta in quelle bombolette con la pallina dentro che quando le agiti fanno rumore.
Vabbè, mare. Qualche ondina ma acqua tutto sommato trasparente. I bambini si divertono. Io faccio l’incredibile Hulk e mentre loro (sono 5) tentano di saltarmi addosso io, con urla terrificanti, li prendo e li scaravento in acqua.
Si divertono. Anche io.
Doccia, relax. I bambini a giocare i grandi a leggere.
Sono le 2…forse è il caso di farlo mangiare.
Insalatona con pomodori,tonno e mozzarelle…anche i mini wurstel? No, il salame mi rifiuto di metterlo nell’insalata. Se proprio proprio te lo magni a parte.
Lavaggio piatti (capirai) e compiti. Tre pagine al giorno e poi mezz’ora di nintendo ds.
Si, è già passata mezz’ora, non m ne frega niente se sulla nintendo c’è scritto 8 minuti.
Spiaggia. Mare. Hulk. Doccia. Gelatino. Libro. Beach tennis.
Stasera mangiamo tutti insieme? Cucino io.
Certo che il risotto con la salsiccia non è proprio estivo.

E’ mezzanotte. Tutti a nanna. Anche domani sarà una giornata impegnativa !

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dove eravamo rimasti?

Si lo so, la frase appartiene al compianto Enzo Tortora che, pace all’anima sua, non ha fatto una bella fine.

Però domenica, quando mi sono ritrovato sul campo da beach tennis, con la racchetta in una mano, la pallina pronta per la battuta nell’altra, con i mio socio che mi incitava e, dall’altra parte della rete, la stessa coppia con cui avevo concluso malamente la mia stagione beachtennistica l’estate scorsa….beh sono proprio le parole che ho pronunciato sottovoce.

Per la cronaca l’esordio è avvenuto con un 6-2 3-6 6-0. Dignitoso, anche se mentalmente abbiamo mollato dopo aver vinto il secondo set. Però loro giocano già da un mese mentre per me era veramente l’esordio stagionale e soprattutto…volevo uscire dal campo con le mie gambe!

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