Ho i muscoli indolenziti. Faccio fatica a camminare e sento i bicipiti doloranti. Questo perchè ieri ho corso i 21 km della mezza di Milano e senza nemmeno farli in un gran tempo, anzi.
Da quando ho iniziato a correre qualche anno fa, ho avuto modo di fare 18 mezze maratone, 5 maratone sulla distanza doppia e almeno una quarantina di allenamenti sopra i 20km. I 21 della mezza quindi non mi fanno certo paura come distanza.
Ma ieri li ho sofferti. Gli ultimi 3/4 in modo particolare, come da copione. Il caos che c’è stato all’arrivo e il fatto di rimanere per un’ora sudato sotto la gelida bora in versione milanese nella calca per recuperre la borsa a fine gara non ha fatto altro che amplificare le sensazioni negative.
E mentre correvo sentivo venire meno, oltre alle forze, le motivazioni. Nessuna tabella mentale da seguire, nessuno da inseguire o da superare. Niente, solo un passo dopo l’altro, in attesa di vedere lo striscione dell’arrivo.
D’altronde non l’avevo nemmeno preparata bene nelle settimane e nei giorni precedenti. Qualche allenamento saltato, pochi chilometri, pochi lavori. Anche la sera prima, il risotto con l’osso buco, non penso sia stata la corretta cena da atleta alla vigilia.
Forse, per la prima vera volta, ho avvertito il peso del mio mezzo secolo farsi sentire. Comincio a percepire in maniera evidente, il gap che c’è tra quello che vorrei fare e quello che riesco a fare. Con la corsa in maniera evidente, ma non solo.
Magari avrei bisogno di nuovi stimoli…potrei pensare al Triathlon, almeno diversificherei gli allenamenti. Oppure potrei tornare allo spinning e al ciclismo…o magari un corso di ballo.
Però mi hanno fatto notare che in realtà ci sarebbe un’attività a cui forse potrei dedicarmi con profitto…