Archivi tag: mio padre

L’amore è…

Andare a cena dal babbo che tutto orgoglioso ti presenta la sua pasta col cavolfiore…e NON dire che l’avevi già mangiata a pranzo. 🙂

Oh cavoli…

https://i0.wp.com/static.buttalapasta.it/r/845X0/www.buttalapasta.it/img/pasta-cavolfiore.jpg

 

11 commenti

Archiviato in Amore, il gatto syl, me myself and I

Strane sensazioni

L’altro giorno mio padre ha fatto un piccolo intervento chirurgico. Nulla di grave, una banalissima ernia inguinale, che però l’ha costretto in ospedale per un giorno e poi a casa.

Ho passato quindi una simpatica giornata in ospedale e poi facendo un po’ da “infermiere” a casa.

La memoria non poteva non andare a due anni fa, quando in ospedale c’era mia mamma e quando fare da infermiere era ben più impegnativo. Anche dormire nuovamente a casa dei miei, che poi era casa mia, mi è sembrato strano. Quel letto, col materasso in memory foam, che di memory mi sembrava mi riportasse solo le dolorose sensazioni di quel periodo.

Fortunatamente in questo caso la cosa era molto più soft. Mio padre sta già meglio, anche se si lamenta perchè può mangiare solo minestrine in brodo. Domani mattina prima di partire per Bologna lo porto a trovare la mamma, visto che per un po’ non potrà andare in giro con la sua bicicletta.

Poi mi aspettano 4 giorni di vacanza…più o meno…

Nel frattempo mi hanno invitato al concerto dei Pearl Jam a giugno…non sono tra i miei preferiti, però i concerti mi piacciono, ci sto pensando.

E poi a maggio c’è la reunion dei Tears for Fears…quelli non me li voglio perdere. Li vidi già nel ’90 (almeno mi pare fosse quello il tour) e mi piacquero tantissimo. Piacquero l’ho scritto solo perchè mi riempie la bocca a rileggerlo. A Sylvestrino non glielo chiedo nemmeno. Manco lo sa chi sono…

Chi vuol venire (moto a luogo) alzi la mano.

 

5 commenti

Archiviato in il gatto syl, me myself and I

Diario di bordo della settimana prepasquale

Mio padre, quello naturale, dopo mesi di silenzio mi ha girato un video tramite facebook. Una sorta di preghiera da una madre alla figlia. Senza una parola di accompagnamento ovviamente. Penso volesse ripropormela al maschile, un suo modo per spiegarmi i sentimenti dei genitori verso i figli e ovviamente del suo verso di me. Non gli ho risposto. Non sapevo francamente cosa dirgli. Però un po’ mi spiace non aver mai parlato con lui, oltre a quella volta al telefono. Avrei voluto chiedergli di lei, quella bella donna che è fra i suoi pochi contatti e porta il cognome uguale al mio. Vorrei chiedergli se è mia sorella, ok sorellastra, oppure no.Riproduzione in corsoProssimo videoIdee per la vitaLa lettera di una madreVisualizzazioni: 1.732.9342:16

Ieri ho iniziato la mia solita docenza al master. Ero teso e nervoso, come sempre. Parlare in pubblico non è proprio nelle mie corde. Il mio corpo non mi è mai d’aiuto e reagisce sempre con una sudorazione eccessiva. Ma ormai ho imparato la lezione e per minimizzare gli effetti, indosso sempre una camicia bianca con una maglietta sotto per tamponare, anche se non sopporto proprio non avere la stoffa liscia della camicia a contatto con la pelle. Comunque è andata abbastanza bene. I ragazzi mi sembravano incuriositi e a riprova di ciò mi hanno fatto diverse domande. Io poi sono riuscito a dosare perfettamente le mie 40 slides nelle due ore di lezione, nonostante non avessi fatto nessuna prova prima. Forse sto diventando bravino anche in questo. E comunque mi fa sempre un certo effetto stare al di qua della cattedra (in realtà non ci sono mai stato ma continuavo a camminare su e giù) vedendo loro prendere appunti su ciò che dicevo. Mi piace. Se rinascessi forse proverei la carriera dell’insegnamento…per un egocentrico come me sarebbe il massimo. 😉

Oggi avevo un incontro col mio difficile capo (l’aggettivo è nel posto giusto). Un tema organizzativo e come sempre avviene quando si parla di persone, perchè è di questo che si parla, sento molto la cosa. Avevo un obiettivo che ritenevo non facile. Qualche slide (sto tornando a riprenderci la mano) per spiegare l’AS IS e il TO BE. Un paio di pagine di considerazioni, con rischi e opportunità. Ovviamente ho enfatizzato le opportunità che portavano al raggiungimento del mio obiettivo (che è comunque un obiettivo aziendale e non personale). Pensavo di dover negoziare ferocemente, dandomi un 50% di possibilità di successo al massimo, e comunque mi ero preparato un piano di back-up. Ma non ce n’è stato bisogno. Ha guardato le slides, mi ha chiesto un piccolo chiarimento e poi mi ha detto: “Ok. Metti giù un programma con le tempistiche con cui pensi di rendere operativo questo piano e vediamolo col direttore del personale”. Durata dell’incontro 10 minuti. Durata del mio mal di stomaco causato da questo incontro, una settimana.

Ma va bene così.

PS: non sapevo che immagine abbinare ad un post così, per cui ho optato per una canzone che in questo periodo mi garba assai

33 commenti

Archiviato in figli, il gatto syl, Lavoro, me myself and I, Musica

Inizia il weekend

Domenica corro…sta volta seriamente con un pettorale. Una mezza che fanno dalle mie parti. Vediamo che combino.

La cosa simpatica è che ho convinto pure mio padre a venire a farla. Non farà la mezza perchè dice di non sentirsela (ma la farebbe meglio di me) per cui ripiegherà sul percorso più breve…però è stata una buona scusa per farlo uscire un po’ dal guscio e venire a passare il weekend con noi.

Tra l’altro Sylvestrino c’ha pure il torneo di beach sabato per cui avrà tifo supplementare.

Speriamo che non faccia troppo freddo domenica…ma non ci spero molto. Comunque cercherò di coprirmi un po’ di più di loro…

https://i0.wp.com/www.missionecorrere.it/blog/wp-content/uploads/2011/01/corsa_sul_ghiaccio.jpg

7 commenti

Archiviato in il gatto syl, running

Penso di averlo trovato

Un colloquio illuminante fatto ieri, mi ha portato a fare una cosa apparentemente facile, ma che così, almeno per me, non è stato.

Ho guglato (mi perdonino quelli dell’accademia della crusca) il nome e il cognome e ho scoperto che ce n’è uno su Facebook.

Ho provato ad aprire quel profilo e ho trovato la foto di una persona anziana, con lo sguardo perso e gli occhiali da vista.

Non posso dirlo al cento per cento, ma penso veramente che si tratti di mio padre, quello biologico.

E’ da ieri che non appena ho un momento libero, torna a guardare quella immagine per capire qualcosa di più.

E’ un viso malinconico, che stona con la moltitudine di selfie sorridenti che la gente si fa in quel mondo.

Cerco di capirne le ragioni e le associo, inevitabilemente, a quello che si è perso. Non so se è quello il motivo, anzi dubito proprio, ma il mio immancabile egocentrismo mi porta a pensarlo.

Cerco di capire al motivo per cui, una persona di oltre 70 anni (sapete che non so quanti anni abbia?), si convinca ad aprire un account su Facebook.

Ho curiosato tra i suoi contatti. Quasi tutti sono ragazzi giovani e probabilmente qualcuno di loro lo ha convinto ed aiutato ad entrare in quel mondo. Nessuno di loro porta il mio cognome. Forse sono davvero figlio unico, ma in realtà non posso dirlo con certezza.

Ora devo capire che fare.

Mi è stato consigliato di confrontarmi, in qualunque modo, con quello che è il mio padre biologico. Mi aiuterebbe ad aprirmi di più, ad essere più ricettivo verso gli altri. Chissà, forse è vero. Forse quella mancanza pesa come una zavorra nelle relazioni che ho col mondo.

Devo però ancora capire in quale modo. Chiedere l’amiciza su FB mi sembra così strano…

https://i0.wp.com/rack.2.mshcdn.com/media/ZgkyMDEzLzA2LzIxLzEzL2ZhY2Vib29rMS4yMjE2OC5qcGcKcAl0aHVtYgk5NTB4NTM0IwplCWpwZw/05b20ba4/63a/facebook1.jpg

 

 

57 commenti

Archiviato in il gatto syl, me myself and I

Mio padre

Mio padre ieri ha compiuto gli anni…66, ma ne dimostra anche meno.

Mio padre l’ho conosciuto quando ero piccolo, dovevo avere 12 o 13 anni. Non deve essere stato facile per lui. Un trentenne che si prende una donna divorziata e per di più con un figlio quasi adolescente nel pacchetto.

Mi è stato simpatico fin da subito. Magro, coi baffi, alto, in realtà non più di tanto ma all’epoca, così magro, mi sembrava molto più alto.

Giocava con me a subbuteo e metteva allegria…e io e mia mamma ne avevamo bisogno.

Mio padre mi ha fatto conoscere la musica…Bennato, Dalla, i Rolling Stones e i Beatles…nell”82 mi portò al concerto degli Stones a Torino. Un’esperienza indimenticabile. Io e lui,  in treno, il giorno dopo la finale di coppa del mondo appena vinta.

Andammo in treno perchè mio padre non ha la patente. Si è sempre rifiutato di prenderla, dice che le persone quando sono alla guida vanno fuori di testa. So già che questo un giorno creerà qualche problema, ma per il momento ha costretto mia mamma a portare sempre la macchina.

Mio padre tiene al Milan (nessuno è perfetto), ma non è mai riuscito a convincermi a cambiare squadra.

Mio padre è sempre stato un simpaticone. Non perchè racconti barzellette o cose del genere, però ha quasi sempre il sorriso sulle labbra e un grande senso dell’ironia. Mio padre è sempre stato simpatico ai miei amici, che a loro veniva sempre spontaneo dargli del tu.

Mio padre non l’ho mai visto piangere…tranne quella volta. Mia mamma era ancora sotto anestesia e il dottore ci disse che le cose non andavano bene…questione di qualche mese, furono le sue parole. A volte sbagliano anche loro. Mi ricordo che lo abbracciai e lo lasciai piangere sulla mia spalla. Mi sentivo un po’ goffo…non sono mai stato tanto bravo ad abbracciare gli altri.

Mio padre è cresciuto in una casa di ringhiera e all’oratorio. Quante serate abbiamo passato coi suoi racconti di quando era ragazzo…che poi non era neanche tanti anni prima.

Mio padre è milanese, con un tipico cognome milanese e un nome adatto a lui, Angelo.

Mio padre la sera spegneva la TV e ci faceva ascoltare la radio quando eravamo a tavola, così parlavamo.

Mio padre, quando avevo 14/15 anni, mi portava coi suoi amici a pescare di notte. In realtà di pesci ne prendevano pochi, ma penso si divertissero ugualmente fumando quelle sigarette che si facevano loro.

Mio padre lavorava all’ufficio acquisti. Era un sindacalista. Non c’era uno sciopero, un corteo, una manifestazione che si perdesse. Faceva delle lotte terribili col direttore del personale…però quando si sono salutati prima di andare in pensione penso si sia commosso.

Mio padre, quando ero piccolo, convinse mia madre a girare l’Italia in tenda. Imparai tanto in quegli anni, anche a dormire per terra che trovavo divertente.

Mio padre in cucina è meglio lasciarlo perdere. Il sabato, quando io ero a casa da scuola e mia madre era al lavoro, cucinava lui…preparava il suo piatto forte…tonno fagioli e cipolla.

Mio padre è adorato da suo nipote. Quando Sylvestrino viene a milano, passano le giornate in cortile a giocare a qualsiasi cosa. Mio figlio si diverte perchè il nonno gli insegna un sacco di parolacce. Anche gli amichetti di Sylvestrino vanno pazzi per mio padre.

Dimenticavo…mio padre  corre, correva…anzi no…adesso sta riprendendo a correre. Io lo prendo in giro perchè ho fatto due maratone e lui solo una, ma quella che ha fatto l’ha corsa a oltre cinquant’anni e ci ha impiegato quasi un’ora in meno di me. Ora mi allena…

Ringrazio Diamanta per avermi stimolato nel piacevole esercizio. Chissà se un giorno o l’altro mio padre non leggerà questo post.

 

scritta-papà

40 commenti

Archiviato in Amore, figli, il gatto syl, me myself and I