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Varie ed eventuali

Ho problemi con il nervo sciatico. Preferisco dire così che “ho la sciatica” perchè fa meno vecchio…però il concetto non cambia. Sembra che il mio corpo mi stia dando dei segnali che mi rifiuto di ascoltare. Ho provato infatti a correrci sopra venerdì scorso e per due giorni non sono stato in grado di muovermi. Ieri ho provato a fare un po’ di nuoto…ma non sono abituato e i crampi dopo un po’ si sono impossessati delle mie gambe (imbarazzante aggrapparsi ai galleggianti che dividono le corsie in piscina facendo smorfie).

Forse dovrei anticipare la mia iscrizione in palestra.

Per il resto un weekend tranquillo se si considera che il massimo dell’adrenalina l’ho provato nel cambio armadio.

Ieri sono andato a mangiare in un agriturismo fuori porta. A parte l’abbuffata, è successa una cosa curiosa. Un amichetto di mio figlio, giocando,  ha perso il cellulare in uno sterminato campo di erba altissima. Ovviamente era in silenzioso e ovviamente il trova cellulare non funzionava. Praticamente era come andare a cercare un ago in un pagliaio (che non ho mai capito perché gli aghi li mettono li).

Però dopo aver finito il dolce, con metodo e culo, mi sono cimentato anche io nella caccia al tesoro dove inutilmente tutti stavano cimentandosi e, dopo pochi minuti, sono riuscito a ritrovarlo tra l’incredulità generale. Sono diventato l’eroe del giorno.

Come cantava Vasco….”Basta poco”.

 

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Ore 19: io e il mar Adriatico

Ti ritrovi a entrare nel mare, in quel mare che non è certo famoso per essere bello e cristallino, ma che questa sera sembra in serata buona.

Ci entri con l’obiettivo di fare un tuffo e quattro bracciate, perché sono 10 mesi che il rapporto più stretto che hai avuto con l’acqua è stato sotto la doccia.

L’acqua non è fredda e nemmeno calda. E’ solo calma, liscia, un olio.

Cammini per i soliti venti trenta metri, prima che la profondità dell’acqua ti permetta di tuffarti.

E’ bella quella sensazione, immergersi nell’acqua, fare qualche metro sotto, riemergere e incominciare a nuotare, sollevando prima un braccio e poi l’altro, lentamente.

Di norma fai la respirazione ogni tre bracciate, non c’è un perché ma ti sembra equilibrato così.

La mente è sgombra, sembra ripulita dall’acqua, come la tua pelle dalla sabbia mentre ti immergevi.

Nuoti per qualche minuto, lentamente e senza accelerazioni. Poi ti fermi. Guardi la boa, quella posta a 300 metri di distanza e la vedi più vicina della spiaggia. Decidi di proseguire, nuotando a dorso. Non ci sono ostacoli e il sole al tramonto ti aiuta a mantenere la giusta direzione. Di solito il dorso è uno stile in cui ti devi fidare, delle tue sensazioni, delle bandierine per la virata, dei rumori…ma stasera non ci sono particolari motivi per non fidarsi.

Il mare è solo tuo.

Anzi no. Quando ti fermi a controllare quanto manca a quella boa bianca ti accorgi che a pochi metri di distanza, gabbiani pigri oscillano sulle piccole onde che le tue bracciate hanno provocato. Ti guardano straniti e poi tornano a godersi il loro riposo dopo una giornata di pesca.

Gli ultimi metri li percorri a rana. Hai un bellissimo stile a rana, almeno così ti avevano fatto credere da ragazzo quando arrivasti primo alla gara parrocchiale durante le vacanze estive.

Finalmente la raggiungi quella boa, e aggrappandoti per riposarti immergi la testa all’indietro, come se dovessi lisciarti i lunghi capelli che in realtà non hai più da diversi anni.

Guardi la spiaggia. Ti concedi ancora qualche minuto di riposo prima di puntare al tuo nuovo obiettivo, la spiaggia dagli ombrelloni arancioni. In realtà sai che sono a spicchi gialli e rossi, ma tu è così che li vedi da quella distanza.

Riprendi a stile libero. Sempre una respirazione ogni tre, almeno finché il fiatone non ti obbliga a passare a quella ogni due.

Lentamente ti riavvicini alla riva e te ne accorgi non solo dagli ombrelloni che tornano ad essere bicolori, ma dal fondo sabbioso che incomincia a far percepire i motivi ondeggianti delle piccole dune sommerse.

Continui finché non senti la sabbia sfiorarti le dita…o forse il contrario.

Ti alzi. Torni ad avere il tuo peso che per una ventina di minuti avevi perso, anzi ti sembra di essere ancora più pesante, per via della stanchezza.

Il sole sta ormai scomparendo dietro i palazzi del lungomare.

Ti aspettano una doccia e una birra, non necessariamente in quest’ordine.

Benvenuta estate.

nuoto

 

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