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Una notizia buona e una cattiva, ma per favore non fate quella faccia.

Mia madre è finalmente a casa e questa è la notizia buona. Quella terapia che ci avevano prospettato però non possono fargliela per i valori epatici troppo sballati, e questa è quella cattiva.

Nelle ultime settimane la mia vita è cambiata notevolmente, girando in qualche modo tutto intorno a lei. Negli ultimi giorni ancor di più, visto che mi sono trasferito a tutti gli effetti a casa dei miei, ma almeno così do una mano a mio padre e soprattutto non lo lascio solo la notte che avevo capito era la cosa che temeva di più.

Non facili questi primi giorni a casa. C’è molto da organizzare…il medico, l’infermiere, l’operatrice socio sanitaria, l’infermiera che si occupa solo dell’alimentazione, e poi l’asl, anzi ast, la società per l’alimentazione parenterale parenterale, le farmacie…senza dimenticare che in ufficio c’è un lavoro nuovo da imparare.

Però tengo botta. I cocktails di medicinali, il sondino gastrico, le iniziezioni di eparina (quelle mio padre non se la sente proprio di farle), ma anche un po’ chef la sera, almeno sono sicuro che lui mangi a dovere e non si lasci andare.

Ma c’è una cosa che un po’ mi urta, anche se la comprendo benissimo.

E’ quella faccia li. Quella che hanno tutti, amici, colleghi, parenti, quando parlano con me.

Probabilmente lo farei anche io a ruoli invertiti ed è normale sia chiaro. Chi sa che situazione sto vivendo è ovvio che abbia un atteggiamento del “mi dispiace, ti sono vicino, fatti forza”. Una sorta di lutto anticipato.

Ma per quello avrò tempo. Nel frattempo vivrò i miei alti e bassi, i momenti di sconforto ma anche quelli più spensierati, nonostante le condizioni di mia madre.

Lei sta morendo e anche se sembra che non lo abbia ancora capito, io so che lo sa. Ma non ho intenzione di guardarla con lo sguardo da cocker. Le sorrido ogni giorno, ogni momento. La prendo in giro per tutti i tubicini che ha in giro, per il fatto di sforacchiarla con le mie iniezioni, per i suoi capelli per aria (mamma smettila di andare in giro in moto senza casco!). Gioisco per ogni debole sorriso che riesco a strapparle e per ogni carezza che ottengo da lei.

Però voglio essere me stesso anche quando esco da quella casa. Si lo so, non sta bene essere allegri quando tua madre sta morendo, ma io voglio continuare ad essere il solito minchione che spara cazzate, come ho sempre fatto e senza sensi di colpa. E voglio che anche gli altri continuino a comportarsi con me nello stesso modo. Ovvio che mi faccia piacere quando mi chiedono di lei e non ho nessun problema a raccontare a spiegare, anzi parlarne non può che farmi bene. Però poi fatemi fare le mie battute a doppio senso, fatemi prendere per il culo gli interisti, fatemi ridere di una barzelletta idiota…e soprattutto non fate quella faccia.

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Riflessioni sul nuovo pontefice: Fatemi capire

Come è normale che sia i media ne stanno parlando a rullo. Chi è, cosa ha fatto, da dove proviene, cosa dice….

Francamente non mi interessa più di tanto. Sono ateo, posso solo dire che a prima vista sembra più simpatico del suo predecessore. Nulla di più

Quello che mi fa sorridere invece è la notizia che rimbalza a più non posso nei telegiornali e nelle news alla radio: Ha anche pagato il conto in albergo.

No, scusatemi, fatemi capire…..la notizia semmai sarebbe il contrario, no?

Il vero scoop, passato inosservato invece, è il suo commento nel momento in cui saldava il conto…..

Ah la pay-tv era a parte?

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la visita medica

Quella per l’idoneità sportiva.

Arrivo trafelato e in ritardo di 20 minuti. Il medico mi accoglie e subito vedo che fa il brillantone con battutine simpatiche.

Poi si presenta.

“Piacere Giscardo”

“Beh, nessuno è perfetto” rispondo io mettendomi subito sul suo stesso piano.

Qualche domanda per sapere se fumo, bevo, mi drogo.

Al terzo no mi dice:

“ma lei non ha vizi”

“questo lo dice lei, mi vedesse col tacco 12….”

“Età?”

“45”

“Beh, io ho i due terzi della sua età”

“Si, ma dimostra anche il terzo che manca” 

“Si tolga la camicia e si sdrai sul lettino. Le faccio l’elettrocardiogramma. Ora si rilassi, provi a pensare al 5 maggio ad esempio”

“Lei non deve essere interista deduco”

“Ma io intendevo la poesia del Manzoni”

“io no invece”

Insomma una ventina di minuti passati a battute e controbattute. Mi sembrava di essere in uno schetch di Pino e gli anticorpi a Colorado cafè.

Mai divertito tanto ad una visita medica.

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