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Impressioni oniriche

Il trasloco ha fatto riemergere dai cassetti un foglietto di cui avevo dimenticato (che strano) l’esistenza.

Era un foglietto che avevo scritto qualche tempo fa, di prima mattina dopo aver fatto un sogno strano (che strano).

Ricordo che c’era Jennifer Lopez, vestita di giallo. Cosa faceva nel sogno non me lo ricordo (che strano).

Io partecipavo ad una gara di ballo latino americano (ebbene si sono un discreto salsero) con una mia vecchia compagna di scuola delle elementari. Quale non me lo ricordo (che strano), ma essendocene solo 5 nella mia classe (e da qui si cominciano a capire molti miei problemi), ho discrete possibilità di azzeccare quale era.

Ovviamente la gara l’abbiamo vinta ed uscendo da locale, da solo visto che la compagna di ballo/elementari era scomparsa (che strano) mi sono accorto di essere a New York.

Vedo un passaggio a livello ed un treno, quelli dell’Amtrack particolarmente riconoscibile, che passa.

Improvvisamente mi ritrovo pure io sui binari…a bordo però di una sedia da ufficio, quelle con le rotelle, che sfreccia come il vento.

Poi, nel mio fedele foglietto degli appunti mi sono segnato il profilo di Facebook di un tipo con un nome arabo impronunciabile con la H aspirata.

Poi basta….la sveglia mi ha riportato alla realtà.

Qui potete vedere il foglietto in questione (non si facciano commenti sulla mia calligrafia da dottore, please).

Qualcuno in sala è esperto di sogni e dei suoi significati?

foglietto appunti sogni

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dei treni e dei portatori sani di simpatia

Per vicende degne di rientrare nella categoria “le disavventure del gattosyl” ma con cui non voglio annoiarvi, mi sono ritrovato questo weekend a fare mi-bo e ritorno in treno.

Chi mi segue da tempo sa già del mio difficile rapporto con le ruote ferrate, ma in questo caso trenitalia ha fatto la sua parte senza troppi problemi.

Volevo invece raccontarvi di come il treno, ancora oggi, possa essere luogo di incontri.

Salgo domenica sera su in InterCity e mi ritrovo in una di quelle carrozze con gli scompartimenti. Mi reco al mio posto e trovo una combricola di ragazzi. Età stimata 25-35 e la senzazione era che fossero un gruppo unico coeso.

Scopro col passare dei minuti invece che erano tutti sconosciuti fra loro a parte una giovane coppia che tornava da una breve vacanza a Roma.

Tento di isolarmi con cuffiette e libro da buon gatto malmostoso, ma il tono di voce e la caciara divertita si prestavano all’ascolto curioso di fattacci non miei.

Appena tolgo le cuffie e alzo gli occhi dal libro è come se si accendesse un semaforo verde. La lei della coppia incomincia subito ad attaccare bottone anche con me e a chiedermi pareri, domande, a raccontare cosa ha visto nella capitale, chi ha conosciuto…addirittura le vicende familiari di chi aveva sempre casualmente conosciuto durante la sua gita.

Insomma, è chiaramente lei che detiene il baricentro conversativo dello scompartimento. A prima vista potrebbe rientrare nella categoria impiccioni, ma confesso che riusciva a porsi in maniera assolutamente piacevole e spassosa.

Certo li dentro passavo un po’ per lo zio, visto l’età, e ho dovuto specificare chiaramente un paio di volte che avrei preferito che evitassero il lei parlando con me, ma alla fine le due ore di viaggio sono veramente volate.

Non so quale fosse il motivo per cui questa ragazza, che continuava a prendere in giro suo marito e a parlare dei suoi gatti, sia riuscita a catturare l’attenzione. Forse per il fatto che come coppia erano divertenti anche da vedersi (lei decisamente sovrappeso e lui mingherlino), o forse perchè più semplicemente le occasioni i cui mi capita di scambaire 4 chiacchiere con perfetti sconosciuti sono così rare che la novità cattura l’interesse.

Fatto sta che mi sono ritrovato a riflettere sul fatto che se ci fossero molte più persone, che come lei si dimostrano portatori sani di simpatia, si riuscirebbe a sorridere un po’ di più e a colorare più facilmente le giornate grigie.

Per la cronaca all’andata invece, ho avuto la dimostrazione opposta con due signore agè petulanti come non mai nello spazio in cui ero seduto….li fortunatamente le cuffiette sono state provvidenziali!

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