Bellissimo spettacolo. Vederli in palazzetto poi rende tantissimo. Riesci a cogliere le espressioni, le sfumature. Gli effetti speciali, con il fighissimo schermo video che proietta immagini efficacissime, non necessariamente spettacolari ma perfettamente centrate con la canzone, il messaggio. L’apertura del concerto, the Fly…
E poi elevetion, Vertigo, Pride, One…la scaletta non si può dire che non andasse bene. Certo Sylvestrino l’ha trovata un po’ lenta, però canzoni che non meritassero non c’erano. Una più bella dell’altra.
Però…
Però l’anno scorso, quando la chitarra di the Edge ha iniziato l’inconfondibile riff di When the streets have no name e sul megaschermo si è materializzato il logo dell’albero sul fondo arancione…beh, io mi sono commosso. Ma non metaforicamente, sul serio.
Insomma, ieri ho avuto la sensazione di aver assistito allo spettacolo della mente, sicuramente eccelsa, del quartetto di Dublino, mentre a Roma è stato lo spettacolo dell’anima, del cuore, degli U2.
Comunque sia, un grande show in tutti i sensi. Chi ha avuto modo di essere tra i fortunati ad essere riusciti a prendere un biglietto, sono sicuro che potrà confermare.
PS: mentre scrivo dovremmo essere nei bis dell’ultimo concerto dei 4 previsti a Milano, per cui posso postare senza timore di spoilerare alcunchè, vero Domenico?
PS2: i video non sono miei ma li ho presi da youtube. Questa volta ho utilizzato davvero poco il telefonino e ho cercato di imprimere più nella mente che nei byte del mio smarthphone le immagini del concerto
Se mi prendessi la briga di andare a rileggere nei miei post un po’ down chissà quanti ne troverei di questo tenore.
La settimana non è stata positiva. E la cosa inquietante è che non è dipesa da un fatto, ma da tanti fatterelli, che presi singolarmente non dovrebbero causare assolutamente ripercussioni sul mio umore in tal modo, ma che evidentemente sommati riescono ad avere un effetto un po’ più dirompente.
In modo particolare la telefonata ricevuta (in realtà sollecitata) col cacciatore di teste. Immaginavo già cosa mi dovesse dire e il suo esordio “Purtroppo….” me ne ha dato la conferma. Anche se la motivazione mi fa rabbia, perchè mi ha confermato che l’azienda è comunque interessata a me ma la figura che dovrei sostituire, già in pensione da un po’ e con un contratto di consulenza, non ha intenzione di lasciare e loro non voglio prendere la cosa di petto lasciandolo al suo posto. Mi fa rabbia perchè ci rimetto io in questo caso e perchè ci sono milioni di persone che stanno lottando e protestando per ottenere un diritto, la pensione, che lui bellamente calpesta.
Ce ne faremo una ragione, anche se sotto sotto ci spero ancora (never give up).
In compenso è uscito l’ultimo lavoro degli U2. Lo sto ascoltando e quando ho risentito questa, ascoltata la prima volta al concerto di Roma, l’adoro, soprtattutto per il crescendo finale. Mi è venuto un groppo alla gola. Forse era meglio una grappa…
Parlo del concerto, della mia settimana di ferie e di Sylvestrino competitivo, del mio colloquio e del mio capo stronzo.
Partiamo dal concerto.
Premettendo che è già bello di per se viaggiare per andare a vedere un concerto, se poi la città è Roma e loro gli U2, capirete che il mix non può che essere perfetto come uno spritz col campari.
Arrivati comodamente nella capitale e preso possesso della nostra camera in quel B/b veramente carino, io e Sylvestino ci siamo concessi un pranzo “alla romana” e un giro bighellonando per la città.
Nel tardo pomeriggio ci siamo avviati verso lo stadio e dopo aver consumato il nostro panino con la salsiccia, come da tradizione, siamo entrati all’olimpico.
Non eravamo molto vicini a dire il vero, però se non altro centrali. Giusto il tempo di sederci (nel posto sbagliato, per ben due volte) che inizia Noel Gallagher, che come riscaldamento è già tanta roba, considerato che ha suonato i pezzi più famosi degli Oasis, alla faccia del fratello cattivo.
Poi l’attesa per l’inizio è passata divertendoci con un tizio davvero fuori di testa che con una testardaggine incredibile, tanto ha fatto e tanto ha urlato che è riuscito, da solo all’inizio e via via coinvolgendo tutti gli altri, a far nascere ondate di ola che hanno coinvolto TUTTO lo stadio e diventando l’idolo della curva. Mi ha fatto ridere la battuta di un vicino…” ‘mo te fanno pure sindaco”
Poi è iniziato il concerto…e l’intensità e la qualità delle prime canzoni (davvero incredibili) è stata inversamente proporzionale allo spettacolo visivo offerto dalla band. Schermo completamente spento, il che visto dalla distanza a cui eravamo, ci ha impedito di vedere alcunchè.
Dopo è iniziata la seconda parte con l’esecuzione integrale dell’album che ha dato il titolo al tour….e li lo schermo si è acceso e ha regalato emozioni anche con per gli occhi. Con Where the streets have no name mi sono davvero emozionato…cantavo (stonato…e lo potrete sentire nel video) con le lacrime agli occhi. Non so nemmeno io perchè…forse perchè quella canzone mi ricordava i miei 20 anni, o forse perchè è davvero una delle canzoni più belle che esistano….però davvero avevo un groppo alla gola (ecco perchè stonavo).
La faccio breve…un concerto fantastico e soprattutto emozionante, intenso. Certo, facendo dei confronti, forse coi Coldplay ci si è sentiti partecipi dello spettacolo che tale è stato per la musica ma non solo, però qui davvero ho visto 30 anni abbondanti della mia vita srotolarsi come la pellicola di un film.
Bono è stato il leader che tutti conosciamo con una prestazione vocale impeccabile, nonostante l’età non più da ragazzino, così come del resto tutta band.
Quando si sono accese le luci davvero spiaceva, perchè avremmo voluto tutti che quella notte non finisse mai.
Una maglietta verde del tour, acquistata alla fine del concerto, aiuterà, se mai ce ne fosse bisogno, a tenere vivo il ricordo di quella serata che ha chiuso il nostro bellissimo triplete di concerti.
La mattina dopo altra passeggiatina per la capitale, con tanto di tappa in San Pietro proprio nel momento dell’angelus. Sia mai che una benedizione del santo padre, possa essere comunque di buon auspicio anche ad un ateo sacrilego come il sottoscritto.
Poi siamo “rientrati” a Riccione…però, come in un cartone di Heidi, di questo vi racconteremo un’altra volta.
Il lavoro stranamente in questi giorni si svolge con pigrizia. Non che non ce ne sia da fare, ma con ritmi più tranquilli…ma so già che mi pentirò di queste mie parole in 3,2,1….(ndr. è infatti puntualmente successo )
Nel frattempo rimango in attesa di quel secondo colloquio, che potrebbe chiarirmi meglio ciò potrebbe essere il mio futuro lavorativo…e le attese, si sa, sono spesso snervanti. Quando ca…o mi chiamano?!! Ormai controllo telefono e mail ogni momento. Forse sto creandomi delle aspettative eccessive, rischiando l’ennesima palata in faccia.
Poi penso alla musica. A quello che è stato il più bel concerto che abbia mai vissuto e a come continui a lasciarmi dentro sensazioni molto forti, brividi direi. Era solo settimana scorsa che mi trovavo con mio figlio immerso in quello spettacolo…e la cosa buffa è che tra luci, effetti laser, fuochi d’artificio e quant’altro, quello che più di tutto mi rimane in mente è la pioggia di coriandoli colorati in cui sia Chris Martin che noi eravamo immersi. Vedo ancora ora tantissime foto e video e continuo a rimanerne affascinato. Sembra quasi una pioggia liberatoria, purificatrice, in ogni caso gioiosa (nel video al minuto 2 e 45 per avere un’idea)
Però io sono un soldatino e sabato ho un altro signor concerto da vedere, quello degli U2 a Roma. E non sia mai che vada impreparato, per cui cerco di tralasciare per un po’ i Col(d)play (la D nel nome non vuole saltare fuori mai dalla tastiera quando digito questa parola) e fare una full immersion di Bono e C. Ho visto la scaletta probabile…la partenza è al fulmicotone, manco partissero dai bis di fine concerto, anche se ce ne sono tante di canzoni che comunque non faranno nonostante io trovi siano bellissime. Temo solo che, questa volta, essendo seduto in tribuna, il livello di coinvolgimento sia un po’ minore. Ma me ne farò una ragione…
Con la corsa invece sto facendo un po’ fatica. Sabato sono andato a correre al mare…oltre che col mio socio con mio padre e una sua “arzilla” compagna di squadra, una simpatica over 60 che, insieme a mio padre, ci ha tirato il collo per gli 11 chilometri corsi assieme. Urge una tabella da seguire e del metodo nell’applicarsi.
Ieri sera concerto. Finalmente, per un motivo o per l’altro non ero mai riuscito a vederli, per cui avevo questo buco da colmare. Io e mia cugina (15 anni meno di me) con tutto il rito pre-concerto. Hot-dog, birretta, giretto per le bancarelle. Per la cronaca alla fine, nonostante le minacciosi nubi, non ha piovuto.Poi entriamo e vedere “sto coso” gigantesco che assomiglia tanto ai robot dei cartoni animati di mio figlio, impressiona veramente. Sembra un’astronave atterrata per caso a San Siro.Poi finalmente, quando incomincia l’imbrunire, ecco Larry Mullen che esce e tranquillo tranquillo si siede alla batteria incominciando a picchiare al ritmo di Breathe…..è la prima canzone di un concerto da favola.Snocciolano quasi tutti i pezzi dell’ultimo album, ma non mancano i cavalli di battaglia. La sensazione è che più che una scaletta predefinita ci sia un canovaccio da seguire che lascia spazio anche a qualche improvvisazione (in effetti leggevo che ogni sera cambiano qualche canzone). Un omaggio a Michael Jackson (anche se cantato con la voce di Bono Vox è assai poco credibile….), un medley di Angel of Harlem e Stand by me……un regalo ad una fortunata spettatrice che compiva gli anni. Non so quanto sia stata preparata o meno, però immagino fosse la donna più invidiata di San Siro. Vedere Bono che ti porge la mano per farti salire sul palco, brinda con te, ti fa cantare “happy birthaday” da 75.000 persone, ti dedica una canzone e ti “struscia” e sbaciucchia un po’……beh, sicuramente se lo ricorderà per un bel po’ questo compleanno.Dire che quali canzoni siano piaciute di più è difficile, certo è che con “when the streets have no name” e “Sunday bloody sunday” lo stadio sembrava venisse giù….Alla fine c’è la sensazione di aver pagato caro il biglietto ma che in fondo ne valesse la pena.Magliettina d’obbligo per il piccolo e poi tutti a casa.Che serata raga….
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