Passo i miei lunedì mattina sull’autostrada del sole. Peccato che di sole in questo periodo se ne veda proprio poco.
Si vede piuttosto la nebbia, o meglio, non si vede per colpa della nebbia.
Rettifico ancora, si vede con la nebbia ma si vede diverso.
Le dimensioni delle cose passano da tre a due. Appare tutto piatto, come disegnato, con una matita nera però che al massimo può tradurre qualche sfumatura di grigio senza avere nulla di erotico.
Con la nebbia sembra di essere sprofondati in un immenso still life. Si perde il contesto, lo scenario.
Gli unici colori visibili sono i fari rossi antinebbia, che non puoi confondere coi semafori solo perché sai che in autostrada i semafori non ci sono.
Con la nebbia non ti accorgi dell’alba. Il giorno passa dall’oscurità ad un velato chiarore un pò alla volta. Non un raggio di sole che spacchi l’orizzonte, non un riflesso di una finestra che catturi la tua attenzione.
La nebbia sembra un’immensa balena che inghiotte auto come se fossero pesci, anche se le balene si nutrono di plancton…ma se per quello nemmeno le auto hanno le pinne.
E’ pericolosa la nebbia. Per me però è pericolosa perchè ammalia, sembra quasi ipnotizzarti.
Ti accorgi del ponte di Calatrava solo quando ci passi sotto. Perdi i punti di riferimento e i chilometri vengono scanditi dalle strisce bianche disegnate per terra o da qualche cartello stradale che, come un messaggio subbliminale, appare per una frazione di secondo troppo breve per essere letto.
Unici compagni di viaggio, un telefono, della buona musica e qualche pensiero che ha vita facile per girare nella tua testa.