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Benvenuti ad una nuova puntata della rubrica “i sogni del gatto”

Ormai sta diventando un appuntamento costante. Questa volta però devo dire che mi sono svegliato con delle sensazioni piacevoli.

Ho infatti sognato un viaggio. In realtà i preparativi per un viaggio.

Ero in un gruppo, spirito vacanziero. Dovevo prendere un aereo e avevo uno zaino in spalla suppongo per un lungo cammino.

Prima di partire salutavo gli amici che erano un po’ tristi. Ricordavo però loro che non sarei stato via tanto.

Poi, ed è qui l’elemento che non riesco a spiegarmi, con gli altri compagni di viaggio (tra cui c’era anche il mio capo) andavamo, prima di andare in aeroporto (di getto scrivo sempre aerEoporto e poi mi tocca correggere) in un ristorante. Una sorta di pranzo propiziatorio. All’uscita però, distribuivano carinamente un piccolo gadget per gli ospiti che però scoprivo essere…un pettine, peraltro curiosamente in ferro. Gentilmente declino l’offerta per ovvi motivi.

Poi si sale in tutti auto direzione aeroporto.

Leggendo in rete sognare un pettine non è particolarmente di buon auspicio, però ciò nonostante mi sono svegliato bene.

NB: ieri sera frittatona con gli asparagi

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Che viaggio

Sono in debito ancora di un post, quello sulle mie vacanze. Un intenso rientro mi ha impedito di mettere a terra un po’ di pensieri, ma non vorrei far passare troppo tempo per mantenere ancora fresche nella mente le immagini che ho visto.

Negli States ci ero già stato diverse volte, ma l’ultima risaliva al 2000, per cui parecchio tempo fa.

A raccontare però ho paura di risultare noioso e prolisso e non vorrei essere ne l’uno ne l’altro (ho ancora impresso nella memorie le torture delle diapositive post vacanze).

Provo invece con delle immagini, sia scritte che prese dalla mia reflex.

Ho visto, anzi ci ho camminato sopra, a un ponte che ha il doppio degli anni di quello di Genova;

Ho camminato guardando all’insù e non all’ingiù (sul cellulare) come spesso mi accade;

Ho corso felice intorno al lago del maratoneta (ho fatto due giri perchè non mi sembrava vero);

Ho visto dove sono arrivati i migranti quando i migranti erano anche i nostri nonni;

Mi sono emozionato davanti ai quadri di Van Gogh e Monet;

Ho visto le luci e i colori di una città unica al mondo;

Ho viaggiato negli autobus dove scappano tutti quelli che devono scappare nei film;

Ho visto una delle più famose università al mondo;

Ho assaggiato un cannolo siciliano, che a parte quelli siciliani, penso sia tra i più buoni che abbia mai mangiato;

Ho visto le balene danzare nell’acqua;

Ho combattuto con un aragosta (ma alla fine ho vinto);

Ho fatto il bagno nell’oceano (gelato) e poi mi sono ricordato che era dove hanno girato lo squalo;

Ho ammirato le cascate più maestose che abbia mai visto;

Ho visto un lago che sembra più grande del mare;

Sono salito sull’altissima torre della CNN e ho fatto i selfie con gli squali;

Ho visto lo spettacolo di una partita di football canadese;

Ho attraversato paesini sperduti che sembrava il far west;

Ho visto la città del potere del mondo e mi è anche piaciuta;

Ho visto il memoriale sulla guerra del vietnam e ho pensato alla canzone di John Lennon;

Ho corso sulla la scala di Rocky come un povero deficente (ma ero in ottima compagnia);

Ho mangiato da schifo, mi sono dimenticato il caffè, ma mi sono abbuffato di pancakes;

Ho percorso 250km a piedi, quasi 2.000 in auto, 400 in autobus e qualche migliaio in aereo;

Ho osservato con la mia solita curiosità le contraddizioni di un paese che è al centro del mondo nonostante il suo imbarazzante presidente;

Ho visto e fatto tantissime altre cose, ma ho già scritto il triplo di quello che avrei voluto.

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4 giorni

In quattro giorni nella splendida città dei Sassi:

Ho dato 1452 baci sulla guancia

Ho chiesto 128 volte “chi è quello li?”

Ho risposto ad almeno 52 “che si dice su a Milano?”

Ho mangiato, mangiato, mangiato, mangiato…

Ho corso solo 4 chilometri

Ho scattato qualche selfie e 40 foto a Sylvestrino

Ho dormito nei sassi

Ho fatto la doccia con la cromoterapia

Sono rimasto incredibilmente affascinato dalla padrona di casa del b/b in cui alloggiavamo

Ho camminato per almeno 40 km.

Ho bevuto una ventina di caffè

Ho iniziato a leggere un libro che mi piace un sacco

Mi sono divertito coi cugini

Mi sono rotto le scatole con gli zii (non per colpa loro, ma oggettivamente facevo fatica a capirli)

Ho fatto trekking e attraversato un ponte tibetano

Ho visto un uomo delle caverne con l’ombrello

Ho passeggiato su e giù per una delle più affascinanti città che esistano

Ho provato finalmente il Moscow mule

uomo delle caverne

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Fibalmente gi siabo….

Dopo 60 allenamenti, 810 km, due paia di scarpe usate per calpestare i suoli di milano, bologna, romagna, grecia, modena e dintorni…finalmente ci siamo. E’ la vigilia della conquista di Venezia, manco fossi il rappresentante di una delle altre tre repubbliche marinare (ancora non mi capacito di Pisa).

Ovviamente un simpatico raffreddore ha pensato bene di presentarsi nell’ultima settimana. Nulla di che, sia chiaro, ma quanto basta per dovermi drogarmi un po’ nel tentativo che non degeneri ulteriormente.

Domenica mattina, con la complicità del ritorno dell’ora solare, sarò ai nastri di partenza della Venice Marathon.

La mia quarta maratona da quando ho iniziato a correre e la mia seconda in quel di Venezia.

Il tempo, quello meteo, lo chiamano bello, magari un po’ freddino ma bello. Io per coprirmi prima del via indosserò il mio elegante cellophane trasparente alla partenza che fa molto chic.

Il tempo invece che trascorre, dal momento dello sparo alla partenza a quello in cui (spero) supererò il traguardo, sarà lunghissimo…

Oltre 4 ore di passione correndo lungo il Brenta (che è bellissimo per la cornice di pubblico) Marghera, Mestre, il parco San Giuliano, il temutissimo ponte della liiiiiiiiibertà (è interminabile) e l’agognata meta preceduta dai sui 14 ponti spaccagambe e dalla bellissima piazza San Marco dove troverò nel caloroso pubblico le ultime risorse per arrivare al traguardo.

Sono pronto…o meglio mi sento pronto.

Ho curato l’alimentazione (ieri solo proteine…una fame che non vi dico) e oggi e domani il carico di carboidrati (pasta e pizza a volontà).

Anche in corsa, con l’alimentazione, dovrei essere a posto, tra gel, integratori e barrette energetiche.

So che mi scontrerò col muro dei 35 km. Spero di spostarlo un po’ più in la di qualche chilometro…se riuscissi a farlo per altri 7 faccio bingo.

Avrò una mattinata per pensare correre e, spero, godermi il mio viaggio. Ci ho dedicato più di 70 ore e una sessantina di docce alla preparazione di questo evento. Non so se sarà l’ultimo (non mi piace finire con un numero pari) ma potrebbe anche esserlo.

Finirla è il primo obiettivo. Se riesco a farlo un secondo in meno delle 4 ore 18 minuti e 44 secondi raggiungo anche il secondo. Ne avrei anche un terzo ma scaramanticamente non lo dichiaro.

Per ora direi che è tutto. Il comandante Sylvestro passa e chiude.

A risentirci lunedì.

 

Syl

https://i0.wp.com/therunningpitt.com/wp-content/uploads/2015/09/venice_marathon.jpg

https://www.veniceapartment.com/cgi-bin/Image/imgm/marathon.jpg

 

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Della timidezza, della salsiccia e della velocità.

Che poi mi sono pentito a non portare le scarpette a Monaco.

Si è vero, sarebbe stato il quarto giorno consecutivo di corsa, il tempo a disposizione per correre sarebbe stato poco, e poi faceva freddo.

Però quando la mattina, tornando in camera dopo la ricca colazione, in ascensore è salita tra gli altri anche quella biondina tutta sudata, con le guancie rosse dal freddo e con quella tutina dell’asics, ecco, un po’ mi sono pentito.

Comunque nel mio blitz di 36 ore in Bavaria, non ho mangiato nemmeno una salsiccia. L’anatra mi hanno rifilato, manco fossimo in francia.

Nella cena però ho fatto il mio figurone tenendo banco col mio inglese, magari un po’ sgrammaticato, ma sicuramente non timido.

Così come non lo sono stato nei workshop del giorno dopo.

Ecco, se dovessi pensare a cosa mi è piaciuto di più in questo viaggio, direi la timidezza, che spesso mi accompagna, e che stavolta è rimasta a terra all’aereporto di Malpensa.

Anzi no, c’è pure una frase che ha proposto uno dei relatori e che mi è piaciuta un sacco:

“If everything seems under control, you’re just not going fast enough.” – Mario Andretti

Mi calza a pennello. Io non sono uno preciso, faccio il 30 e quasi mai il 31. Mi piace progettare e iniziare a costruire, ma quando i muri sono stati tirati su, voglio pensare al nuovo progetto, senza aspettare di vedere come diventano quei muri una volta intonacati e imbiancati.

Ecco, con questa frase mi piace pensare che l’imprecisione che mi contraddistingue sia legata alla velocità, perchè a quel punto l’imprecisione, così come l’incapacità di controllo meticoloso, non rappresenta più un difetto, ma solo la ricerca del limite.

Ho provato a vendere il concetto ai miei collaboratori. Spesso cercano la precisione alla virgola in ciò che fanno, o magari in ciò che gli chiedo io. Però la precisione a volte, ti toglie risorse, energie, ti impedisce di decidere e di passare oltre.

Trovo sia meglio un dato approsimativo subito che uno preciso dopo, perchè così si sente la velocità, l’adrenalina….

Vabbè, però che palle….forse stasera è meglio se mi rimetto a vedere X-factor.

mario

 

 

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Tanto per cambiare post…

Oggi parto.

Ho dovuto tirare fuori sciarpa e berretto.

I guanti me li sono però dimenticati.

Terrò le mani in tasca.

Airbus A340 in flight

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Roma nun fa’ la stupida

Che de stupido basto e avanzo io.

Stasera parto per la capitale. Vado da turista.

Però le scarpette da corsa ci sono…

Image

PS si lo so, un milanese che parla romano non si può sentire…e infatti non lo sentite.  😉

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sono un po’ stanchino…

Da una settimana ho un occhio pesto per un orzaiolo (penso) che è particolarmente virulento.

Non fa male, ma è terribilmente fastidioso. Come avere costantemente un corpo estraneo nell’occhio.

Per non parlare degli effetti su chi MI guarda. Vedo gli occhi che si concentrano sul mio destro….quelli più in confidenza chiedono che è successo….gli altri ti parlano come se nulla fosse….e intanto ti fissano li.

Martedì mattina dovevo partire per la germania….3 giorni di fiera. Le condizioni migliori per incontrare decine di persone.

Ovviamente non sono andato dal medico a farmi vedere prima, mi sono concesso al massimo il consulto di un farmacista (farmacia notturna perché prima non ne avevo avuto il tempo) che mi ha ridato un antibiotico che già prendevo.

Sui tre giorni di fiera ce ne sarebbe da raccontare e se ci riesco lo farò quanto prima.

Quel che è certo è che stasera al rientro ero stanchissimo.

Quel che è certo è domani mattina andrò al pronto soccorso

Spero di non trovarci nuovi argomenti per il blog.

 

PS: prego astenersi suggerimenti come “guarda nella bottiglia dell’olio, metti del succo di limone o toccati la palpebra con la fede….”

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dei treni e dei portatori sani di simpatia

Per vicende degne di rientrare nella categoria “le disavventure del gattosyl” ma con cui non voglio annoiarvi, mi sono ritrovato questo weekend a fare mi-bo e ritorno in treno.

Chi mi segue da tempo sa già del mio difficile rapporto con le ruote ferrate, ma in questo caso trenitalia ha fatto la sua parte senza troppi problemi.

Volevo invece raccontarvi di come il treno, ancora oggi, possa essere luogo di incontri.

Salgo domenica sera su in InterCity e mi ritrovo in una di quelle carrozze con gli scompartimenti. Mi reco al mio posto e trovo una combricola di ragazzi. Età stimata 25-35 e la senzazione era che fossero un gruppo unico coeso.

Scopro col passare dei minuti invece che erano tutti sconosciuti fra loro a parte una giovane coppia che tornava da una breve vacanza a Roma.

Tento di isolarmi con cuffiette e libro da buon gatto malmostoso, ma il tono di voce e la caciara divertita si prestavano all’ascolto curioso di fattacci non miei.

Appena tolgo le cuffie e alzo gli occhi dal libro è come se si accendesse un semaforo verde. La lei della coppia incomincia subito ad attaccare bottone anche con me e a chiedermi pareri, domande, a raccontare cosa ha visto nella capitale, chi ha conosciuto…addirittura le vicende familiari di chi aveva sempre casualmente conosciuto durante la sua gita.

Insomma, è chiaramente lei che detiene il baricentro conversativo dello scompartimento. A prima vista potrebbe rientrare nella categoria impiccioni, ma confesso che riusciva a porsi in maniera assolutamente piacevole e spassosa.

Certo li dentro passavo un po’ per lo zio, visto l’età, e ho dovuto specificare chiaramente un paio di volte che avrei preferito che evitassero il lei parlando con me, ma alla fine le due ore di viaggio sono veramente volate.

Non so quale fosse il motivo per cui questa ragazza, che continuava a prendere in giro suo marito e a parlare dei suoi gatti, sia riuscita a catturare l’attenzione. Forse per il fatto che come coppia erano divertenti anche da vedersi (lei decisamente sovrappeso e lui mingherlino), o forse perchè più semplicemente le occasioni i cui mi capita di scambaire 4 chiacchiere con perfetti sconosciuti sono così rare che la novità cattura l’interesse.

Fatto sta che mi sono ritrovato a riflettere sul fatto che se ci fossero molte più persone, che come lei si dimostrano portatori sani di simpatia, si riuscirebbe a sorridere un po’ di più e a colorare più facilmente le giornate grigie.

Per la cronaca all’andata invece, ho avuto la dimostrazione opposta con due signore agè petulanti come non mai nello spazio in cui ero seduto….li fortunatamente le cuffiette sono state provvidenziali!

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tramonto e alba, luna e sole

Dieci giorni di assenza dal blog.

Tante cose da raccontare, o forse no.

Queste feste sono passate in modo tutto sommato tranquillo.

Partiamo dall’immagine che mi ha riaccompagnato a Milano questa mattina.

Il tramonto della luna (piena, bellissima e gigante sull’orizzonte) e l’alba dall0 specchietto retrovisore.

A volte la natura sa veramente rendersi affascinante.

Forza, si riparte ……

 

PS: in maniera scriteriata ho tentato anche di fotografare i due fenomeni, ma con esiti pessimi, per cui ho ripiegato su immagini googlate.

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