…e poi dovevo prendere il sole. Cosa che ho fatto solo in parte perchè ho beccato i tre giorni più sfigati del mese. Pioggia, vento, mareggiata…stare in spiaggia era pressochè impossibile. Però mi sono abbronzato lo stesso.
Poi sabato c’era la gara coi go-kart. Sylvestrino si è defilato, a lui non piacciono queste cose adrenaliniche. Io invece non vedevo l’ora. Infilare il casco, salire sul gokart e andare a tutta manetta. C’era da fare prima le prove e poi la gara. Nelle prove sono andato in testa coda, ottenendo un mediocre piazzamento sulla griglia. In gara poi, nella foga di recuperare….sono andato nuovamente in testa coda….insomma una debacle. Meno male che con un autovettura sotto il sedere guido un po’ meglio.
A correre ci sono andato un paio di volte. Sempre bello farlo sul lungo mare. Certo, faccio ancora fatica a correre come vorrei…però ho corso, in compagnia di amici e di mio padre che ormai è pienamente attivo.
Poi qua e la, birre, spritz, prosecco, leggendo un libro (non l’ho ancora finito) e guardando cosa succedeva a milano. Già…mentre ero via sono stato ufficialmente comprato. Se in qualche modo l’avevo scampata con la Mondadori, ora tutta la baracca è stata comprata dal patron del Torino. Vita dura per i gobbi come me…
Scherzi a parte sto rivivendo gli stessi dubbi e le medesime incertezze che ho vissuto l’anno scorso. Cosa succederà? Che ne sarà di noi, di me?
Nel frattempo devo affrontare il nervosismo, oltre che mio del mio capo e di tutti i manager che vedono avvicinarsi l’onda lunga di uno tzunami di cui non sappiamo quali conseguenze si porterà dietro.
Piccola nota positiva per finire questa seconda puntata del racconto. Sylvestrino, mentre ero già a milano, ha giocato un torneo di beach tennis, vincendolo. Mi è spiaciuto non essere li a vederlo, però l’ho sentito proprio soddisfatto al telefono. Ora sta pensando di fare agonismo l’anno prossimo, mettendo un po’ da parte la sua scherma. Un po’ mi spiace perchè mi ero affezionato a quello sport nobile di cui non sapevo pressochè nulla, ma l’importante è che faccia lui quello che si sente, divertendosi e imparando a crescere anche con lo sport, qualunque esso sia.